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Ciao a tutti,
a stento posso considerarmi un fotografo in assoluto, certamente non nel modo creativo in cui lo siete voi. Da iper-novellino, anche per inquadrare alcuni vostri topic, vorrei chiedervi una cosa. Una volta lessi un articolo in cui si analizzava il diverso approccio allo shopping di uomini e donne. Il giornalista sosteneva che gli uomini partono da una idea generica (il pantalone, ad esempio) e andando per negozi cercano qualcosa di loro gradimento nella categoria "pantalone". Le donne partono invece da una idea sul particolare ("colore verde smeraldo" ad esempio) e vanno alla ricerca di qualcosa che soddisfi il desiderio di "verde smeraldo"...potrebbe essere una borsa, una gonna... Ok, questo lungo preambolo per chiedere: il fotografao professionista, lavora partendo da una idea generica (voglio fotografare la Monument valley) e poi da li' e si muove alla ricerca della giusta luce, della giusta composizione... oppure parte con una idea tipo "voglio una luce di questo genere che significhi questo e quello" e poi va alla ricerca di qualcosa che possa esprimere questa situazione? Aggiungo, le vostre migliori foto, sono state studiate a tavolino o sono frutto di una combinazione di effetti occasionali? Il riferimento e' in particolare al contesto naturale...quello al quale io sono piu' interessato e in cui, eventuali spiegazioni, mi sarebbero piu' chiare. Grazie a tutti.
Inviato: 10/4/2004 0:10
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13/2/2004 9:11 Da Tse' Bii' Ndzisgaii
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Ciao Giulio,
risposta penso molto soggettiva. Negli USA di solito non ho tanto tento a disposizione per cui il mio target iniziale è fotografare la location, poi cerco di farlo nel miglior modo possibile. Quindi la foto è "location oriented". Diventare "light oriented" rischierebbe di diventare un'impresa quasi impossibile, in quanto il verificarsi di certe condizioni è completamente imprevedibile. Certo bisogna avere sempre la macchina carica e pronta , in caso madre natura ti voglia premiare, ma rimanendo sempre in un contesto di ricerca della location da fotografare nelle migliori condizioni possibili. Giusto la mia personalissima interpretazione e opinione! Ciao!
Inviato: 10/4/2004 8:48
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Sito personale www.robertomanderioli.com | ||
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Ciao, sono Marco in "prestito" sul pc di Cristina...
E' proprio una bella domanda a cui è molto difficile dare una risposta univoca... Per quanto riguarda la fotografia di paesaggio io sono convinto che non sia tu a scegliere il paesaggio, ma forse è vero il contrario, è il paesaggio che sceglie te...mi spiego meglio...nella fotografia di paesaggio è difficile, se non ti rechi di persona nella location, sapere a priori se troverai quelle condizioni di luce e di soggetto che possano soddisfare le tue esigenze di ripresa o di ricerca artistica...la fotografia di paesaggio, quando raggiunge le forme di opera d'arte e non di cartolina, è sempre composta di due aspetti: una esigenza e una necessità ...da una parte l'esigenza artistica, cioè la tua idea personale di cosa vorresti ottenere dalla fotografia (un certo tipo di atmosfera, ritrarre solo alcuni soggetti o alcune forme di luce, l'impatto emotivo di una inquadratura), dall'altra la necessità di recarsi di persona sul posto e verificare se sussistono le condizioni per tradurre questa tua visione mentale (cosa che in altre espressionio fotografiche non è necessario, nella fotografia cosidetta "concettuale" ad esempio tu puoi ricreare artificiosamente le condizioni di ripresa o di luce)...questo fa si che i due livelli a cui accennavi tu, quello "voglio una luce di questo genere che significhi questo e quello e poi va alla ricerca di qualcosa che possa esprimere questa situazione" e quello "voglio fotografare la Monument valley e poi da li' si muove alla ricerca della giusta luce, della giusta composizione", in realtà nella fotografia di paesaggio sono indissolubilmente fusi uno nell'altro...forse è per questo che la fotografia di paesaggio è così difficile, nel senso che si rischia spesso la "cartolina", ma anche così stimolante, perchè quando la fusione di queste esigenze/necessità traduce perfettamente tua visione mentale (o previsualizzazione, come la chiamerebbe Ansel Adams) allora avviene il miracolo, cioè che tu senti un annullamento orfico sia nel processo creativo che nella potenza degli elementi naturali che stai riprendendo, e allora sei attraversato dalla luce e dal trascorere delle ombre, ma anche dai tuoi pensieri verdi e neri e dalle tue visioni, èe tu sei altro da te, non parli più ma sei parlato, non scegli più ma sei stato scelto...come metodo operativo generalmente io e Cristina preferiamo recarci sul posto, studiare accuratamente il soggetto, tutte le possibili inquadrature, come la luce si comporta durante le varie ore del giorno, spesso ci torniamo più volte, e poi a volte avvine il "miracolo", a volte no e si scatta magari lo stesso, ma una bella "cartolina" ... Ovviamente questa sarebbe la situazione ideale. Però a volte, come giustamente faceva notare Roberto, non è così, soprattutto quando stai viaggiando in terre lontane e non hai il tempo materiale di studiare e vivere il soggetto e la luce per tutto il tempo necessario, ed allora non solo il processo fotografico diventa più "location oriented", ma ti devi anche magari affidare ad immagini scattate da altri fotografi, tipo il mitico Fatali, e diventa così molto difficile che emerga la tua visione... Personalmenmte ti posso dire che le prime foto di cui siamo stati soddisfatti del Plateau sono arrivate solo dopo l'ottavo o il nono viaggio, e dopo essere tornati ripetutamente nella stessa location, e cmq nonostante questo non possiamo neanche pensare di avvicinare, se non pallidamente, le immagini di Fatali o Tom Till o Dykinga, fotografi che vivono nel Plateau 12 mesi l'anno e ne assorboni gli umori e le stagioni, così come però loro non potranno mai eguagliare i risultati che io e Cristina otteniamo qui, in Italia, in cui ci dedichiamo quasi esclusivamente alla fotografia di archeologia industriale (in cui, tra l'altro, la situazione è diversa dalla fotografia di paesaggio: in questo caso si parte sempre da un preciso percorso di ricerca, o una ineluttabile esigenza artistica, e da lì si va alla ricerca di qualcosa che possa esprimere questa visione)...
Inviato: 10/4/2004 23:49
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19/2/2004 22:13 Da SAN CARLO TO
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Le considerazioni di Giulio sono estremamente interessanti e decisamente ne' banali ne' da "novellino, anzi...mi hano fatto riflettere intensamente su come mi muovo io e forse non ci avevo mai pensato consciamente (forse perche' "ero pensato" come dice Marco).
Io mi occupo di fotografia naturalistica e di paesaggio e credo che il modo migliore per fotografare la natura sia conoscerla al meglio e nei dettagli. Io frequento una zona del Piemonte in modo intensivo quasi ogni settimana e questo mi da la possibilita' di conoscere cose tipo "dove sorgera' il sole e a che ora colpira' quelle rocce rosse circondate dalla vegetazione verde creando un bel contrasto che mi interessa fotografare". La conoscenza del territorio mi permette anche di "prevedere" le stagioni e di essere molto "location oriented" (bella definizione, Roberto). La cosa pero' non esclude l'altra e mentre mi muovo nel mio ambiente "cerco la luce e il colore" ad ogni passo con in mente immagini e luci di altri fotografi per cercare di reinterpretarle "a modo mio". Personalmente trovo bellissime quelle che io definisco "lame di luce" cioe' quegli improvvisi e spesso effimeri "spot" di luce in contesti bui come in un temporale estivo quando il cielo si apre e i raggi del sole illuminano un particolare come un riflettore spot illumina un quadro in una galleria d'arte per esaltarlo e decontestualizzarlo allo stesso tempo. Con questa mia "luce" negli occhi cerco di muovermi per trovare il momento e il luogo giusto per poterla mettere su pellicola (o sensore...). Marco ha perfettamente ragione quando dice che le due cose si fondono inevitabilmente ma, aggiungo io, non credo possano esistere separate (per quel che sento io). Il "only location oriented" e' a rischio cartolina (sempre che non ci interessi...) e il "only light oriented" puo' essere sterile se mal gestito. Per le locations come il sud Ovest degli Stati Uniti o il Nord Europa (nei quali purtroppo non si vive ma si va in viaggio) la cosa e' piu' sfumata e credo che la fortuna (per la luce almeno) sia fondamentale; Io quest'anno ho dormito al campeggio della Monument Valley ed ho potuto ammirarla per un solo tramonto e per una sola alba e quindi ho preso quello che mi dava e non certo quello che avrei potuto ottenere se avessi passato li' due notti o cento notti o tutto il resto della mia vita... Questo e' un'esempio di fusione dei due approcci...La luce e' quasi piu' importate del soggetto ma nessuno dei due potrebbe vivere senza l'altro. Sono andato in Norvegia per sfruttare le opportunita' fotografiche di quelle locations ma se non avessi visto qualcosa di straordinario (anche se molto "mio") in questi scenari sarei tornato indietro con un mucchio di cartoline e di foto "di famiglia" (senza avere questioni personali contro le cartoline e le foto di famiglia che comunque faccio ma che sono un'altra cosa...). Questo e' un post che merita di essere salvato e archiviato e spero che molti buttino giu' altre considerazioni interessanti. Ciao Ettore
Inviato: 11/4/2004 10:13
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Ciao Ettore,
scusa, sparo un'altra domanda, tanto per continuare a cercare di "orientarmi". Ho visto la foto del tuo post. I colori sono cosi' pazzescamente intensi che mi viene da chiedere (qui vedo molti capelli rizzarsi...)...ma la foto e' ritoccata con programmi di fotoritocco? Mi rendo conto che potrei averla sparata grossa ed in teoria mi aspetterei che la risposta fosse che la foto e' "proprio quella" cosi' come Madre natura l'ha fatta e come il fotografo l'ha voluta. Pero' volevo comunque capire se il fotoritocco e' in uso nell'ambiente "non digitale" (come si chiama?) professionistico. Grazie e buona Pasqua!
Inviato: 11/4/2004 21:53
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19/2/2004 22:13 Da SAN CARLO TO
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Molto dipende dalla calibrazione del tuo monitor pero' la diapositiva e' esattamente come la vedi (ammesso che il monitor sia calibrato al meglio)...
Dal mio punto di vista tutte le immagini cerco di farle "assomigliare" il piu' possibile agli originali su pellicola sia destinati al web che alla stampa. Quel contrasto e quei colori sono merito della pellicola (Fuji Velvia 50) e di condizioni climatiche piuttosto comuni in Nord Europa. L'elaborazione di programmi di fotoritocco come Photoshop c'e' ma non e' mai un ritocco per creare qualcosa che non c'era nella diapositiva originale e il momento della ripresa resta sempre il piu' importante (per me, almeno...) Bye Ettore
Inviato: 12/4/2004 0:13
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Ciao Giulio
ti do anche io il benvenuto sul forum anche se un pò in ritardo ... Premesso che la visualizzazione delle immagini sul monitor è un vero e proprio rompicapo (tanto che Marco ha scritto un tutorial su Fotoavventure), nel senso che anche se il tuo monitor fosse perfettamente calibrato tu vedresti la foto di Ettore diversamente da me, o da Roberto, o da Raffaello, nel caso specifico la forte saturazione dei colori è dovuta all'utilizzo di pellicole "disegnate" proprio per restituire colori così intensi e vibranti ed accentuare il contrasto...le due pellicole sovrane in questo senso sono la Fuji Velvia 50 e la Kodak E100VS (dove VS sta proprio per Vivid Saturation)...ogni pellicola ha delle caratteristiche uniche e peculiari e sapere quali siano (conoscere cioè a fondo i propri strumenti di lavoro) è fondamentale per "tradurre" quella pre visualizzazione, o immagine mentale, di cui parlava Marco...ad esempio non è detto che il massimo della saturazione e del contrasto vadano sempre bene, ultimamente io e Marco stiamo riprendendo dei "paesaggi industriali" in cui vorremmo una resa quasi pastello dei colori e quindi utilizzeremo pellicole, negative o positive, che siano il meno sature possibile... Una volta che abbiamo scansionato la nostra diapositiva (tieni presente che io e Marco stampiamo in digitale e quindi la scansione ed il fotoritocco dell'immagine è un passaggio strutturale del nostro metodo di lavoro), personalmente utilizziamo il fotoritocco in Photshop solo ed esclusivamente per restituire i colori originali della diapositiva, per "avvicinare" cioè, come dice giustamente Ettore, l'immagine digitale il più possibile all'originale chimico...ti posso garantire che con pellicole come la Velvia o la E100VS, già così sature in partenza, cercare di esagerare digitalmente la saturazione porta ad effetti veramente sgradevoli, ottieni spesso dei colori che somigliano a quelli di un cartone animato ...detto questo bisogna però anche dire che ci sono fotografi che utilizzano gli strumenti del digitale in modo improprio, e non sto parlando ovviamente della semplice saturazione dei colori, ma usano il fotoritocco per modificare in qualche modo la scena ripresa, tanto che fino a poco tempo fa (adesso sembra non più, o almeno non per tutti i fotografi professionisti) una rivista come National Geographic non accettava immagini digitali o digitalizzate... Ultimamente ho visto in giro che sono stati creati dei software, dedicati a chi invece riprende direttamente con una macchina fotografica digitale, che simulano i comportamenti delle varie pellicole chimiche in termini di saturazione e contrasto, cosa che non mi trova molto d'accordo perchè sono convinta che il digitale non debba scimmiottare il chimico ma inventare invece un nuovo linguaggio che si affianchi a quello della fotografia tradizionale... Ragazzi, certo che posto raramente, ma quando posto (per lunghezza) sono peggio di Marco ...
Inviato: 12/4/2004 11:45
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Nella fotografia di paesaggio vieni poi anche a scoprire cose eclatanti, e cioè che una delle migliori foto di Fatali è il risultato di una erronea doppia esposizione, un cielo in tempesta nel Grand Canyon ripreso per errore su una lastra 8x10" su cui in precedenza era stato impressionato un masso a Joshua Tree (notizia certa riportata da fonte diretta, cioè Fatali stesso), ed ecco il risultato, alla faccia delle mie belle parole sulla previsualizzazione :
http://www.fatali.com/gallery/StoneTemples/SunKissed.php
Inviato: 13/4/2004 14:04
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Salve a tutti,
prima di tutto volevo salutare tutti partecipanti a questo bel forum, per ora sto leggendo un po' i vari post e, piu' avanti, spero di poter dare anch'io il mio modestissimo contributo. Ho letto la domanda iniziale di Giulio che si dimostra sempre un acuto osservatore......personalmente anche io propendo per l'opzione "location oriented" sopratutto quando si parla di foto e viaggi oltreoceano. Per cio' che riguarda invece le foto fatte nelle zone in cui si vive c'e' un unione delle due cose con una leggera predominanza "light oriented". Quest'anno, per l aprima volta, ho utilizzato anche io la famosa Velvia 50 e, in effetti, sono rimasto un pochino "sconcertato" dalla saturazione dei colori che fornisce. Se devo essere sincero non so fino a che punto mi possa piacere una cosa simile, d'altro canto la definizione delle immagini e' veramente superba. Non sono un fotografo professionista e quindi non mi sbilancio in giudizi personali visto che per ora ne ho fatto un uso molto limitato. Per quanto riguarda il fotoritocco penso si tratti di uno strumento dalle grandi potenzialita' che ti permette di fare cose incredibili ma nello stesso tempo crea "ambiguita'". Il problema e' che l'avvento e lo sviluppo di questi sistemi hanno livellato la differenza che c'e' tra un "buon" fotografo ed uno "mediocre". Mi spiego....un "cattivo" fotografo potrebbe avere buone capacita' nel fotoritocco ed ottenere, nella postproduzione, risultati al di sopra delle sue effettive capacita' "sul campo". Cosa che una volta non era possibile. E' ovvio che parlo sempre del lato "tecnico" della fotografia e non del lato "artistico" che puo' essere sempre molto soggettivo. In tutti i casi, IMHO, i lati positivi del fotoritocco (che non sto ora ad elencare) superano di gran lunga i fattori negativi. Ciao
Inviato: 14/4/2004 12:38
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Ciao Cesare e benvenuto sul forum, è un vero piacere averti qui tra noi...
La Velvia 50 è una pellicola unica nel suo genere che, come ben sai, ha fatto storia nella fotografia di paesaggio sia per la estrema saturazione dei colori che per l'inerente contrasto, tanto che mi sa che qui, a parte Pablo che è ormai un digital guy al 100%, siamo tutti più o meno velvisti , ... E' anche una pellicola molto difficile da "gestire", nel senso che per queste sue caratteristiche è praticamente inutilizzabile nelle scene fortemente contrastate, si arriva al paradosso che la puoi utilizzare con successo solo in pochi momenti della giornata (alba e tramonto) o in condizioni di luce particolare, giornate grigie o magari sul fondo di un canyon in cui c'è una luce lieve e soffusa, capisco quindi benissimo il tuo "sconcerto"...io e Cristina ad esempio ormai la usiamo solo in condizioni overcast o in condizione di penombra, in questi casi i risultati sono veramente eccezzionali, soprattutto quando li unisci all'estrema finezza della grana...ti informo però che è uscita da poco anche la Velvia 100F, che dovrebbe mantenere una buona saturazione di colori ed una grana finissima, pur essendo più morbida dal punto di vista del contrasto, avvicinandola in qualche modo alla Provia (pellicola che personalmente non mi piace)...non ho ancora provato la Velvia 100 (mi ripromettevo di farlo questa estate nel Plateau), però ho già visto qualche risultato che personalmente non mi ha entusiasmato molto, l'ho trovata un pò troppo un ibrido tra Velvia 50 e la Provia, ma sai com'è , qui siamo nel campo dei gusti soggettivi, magari a te invece piace moltissimo ... Su digitale sono abbastanza d'accordo con te, anche se per raggiungere dei buoni livelli nel fotoritocco è cmq richiesto tanti impegno e tanta tanta tecnica...diciamo piuttosto che adesso molti hanno la tendenza a scattare di più e con maggiore superficialità , "tanto poi dopo c'è Photoshop" ... Edited By Marco on 1081946744
Inviato: 14/4/2004 14:43
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Ciao,
volevo ringraziare Marco per i consigli sull'utilizzo della Velvia, ero sicuro di aver sbagliato qualcosa io. Ho fatto parecchi scatti quest'anno tra il Bryce e lo Zion ma l'eccessiva saturazione ha creato piu' che delle foto dei "dipinti" che forse si distaccavano un po troppo dalla realta' delle cose. Quando mi sara' possibile tornero' a provare e vedremo cosa ne uscira'. Ciao e grazie di nuovo.
Inviato: 15/4/2004 15:11
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Oltre alla Velvia, quale altre emulsioni utilizzi?
Te lo chiedo perchè so che ti dedichi anche alla fotografia naturalistica e sono curioso di sapere cosa utilizzi perferibilmente quando riprendi animali...
Inviato: 15/4/2004 15:58
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Oltre alla Velvia, quale altre emulsioni utilizzi? Allora, durante i miei viaggi propendo ovviamente sempre per pellicole a bassa sensibilita' e quindi la stragrande maggioranza delle emulsioni che porto con me non sono quasi mai superiori ai 100 ISO a prescindere dal tempo atmosferico o dalla luce.....anche per le foto notturne. Questo perche' ovviamente utilizzo sempre il cavalletto, mi sembra superfluo dirlo. Per il discorso della "wildlife" a volte potrebbero sorgere problemi visto che spesso ci si trova all'interno di boschi e in difficili condizioni di luce (gli orari migliori per gli avvistamenti sono l'alba e il tramonto) e quindi a volte sarebbe utile avere a portata di mano qualche pellicola "veloce". Mi e' capitato in alcuni casi, soprattutto durante gli incontri avuti con gli orsi, che l'emozione ha preso il sopravvento facendomi completamente dimenticare del tipo di pellicola che avevo in macchina e del cavalletto che tenevo sullo zaino......risultato? 90% degli scatti buttati!!! Ma questa e' tutta esperienza...o no? Come marche ti dico che non essendo un professionista mi sono sempre affidato alle solite Kodak e Fuji supercommerciali, provando per la prima volta la velvia che, grazie ai tuoi consigli, conto di riutilizzare in futuro con risultati migliori. Negli utlimi viaggi ho utilizzato parecchie diapo "Kodak Elite Chrome 100" ma anche le normalissime Gold 100 o le Superia per cio che riguarda Fuji......come tonalita di resa finale pero' mi trovo meglio con Kodak. Ripeto tutti questi sono pareri di una persona assolutamente NON ESPERTA come voi......io riporto qui le mie impressioni ma vedo che il vostro livello e' su altri livelli. Diciamo che sono principalmente qui per parlare di una passione che ho e, magari, per imparare qualcosa di nuovo. Un saluto a tutti
Inviato: 15/4/2004 23:18
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Avevo provato anche io la Elite Chrome e ti confesso che l'avevo trovata veramente ottima, ho ancora a casa qualche immagine delle Havasu scattata con questa emulsione e quando le metto sul tavolo luminoso mi si riempiono gli occhi per la brillantezza e la saturazione dei colori...la Elite Chrome sarebbe la versione "consumer" della E100VS ma da quello che ho potuto constatare gli tiene testa benissimo (e costa molto meno!!!) ...
Ti posso garantire che la tua esperienza è utilissima a tutti i membri di questo forum, come dicevi giustamente tu la fotografia è prima di tutto la nostra passione e da chi ne parla con quella passione ed entusiasmo e voglia di imparare che stai dimostrando tu, io penso che ognuno di noi abbia solo da imparare, aldilà dei nostri rispettivi "livelli" (io preferisco chiamarle "conoscenze") che, alla fine, per poter diventare anche loro uno strumento di crescita personale (e non solo un mero tecnicismo) devono passare per la strada del confronto e della condivisione, a tutti i livelli di conoscenza ... Tra l'altro in questo post parlavamo proprio delle pellicole che utilizzi tu ed in questo caso tu avresti solo da insegnarmi, in pellicole negative a colori, pro o consumer che siano, sono stato più volte rimandato a settembre http://www.fotoavventure.it/cgi-bin....f=5;t=2
Inviato: 16/4/2004 8:32
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