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1 Utenti anonimi
Re: La "leggerezza" di Calvino |
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Cari amici,
sono andato a rileggermi la “Leggerezza†di Calvino per cercare di capire meglio tutto il discorso e, soprattutto, per verificare se era possibile sovrapporlo a quella che è la nostra esigenza primaria: fare fotografia consapevole. Fino dall’inizio Calvino esordisce: “…quali sono gli esempi tra le opere del passato in cui riconosco il mio ideale di leggerezza; come situo questo valore nel presente e come lo proietto nel futuro.â€. Nel percorrere, poi, l’indagine sulla leggerezza nella storia della cultura occidentale tocca i temi del Mito di Perseo, l’atomismo della poesia di Lucrezio, le “Metamorfosi†di Ovidio e poi Calvacanti, Dante, il mondo neoplatonico, magico, alchemico, rinascimentale (proiettato, anche se non appare, fino a noi), legge Shakespeare e Cervantes, e più avanti Cyrano, Swift, fino all’immaginazione popolare, le fiabe, non dimentica il mondo costretto alla clandestinità della Cabbala, Pico, Bruno e il loro simbolismo, fino a Leopardi e la “Lunaâ€, ma ricordando fin dall’inizio “Il Lucifero†di Montale. Tutto il percorso della lezione di Calvino è costellato da un continuo richiamo alla parola immagine, cioè, se capisco bene, dalle evocazioni mentali che quelle letture provocano e cita anche quali figurazioni: il corallo, “…le tracce madreperlacee della lumaca / o smeriglio di vetro calpestato…â€, granelli che turbinano in un raggio di sole, minute conchiglie…, la sabbia che si imbeve, le ragnatele che avvolgono, il salto di Calvacanti, … Ma i suoi suggerimenti si concretizzano nelle tre categorie: 1- rarefazione della consistenza; 2 – descrizione e astrazione; 3 – “…una immagine figurale di leggerezza che assuma un valore emblematico…â€. Rammenta anche lo stato d’animo con il quale trovare la “leggerezzaâ€, contrapponendola alla “pesantezza†della vita quotidiana, la “…connessione tra melanconia e umorismoâ€: “…non è una melanconia compatta e opaca, dunque, ma un velo di particelle minutissime d’umori e sensazioni, un pulviscolo di atomi…â€. Concludo con le sue parole: “La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso.â€. Le immagini mentali che Calvino, ma anche altri scrittori, sono â€fonte†di idee, sensazioni, collimazioni, collegamenti, sovrapposizioni, fantasmi fantastici, fantasiosi, immaginari, irreali, surreali, ma anche metafisici, da cogliere nel vagare senza meta, da ricostruire in piccole porzioni nel microcosmo casalingo, “…nel mondo che sta sulla mia porta…â€(P. Strand) e non si lascia incasellare in sterili costruzioni e decostruzioni divenute ormai fenomeni del passato. Ringrazio Deborah, per la preziosa intuizione, Candidus / Floriano. PS: a questo punto, lo capite tutti, che con un tema così importante il salto di qualità diventa una necessità ben più diffusa di quello che noi stessi immaginiamo e qualche volta osteggiamo.
Inviato: 5/1/2007 20:50
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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8/10/2006 17:44 Da Torino
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un salto di qualità ...
mi piacerebbe riprendere le ultime tue righe Candidus. Ma sento complicato un dialogo a distanza su questo aspetto perchè i mondi interni a volte non dialogano. Non i mondi cognitivi del sapere, ai quali si deve comunque riconoscere la dignità , ma quelli del sensibile, perchè é di questo che stiamo parlando. Mondi che si incontrano talvolta nell'immediato perchè si riconoscono simili oppure semplicemente riconoscono le proprie strade. Scherzosamente, ma mica tanto, lo avevo chiesto, iniziamo a fotografare. buon lavoro a tutti bs marco
Inviato: 5/1/2007 21:51
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La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi. A. Gilardi www.mbphoto.it www.flickr.com/photos/marcofluens .................. |
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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9/4/2004 15:12 Da Bologna
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Citazione:
Ammetto di fare una notevole fatica a seguire questo 3ad...forse il livello è troppo alto per le mie misere capacità , però mi applico e leggo tutto ugualmente...poi magari (tempo permettendo) vado anche a cercare lumi sui passaggi (parecchi) a me oscuri... Però alla fine di tutto, dopo aver letto l'ultimo illustre post di Floriano, mi sorgono alcune domande: Cosa intendi con "salto di qualità "? E in che modo viene "osteggiato"? Poi una considerazione: -mi sembra perlomeno bizzarro che per arrivare ad un punto d'incontro sulla "leggerezza" si debbano utilizzare pensieri e parole così intricati e, in un certo senso, "pesanti" (perdonatemi il termine e cercate di capire cosa voglio dire)! E' normale questo? Di esempi pratici ne ho visti pochi...si è parlato tanto e i "paroloni" si sono sprecati...però alla fine tornando al topic del forum, e cioè la fotografia, non ho ancora capito bene come questa cosa la si possa applicare! Io per "salto di qualità " vedrei bene il cercare di districare questa matassa il più semplicemente possibile, portando esempi fotografici pratici, cercando di non accartocciarsi su se stessi con elucubrazioni fini solo a se stesse.... Ora non vorrei leggere post del genere "perchè non lo fai tu" o cose simili....io sono l'allievo qui non il maestro.....ho solo dato una traccia di come vedrei le cose io ed ho fatto notare una contraddizione.....lascio la palla ai maestri di semiotica applicata alla fotografia... PS: per tutto il resto vale sempre la frase che ho in firma....un saluto
Inviato: 6/1/2007 10:05
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Jekoz On Line: "USA on the road" http://www.jekoz.net ..................... |
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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Utente non più registrato
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Ciao Cesare
ti esprimo un pensiero senza nessuna velleità nè di voler fare il maestro nè di voler fare lo scudiero a nessuno. Postare degli esempi in questo caso potrebbe essere facile ma come tu stessi avrai capito non c'è un unica "rappresentazione" di leggerezza, minimalismo, ordine.....ci sono vari approcci di metodo che indicano strade a volte anche antagoniste. Si tratta quindi di un confronto basato non solo sul proprio vissuto ma anche nel'esporre le varie metodologie con relativi "pregi" e "difetti". Quindi il postare immagini rischia di diventare una galleria multiforma che disorienta ancora di più. Mi scuso per la banalizzazione della risposta ma era modo semplificato per esporre il principio. Proprio a questo Floriano si riferiva, nel senso che qui si entra in meandri molti interessanti che dovrebbero/potrebbero essere di stimolo ad indagini personali per riempire il proprio famoso zaino. In questo senso qui è evidente che non si parla di pizza e fichi e quindi è necessaria una preparazione (nel senso di prepararsi) io ad esempio mi sono già "armato" di qualche testo preso in biblioteca per approfondire l'interessantissimo approccio di Samuel.....fà comunque sempre e solo bene. Riguardo l'osteggiare lo sai benissimo che in passato ci sono state persone che hanno espresso il loro fastidio verso Topic ed in generale argomenti per i quali è necessario impegnarsi intelletualmente estremizzando il fare fotografia ad una beata gita clik clak nei luoghi che piacciono. Per partecipare a Topic "tosti" come questi secondo me ci vuole solo volontà , passione e l'umiltà poi di andare a leggere magari qualche buon libro......e la voglia anche di rimettersi in discussione.
Inviato: 6/1/2007 10:44
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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8/10/2006 17:44 Da Torino
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ciao Jekoz,
rientro nella discussione...fai finta di entrare in una casa di un tipo che si chiama leggerezza di cognome. Una volta dentro ti trovi a curiosare le stanze, guardare i mobili, i quadri alle pareti, gli oggetti sparsi e subito non dicono nulla, anzi capisci proprio poco. La tua famiglia si chiama roccia di cognome e la tua casa é molto, ma molto diversa da quella del signore che si chiama leggerezza. Hai perso un po il senso delle cose. Poi arriva suo figlio, l'ha chiamato piuma, e ti dice, "giochi con me". Lasciamo perdere come ti hanno chiamato i tuoi, lui é pur sempre un bambino e stai al gioco. Allora piuma ti passa una piccola palla rossa del peso inesistente, così leggera da non sentirla, ma puoi lanciarla, prenderla e farci un sacco di altre cose. E giochi. Giochi con piuma per qualche giorno e inizi a vivere la leggerezza perchè la tocchi, la senti e in fondo la capisci. E poi te ne vai. Vabbè, a casa hai provato a fare la stessa con quel delizioso oggetto che la mamma teneva sul comà...sappiamo com'è andata!. Però ti sei divertito. Un accenno alla semiotica...veloce...é una disciplina molto in movimento che assapora con gusto e con curiosità le cose del mondo. Sa essere sottile e sa dialogare con altre discipline. Ma non risponde a tutto. Ci mancherebbbe altro. bs marco ah, di cognome la mia famiglia fa benna e sai cos'è ? quel pezzo finale della ruspa che porta via la terra. In genere ci costruisci sopra qualcosa, ma però vedi anche cosa c'è sotto.
Inviato: 6/1/2007 11:46
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La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi. A. Gilardi www.mbphoto.it www.flickr.com/photos/marcofluens .................. |
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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19/9/2006 14:17 Da rho - milano
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Caro Samuel,
ma la storiella che hai raccontato è fantastica! Si vede che sei un formatore. ----------------------------- Tornando al topic del forum. Credo sia molto difficile fornire una istanza, un esempio di una fotografia che riassuma quanto si è detto in questa discussione. Sto parlando di 1 singola immagine. Tuttavia con la vostra macchinetta digitale provate a fare questo esperimento di accumulazione di immagini: Inquadrate e scattate una qualunque cosa. Inquadrate e scattate di nuovo senza cambiare inquadratura, di nuovo e poi ancora, fino a finire la memoria. Avrete ottenuto una sequenza di immagini tutte uguali. Quante ne avete fatte 100? 200? Bene, ammettiamo che abbiate fotografato uno schiacciasassi pesantissimo. Guardando le foto una ad una vi rendereteconto che ciascuna ha un peso minore se confrontata alla globalità . Nel concetto di relatività e di sequenzialità per esempio si nasconde la leggerezza.
Inviato: 6/1/2007 12:58
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http://www.carlocorradi.it | ||
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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Utente non più registrato
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Mi permetto due considerazioni semplici, forse semplicistiche, e strettamente personali. Chiedi se non sia bizzarro giungere alla leggerezza tramite ragionamenti "pesanti". Non lo è. Per me è esattamente il contrario. Scordatevi le vie semplici, le regolette applicabili a tutto e a tutti, i trucchetti. Se qualcuno ti donasse la formula per applicare (come tu dici) tutto questo alla fotografia ignorala. Ci vuole onestà intellettuale e non necessitiamo di altri Guru vero? Il piacere più grande che si puà fare ad un curioso è donare spunti (e in questo ringrazio Floriano), non dare solo risposte ma aprire nuove domande. Le certezze sono fasulle, noiose, portano solamente a solcare strade già battute da altri. I dubbi stimolano, riaccendono la fantasia, la voglia di cercare, di sperimentare e permetteno anche di sbagliare. In fotografia non mi interessano i compitini ben fatti (non faccio parte di alcuna giuria di concorsi da paese), io cerco stimoli. Se avessimo già tutti i pezzi del puzzle potremmo solo girare i pollici per la noia... Ciao! Buon sabato.
Inviato: 6/1/2007 13:37
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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9/12/2004 21:10 Da Toscana
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Ciao,
non ci ho capito granche', nel senso che ho delle vaghe idee che mi passano per la testa e che cerchero' di fermare sulla pellicola, cosi' tanto per provare, per accettare la sfida. Capisco pero' che il tema non e' di facile soluzione perche' e' molto soggettivo e anche lo stesso individuo lo puo' vedere diverso da momento a momento. Ma la soluzione non e' impossibile, anzi, puo' esplicarsi in vari modi, tutti interessanti perche' implicano un nuovo modo ( almeno per me ) di vedere la fotografia. Un nuovo modo che non e' fine a se' stesso, perche' e' un esercizio che potra' influenzare ogni aspetto della nostra fotografia e del nostro modo di vedere in senzo lato. Non e' soltanto un esercizio fotografico. Io almeno lo sento cosi'. Ciao, Renzo
Inviato: 6/1/2007 13:49
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......... ...... |
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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28/10/2006 14:37 Messaggi:
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Ringrazio Candidus (Floriano???) per essersi preso la briga di riportare il brano delle L.A., che fornisce un quadro chiarissimo di cosa intendesse Calvino per leggerezza, e di quanto per lui contasse che la leggerezza fosse abbinata alla precisione. Credo che non ci sia bisogno di ulteriori definizioni, la leggerezza calviniana è ciò che è descritto in quel brano e scritto in tutti i suoi romanzi; poi a ciascuno, come sempre, la possibilità di dare la propria interpretazione, logica, verbale o visiva, del tema.
Inviato: 6/1/2007 15:09
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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26/5/2006 9:37 Messaggi:
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Sono tornato due ore fa da quattro giorni in Toscana. Certaldo, Monteriggioni, S.Gimignano..., le colline senesi, Siena. Ho tenuto in mano la 6x7 e ogni tanto ho guardato dentro e ho scattato. Il suo "peso" e le sue dimensioni mi obbligano ogni volta a prestare una "strana" attenzione a quello che fotografo. Ma alla fine mi accorgo, sempre, che è una macchina "leggerissima". Spostandola, dall'inquadratura orizzontale a quella verticale, la faccio "volare" in aria con un movimento "leggero", calibrato, preciso. E' un gesto bellissimo, che avevo dimenticato e che ho re-imparato proprio in questi giorni. La "leggerezza" è uno spazio liminare, anche un esercizio della visione, ma anche uno stato della mente. Circoscritto, limitato nel tempo, che deve farsi largo, trovare la sua possibilità di espressione.
Ho letto rapidamente gli sviluppi della discussione ma lo farà di nuovo, con calma. La fotografia continua a stupirmi.
Inviato: 6/1/2007 17:08
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Giuseppe Tessera C.F.A.O. n°32...... |
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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28/10/2006 14:37 Messaggi:
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OT totale: scusa pluto, ma la tua 6x7 così leggera... sarà mica la Mamiya 7???
Inviato: 6/1/2007 17:58
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Re: La "leggerezza" di Calvino |
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26/5/2006 9:37 Messaggi:
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No, Palomar. E' una Pentax 67 II. Un "masegno", si dice a Venezia.
Inviato: 6/1/2007 18:28
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Giuseppe Tessera C.F.A.O. n°32...... |
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