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Gursky a Bologna

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Segnalo questa mostra che mi hanno detto essere molto bella, non l'ho ancora vista ma ci andrò presto.Il MAST è una garanzia, fanno sempre mostre bellissime, gratuite e ti offrono anche la colazione! https://www.mast.org/andreas-gursky-visual-spaces-of-today.

Inviato: 27/5/2023 10:05
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Re: Gursky a Bologna

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“Never trust a photograph that is so big it only fits inside a museum.” Duane Michals

https://vimeo.com/830146652

Inviato: 31/5/2023 23:08
Riccardo
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Re: Gursky a Bologna

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Grazie per la segnalazione Oscar, il link però non funziona, c'è comunque il filmato che ha linkato Plafoto.
Purtroppo ho un pregiudizio nel valutare, sono allergico alla fotografia in gigantografia, nel complesso, comunque, quelle che ho visto nel filmato non mi dicono nulla se non una notevole perfezione stilistica. Salvo il fatto che sono fatte per essere viste dal vivo.
Ho pensato che per quelle dimensioni il problema non è tanto la stampa, quanto trovare il corniciaio.

Inviato: 2/6/2023 9:01
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Re: Gursky a Bologna

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Forse ho sbagliato a copiare il link scusate ma ora non posso modificare. Ho visto ieri la mostra, le foto sono gigantesche e una volta trovato il corniciaio fai comunque fatica a farle entrare in casa! Ma a parte le batture quello che apprezzo di Gursky (che non ha bisogno dei miei apprezzamenti) è che non ci sono parole! In tutta la mostra non c'è mezza parola che faccia da sfondo bla bla alle foto come oggi va molto di moda. E altra cosa che mi piace è il fatto di lavorare su foto singole, è una mia fissazione da tempo ma nessuno lo fa, (io ci provo ma non faccio mostre...) si lavora sempre in serie più o meno narrative, Gursky fa una sola foto e quello che vuole dire lo dice con immagini di grande impatto e grandissima sintesi visiva. Nient'altro. Ho davvero ancora tanto da imparare!

Inviato: 5/6/2023 16:07
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Re: Gursky a Bologna

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Grazie Oscar per le tue osservazioni, come accennavo penso che il vederle dal vivo sia determinate, altrimenti non avrebbero nessuno scopo quelle dimensioni. Se mi capiterà di vedere le sue foto ad una mostra, cercherò di capire perché le sue quotazioni vanno sui milioni di dollari.

Inviato: 6/6/2023 9:53
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Re: Gursky a Bologna

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Sul tema delle quotazioni stratosferiche, può essere utile ascoltare questo video di Tomesani:

https://youtu.be/JmSik7xU3es

Interessante anche l'articolo di Smargiassi "costano, ma valgono? Le fotografie e il mercato dell'arte"

https://smargiassi-michele.blogautore. ... ografia-vintage-tirature/




Inviato: 6/6/2023 23:38
Riccardo
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Re: Gursky a Bologna

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Il concetto è chiaro e ben noto, o si è dentro al mercato dell’ Arte o non si è nessuno anche se spesso questo mercato porta a quotazioni inspiegabili emerite porcherie e lascia fuori opere e autori che meriterebbero assai. Lo ha detto qualche anno fa anche un bravissimo e notissimo storico dell’arte oggi purtroppo scomparso che non cito perché le citazioni sono sempre pericolose. Il mondo dei fotoamatori è ricco di opere belle e significative che hanno un valore intrinseco sotto l’aspetto artistico ma non hanno valore materiale se non supportate da un gallerista di nome.

Con ciò è pur vero quello che dice Roberto Tomesani nel filmato, il mondo dei galleristi, dei critici, degli storici è quello che, quando un’opera entra nel mercato, garantisce l’autenticità dell’opera e la commerciabilità. Comunque, una volta innescato il meccanismo, la quotazione se ben alimentata cresce come la farina con il lievito, ciò non significa che quanto più cresce tanto più bravo è l’autore. E’ un meccanismo che prescinde da questo concetto, infatti non è concepibile che una foto odierna possa costare più di un quadro di un bravo autore del Rinascimento.

Passo ad un esempio pratico. Al minuto 11.19” del filmato si vede una foto di Berengo Gardin che si intitola “Sottoportego della Malvasia” che riporto qui per mostrarla in modo più decente, poi una foto che ho fatto tanti anni fa e giuro che quando l’ho fatta non conoscevo quella di G. B. Gardin, per cui non mi sono ispirato a quella, ma l’intuizione era simile. Sono comunque due foto diverse e quella dell’autore, che adoro, se non tenessi famiglia l’avrei acquistata tranquillamente a quella quotazione che per il nostro fotografo è anche troppo bassa. La mia comunque non è faccia schifo e a me piace molto, ma non vale un ca..o perché non è sul mercato e io non sono nessuno. Le singole foto di Gianni sono sul mercato internazionale da non molto, ma lui ha una lunghissima storia, era già famoso negli anni ‘70 ed ha pubblicato 180 libri di sue fotografie (qualcuno dice 250). Se fosse stato supportato maggiormente sul mercato americano, ad esempio, oggi varrebbe almeno 10 volte di più, e secondo me è solo una questione di tempo. La quotazione non sempre dipende dalla storia e dal valore dell’autore, possono esserci autori arrivati da poco ma ben supportati le cui quotazioni superano di gran lunga quelle di fotografi come Gianni che hanno fatto la storia della fotografia.



Allega:



jpg  G-Berengo-Gardin-Sottoportego-della-Malvasia.jpg (743.94 KB)
2722_648060e5df247.jpg 1200X819 px

jpg  Ragazza-sul-Ponte-della-Malvasia.jpg (548.07 KB)
2722_6480610321dbf.jpg 874X1200 px

Inviato: 7/6/2023 12:50
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Re: Gursky a Bologna

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Io invece conoscevo benissimo la foto di Ghirri a Versailles che ho copiato pari pari, per citazione e perchè non posso permettermi l'acquisto. Credo comunque che sbagliamo a valutare la bravura di un autore solo attraverso le sue fotografie. Credo che il valore dela fotografia, bellezza originalità etc... oggi valga poco, (trenta per cento? meno?) La bravura del fotografo- o artista che sia- secondo me sta anche nel sapersi promuovere entrando nel giro delle gallerie, e della critica e non è affatto semplice. Entrare nel mercato dell'arte non è come entrare al mercato del pesce,e una volta entrati riuscire rimanerci è ancora più difficile, ci vogliono dedizione e grandi capacità di marketing personale e non tutti quelli che ci provano ci riescono. Allego la mia foto di Versailles.

Allega:



jpg  © oscar ferrari_2012-08-08_IMG_0142stampa ok.jpg (893.55 KB)
1927_64808d6eef2a9.jpg 1417X945 px

Inviato: 7/6/2023 15:59
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Re: Gursky a Bologna

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Sono d'accordo parzialmente perché non dovrebbe essere così, cioè ciò che dici è un indice di come le leggi del mercato possano prendere il sopravvento sui valori della cultura, ma questo risale già all’800 e un esempio eclatante è quello di Van Gogh che probabilmente sarebbe rimasto un nessuno, con il rischio che le sue opere finissero disperse o distrutte, se non era per la moglie di suo fratello Teo che le ha ereditate e ha curato la fama della sua opera (nel suo caso senza speculare perché ha tenuta quasi intatta la sua collezione). Per altri galleristi quei lavori erano spazzatura perché per il gusto dell’epoca non erano commerciabili e quindi era come se non esistessero.

Quindi ho capito cosa intendi, il successo di un autore dipende molto anche dal suo carattere, dalla sua tenacia e da come riesce a vendersi, ma non dovrebbe essere così, perché se un artista ha bisogno di lavorare per campare, non ha nè il tempo per girare, nè la disponibilità economica per pagarsi le prime mostre o la pubblicazione dei primi libri, a meno che non sia supportato da risorse proprie o della famiglia.
In questo le pubbliche istituzioni locali dovrebbero destinare degli spazi dedicati esclusivamente alla esposizione di fotografie di fotoamatori in diversi periodi dell’anno, curandone a proprie spese l’esposizione (incorniciatura ecc.) e la pubblicazione editoriale dei più meritevoli, sono spese che di certo non mandano in crisi il bilancio di un comune.
Non sarà sufficiente all’autore per campare di fotografia ma lo sarà di sicuro per incrementare il patrimonio culturale di una comunità, il che può prescindere dal fatto che abili commercianti promuovano un autore qualsiasi arricchendosi e (raramente) arricchendo l’autore.

Terrei quindi ben distinte le due cose, non devono essere le regole del mercato dell’arte a far passare il concetto che quanto più un autore è quotato tanto più vale artisticamente il suo lavoro, le due cose non sono equivalenti anche se in pratica spesso è così.

Una associazione culturale veneta, il gruppo Mignon, ha fatto una cosa meravigliosa, promuovono da soli l'intento della loro fotografia, la Street Photography, avevo fatto una recensione su Fotoavventure di una loro bellissima mostra al centro Candiani di Mestre nel 2016, sono tutti grandi fotografi e la qualità del loro lavoro è eccelsa. Non saranno diventati ricchi, ma la ricchezza del loro lavoro è patrimonio culturale di tutti. Vedere per credere.

https://www.mignon.it/

Inviato: 7/6/2023 18:07

Modificato da Pino su 7/6/2023 18:32:44
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Re: Gursky a Bologna

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Pino ha scritto:
Il concetto è chiaro e ben noto, o si è dentro al mercato dell’ Arte o non si è nessuno



Tomesani non è così drastico.

Non dice che se sei fuori dal mercato dell'arte non sei nessuno; dice solo che, se vuoi vendere le tue opere al di fuori di tale mercato, devi essere consapevole che i tuoi prezzi non riusciranno a superare una determinata soglia, perchè oltre una certa soglia il prezzo è determinato da meccanismi che prescindono dal valore dell'opera.

Tomesani risponde in fondo alla domanda che si fanno in tanti: cos'ha di tanto speciale la fotografia "Rehin", da costare come quattro o cinque appartamenti ai Parioli? e la sua risposta è: "niente", quell'immagine non ha niente, in se stessa, di così speciale da giustificare un prezzo così alto, neanche se fosse la più bella immagine mai realizzata nella storia della fotografia. La giustificazione di quel prezzo va cercata altrove, nelle regole e convenzioni di un gioco che ha ben poco a che fare con l'oggettiva qualità dell'opera.

Si tratta di tre mestieri diversi:
saper fare qualcosa è un mestiere, saper vendere quella cosa è un altro mestiere e riuscire a diventare una star è un altro mestiere ancora.

Inviato: 8/6/2023 9:21
Riccardo
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Re: Gursky a Bologna

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Citazione:


Si tratta di tre mestieri diversi:
saper fare qualcosa è un mestiere, saper vendere quella cosa è un altro mestiere e riuscire a diventare una star è un altro mestiere ancora.


E' esattamente quello che intendo, e a volte, almeno agli inizi devi saper fare bene almeno i primi due, diventare una star esula dai mestieri dei comuni mortali ma qualcuno ci riesce.
Che poi sia giusto o meno e che potrebbe essere diverso non lo so ma di fatto funziona così perchè se fai le più belle foto del mondo e le tieni nel cassetto rimarrai un nessuno in eterno. Il mercato ha i suoi limiti e i suoi difetti non c'è dubbio ma di fatto mette in circolo il tuo lavoro, che sia d'artista o da professionista. Io mi sento onorato da chi che è disposto a pagare per farsi fare delle fotografie da me, nulla di artistico nè di particolarmente ricco è chiaro ma questo ha contribuito a definire la mia identità di fotografo di architettura. Se nessuno mi avesse mai commissionato una fotografia credo che non sarei lo stesso fotografo, anzi non sarei proprio un fotografo e forse farei l'architetto. Lo stesso credo possa dirsi per chi da giovane vuole intraprendere la carriera d'artista.

Inviato: 8/6/2023 9:44

Modificato da archifoto su 8/6/2023 10:01:19
Modificato da archifoto su 8/6/2023 10:05:53
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Re: Gursky a Bologna

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Plafoto ha scritto:
Citazione:

Pino ha scritto:
Il concetto è chiaro e ben noto, o si è dentro al mercato dell’ Arte o non si è nessuno



Tomesani non è così drastico.

Non dice che se sei fuori dal mercato dell'arte non sei nessuno; dice solo che, se vuoi vendere le tue opere al di fuori di tale mercato, devi essere consapevole che i tuoi prezzi non riusciranno a superare una determinata soglia, perchè oltre una certa soglia il prezzo è determinato da meccanismi che prescindono dal valore dell'opera.

Tomesani risponde in fondo alla domanda che si fanno in tanti: cos'ha di tanto speciale la fotografia "Rehin", da costare come quattro o cinque appartamenti ai Parioli? e la sua risposta è: "niente", quell'immagine non ha niente, in se stessa, di così speciale da giustificare un prezzo così alto, neanche se fosse la più bella immagine mai realizzata nella storia della fotografia. La giustificazione di quel prezzo va cercata altrove, nelle regole e convenzioni di un gioco che ha ben poco a che fare con l'oggettiva qualità dell'opera.

Si tratta di tre mestieri diversi:
saper fare qualcosa è un mestiere, saper vendere quella cosa è un altro mestiere e riuscire a diventare una star è un altro mestiere ancora.


Vorrei precisare, quando dico che "il concetto è chiaro" mi riferisco, in maniera molto sommaria alla percezione di un dato di fatto, a Tomesani mi riferisco, come ho scritto, quando esprime il concetto che quel mondo garantisce sulla autenticità, quotazioni ecc.


Inviato: 8/6/2023 9:57
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Re: Gursky a Bologna

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Grazie per la segnalazione Oscar, vedrò senz'altro la mostra. A me Gursky in genere piace. Poi ci sono delle foto, come quella da 4 milioni, che non mi dicono proprio nulla.

Quelle dimensioni, personalmente, mi danno solo fastidio. Costringono ad allontanarsi per guardare la foto, magari ti passa gente davanti, se c'è il vetro e l'illuminazione non è più che calibrata vedi il il mondo riflesso sovrapposto all'immagine,...
Ho avuto modo di guardare la stessa foto, gigantesca in mostra e a dimensioni umane su un libro con alta qualità di stampa (da Avedon a Burtynsky a molti altri), provando le stesse sensazioni.
E' probabile che mi manchi una certa sensibilità "artistica", ma per me una foto è inquadratura, prospettiva, luce. Nient'altro. E meno che mai le dimensioni di una stampa.



Citazione:

Plafoto ha scritto:

Si tratta di tre mestieri diversi:
saper fare qualcosa è un mestiere, saper vendere quella cosa è un altro mestiere e riuscire a diventare una star è un altro mestiere ancora.

Ne esiste un quarto, forse collocabile tra il primo e il secondo: riuscire a "far vedere a qualcuno" quel qualcosa che si sa fare. Può sembrare una banalità, ma non lo è.

Inviato: 12/6/2023 6:19
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Re: Gursky a Bologna

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Citazione:

orso ha scritto:

Ne esiste un quarto, forse collocabile tra il primo e il secondo: riuscire a "far vedere a qualcuno" quel qualcosa che si sa fare. Può sembrare una banalità, ma non lo è.

Confermo per eserienza personale ... dopo avere contattato di persona un curatore importante a cui volevo mostrare un mio progetto mi dice "scrivimi una mail e ci mettiamo d'accordo per vederci..." scritto e mai più visto senza aver mai ricevuto risposta alla mail! Forse è troppo importante per perdere tempo con Oscar Ferrari ma poteva dirmi lascia perdere non me ne frega niente, avrei preferito.

Inviato: 13/6/2023 11:10
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Re: Gursky a Bologna
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La tendenza alla gigantografia delle stampe fotografiche, ne convengo, è un vezzo e una tendenza che esiste. Certamente è legata ad un ambito artistico, appannaggio delle gallerie e di grandi nomi. Viene il sospetto che tale prassi sia spinta (soprattutto) dalle leggi di mercato. Un hobbista andrebbe incontro a costi insostenibili legati alla realizzazione di stampe gigantesche. Personalmente, partendo anni orsono dal desiderio di stampe grandicelle, sono oggi quasi maggiormente affascinato da riproduzioni di formato piccolo. Stampe capaci di essere “abbracciate” con un unico sguardo. Quasi capaci di essere racchiuse totalmente. Vero è che molto dipende dal soggetto. Senza scomodare il mercato e le sue leggi, taluni soggetti beneficiano di una certa dimensione. Altri invece vogliono una grandezza limitata. Altri ancora sono non profondamente toccati dalla grandezza di riproduzione. Insomma, ritengo di una certa importanze tutto l’insieme che “completa” lo scatto: dal supporto, alla dimensione, al tipo di incorniciatura o meno, laminazione ecc. Ritengo che il modo di presentare un’opera abbia il suo peso. Ribadisco comunque che il vezzo di stampe gigantesche, spesso sia legato non ad esigenze espressive, ma a leggi di mercato. Gursky? Riguardo questo autore penso che sia uno dei pochi dove la dimensione ha il suo perché. Io trovo che talune sue opere (talune, la maggior parte ma non tutte) “vogliano” la grandezza della stampa. La esigano per esaltare, e rendere ancora piu’ forte, quell’effetto di estrema densità e ripetitività dei soggetti ritratti. Quella moltitudine infinita di cose. Moltitudine infinita di tasselli ed oggetti che, giova dall’essere dipinti in grande formato. Grande formato che va a braccetto con grande ripetitività.

Marco

Inviato: 30/6/2023 12:43
Il mio sito

"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

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Re: Gursky a Bologna
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Recentemente ho visto al Palazzo Reale di Milano la mostra di Vincent Peters , bellissima. E molte delle opere esposte erano di dimensioni davvero ragguardevoli.
Difficile dire quanto le dimensioni contribuissero a fornire l' impatto visivo. Ma direi che era una percentuale significativa. sebbene le immagini continuino ad essere bellissime anche se riprodotte in formati minori, come sul catalogo.

Però in questo periodo nei Chiostri di Sant'Eustorgio del Museo Diocesano, c'è anche la mostra di Robert Doisneau e quelle sono stampe originali, di dimensioni assai più contenute, mediamente attorno al 30x40 cm, talora anche meno.
Ci sono anche 4-5 riproduzioni grandi di alcune opere, tipo il celeberrimo bacio. Ma al contrario che con Peters, direi che qui le grandi misure non solo non aggiungono nulla, ma anzi, sottaggono molto della magia di tante opere.
In questo caso le dimensioni ridotte (secondo i parametri correnti) sono assai più funzionali al messaggio ed all'atmosfera della mostra.
E quindi , dipende...

Inviato: 30/6/2023 14:35
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Re: Gursky a Bologna

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Vista.

Prendo spunto da questo intervento:
Citazione:

pamar5 ha scritto:
Io trovo che talune sue opere (talune, la maggior parte ma non tutte) “vogliano” la grandezza della stampa. La esigano per esaltare, e rendere ancora piu’ forte, quell’effetto di estrema densità e ripetitività dei soggetti ritratti. Quella moltitudine infinita di cose. Moltitudine infinita di tasselli ed oggetti ...

... ottenuta soprattutto unendo digitalmente più foto!

La cosa mi ha sorpreso molto (forse solo perché non la conoscevo), e mi porta a domandarmi che senso abbia l'utilizzo del Grande Formato, usato soprattutto come Grosso Formato (non mi pare di vedere effetti prospettici da basculaggi o decentramenti) se poi si paciocca tutto digitalmente.
Anche su Rhein II, del 1999, quella da millemila miliardi di euro, leggo che sono stati tolti digitalmente palazzi e persone. E, artisticamente, vale tutta quella schioppettata di soldi!
Mooolto perplesso...

Inviato: 10/7/2023 21:40
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Re: Gursky a Bologna
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Non conosco abbastanza Gursky per la verità.

Ed il "valore" di un'opera troppo spesso non ha molto a che vedere col suo "costo monetario". Nel caso di Gursky il secondo è certamente elevatissimo, ed i meccanismi ed i motivi per cui si sia arrivati a tali livelli non saprei dire. Certamente è stato bravo a farsi valorizzare. Tanto di cappello!

Mi capitò di vedere alcune sue opere qualche anno fa, mi pare fosse una delle ultime edizioni del Sicof qui a Milano.
Abbastanza interessanti, ma francamanete non mi fecero gridare al miracolo. Ed il fatto che siano sottoposte a pesanti modifiche formali (non quindi un semplice fotoritocco, ma aggiunta/eliminazione di elementi, assemblaggi, ecc.) non è che contribuisca a farmele apprezzare di più.

Ma se un qualche milionario californiano o cinese è contento di spendere per appendersi una di quelle tavole al muro, tanto meglio per Gursky. Mi piacerebbe molto essere al suo posto.


Inviato: 12/7/2023 9:35
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Re: Gursky a Bologna

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Citazione:

orso ha scritto:
Vista.

... ottenuta soprattutto unendo digitalmente più foto!

La cosa mi ha sorpreso molto (forse solo perché non la conoscevo), e mi porta a domandarmi che senso abbia l'utilizzo del Grande Formato, usato soprattutto come Grosso Formato (non mi pare di vedere effetti prospettici da basculaggi o decentramenti) se poi si paciocca tutto digitalmente.
Anche su Rhein II, del 1999, quella da millemila miliardi di euro, leggo che sono stati tolti digitalmente palazzi e persone. E, artisticamente, vale tutta quella schioppettata di soldi!
Mooolto perplesso...


Il valore di mercato ed il valore artistico possono anche non coincidere, per la stessa cosa io sono diposto a pagare cento e tu zero, ok ci può stare. Ma non capisco perchè il problema sia la manipolazione digitale! Se non avesse tolto digitalmente palazzi e persone sarebbe più corretto il valore di non so quanti milioni? Chi compra un dipinto che vale milioni si è mai chiesto con che pennello è stato fatto o se in quel paesaggio c'era davvero quella casa? Piuttosto chi compra si chiede che l'opera sia autentica nel senso che sia effettivamente opera di quell'artista! La manipolazione esiste da che esistono le immagini fotografiche e questo non aggiunge o toglie niente al loro valore artistico o economico. Per inciso questa foto di Man Ray https://www.fotografidigitali.it/news/ ... osa-del-mondo_107242.html vale molto di più di un Cartier Bresson con buona pace della sua teoria della foto non tagliata. A prescindere dal giudizio personale perchè i gusti non si discutono, ma oggi leggere critiche perchè le foto sono manipolate digitalmente sinceramene mi fa un po' ridere.


Inviato: 12/7/2023 14:16
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Re: Gursky a Bologna
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Non aggiunge niente, d'accordo.
Ma per il mio sentire, per quello che - secondo i miei personalissimi gusti che non pretendo affatto vengano condivisi - intendo per Fotografia, qualcosa tolgono.
Aggiungo, andando certamente controcorrente, che quel che accetto senza alcun problema come elaborazione di camera oscura - sede di infinite manipolazioni delle immagini da quando la fotografia fu inventata, su questo c'è poco da discutere - invece mi danno fastidio quando ottenute digitalmente.
Non ha senso? Probabilmente no. Ma la penso così lo stesso.
Non saprei neppure dire perchè. Forse, perchè le une sento di poter comunque continuare a chiamarle fotografie, e le altre no.
Però intendimoci , se altri ritengono di definirle fotografie non mi scandalizzo mica. Va benissimo così.

Inviato: 13/7/2023 7:44

Modificato da luciano su 13/7/2023 8:13:52
Modificato da luciano su 13/7/2023 8:48:32
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