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Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Vedo che questo forum è poco seguito, sarà un segno dei tempi...
Sperando di fare cosa gradita agli amministratori e utile a qualche lettore, ripropongo questo articoletto che avevo pubblicato su Fotoavventure. ------------------------------ Sinar è uno dei brand più conosciuti e diffusi di banchi ottici, tutt’oggi ben presente non solo nel ristretto panorama di banchi per dorsi digitali, ma soprattutto sul mercato dell’usato dei banchi a pellicola. Questo post non vuole essere in alcun modo una recensione completa sui vari modelli. Lo scopo è semplicemente quello di porre l’accento sulle principali caratteristiche e differenze tra le due linee interne di prodotto, con un occhio alla situazione fuori dal mondo Sinar. Come avevo promesso in una discussione di qualche tempo fa, scrivo queste cose perché leggendo in giro, e anche su questo forum, ho spesso notato parecchia confusione al riguardo. Talvolta anche da parte di utilizzatori di questi apparecchi, che senza approfondire troppo le questioni si sono limitati a prendere come dogma tutto ciò che il costruttore dichiara, sovente con maggiore attenzione al marketing che non al rigore tecnico. Chi già conosce a fondo l’argomento troverà il discorso un po’ prolisso e a tratti ripetitivo, ma ho preferito spendere qualche parola in più e ripetere, sperando di essere il più chiaro possibile con chi conosce solo marginalmente le questioni. Nel tentativo di alleggerire il discorso, ho pensato di separare alcune spiegazioni e confronti inserendo delle note (7 mi sembrava un bel numero per delle note). Termino questo preambolo ribadendo un concetto fondamentale: tutti i banchi ottici di questo mondo sono dotati di almeno 4 movimenti su ogni standarta (decentramento orizzontale e verticale, basculaggio orizzontale e verticale), per cui tutti permettono le medesime regolazioni e quindi, se l’escursione dei movimenti è sufficiente, sono in grado di fare le medesime foto. Le differenze tra varie marche e modelli, oltre ovviamente a precisione e robustezza, sono da ricercarsi soprattutto sulla comodità operativa, che spesso si traduce in rapidità di esecuzione. Sinar deve buona parte della sua notorietà al modello top di gamma P presentato nel 1970 e rivoluzionario per quei tempi, diventato P2 nel 1984 con modifiche principalmente estetiche, e P3 in era digitale con modifiche principalmente dimensionali grazie alle minori dimensioni dei dorsi rispetto alle pellicole piane. Nella sua evoluzione si sono viste diverse varianti, come la C (standarta P posteriore e F anteriore), la X (una P con qualche limitazione) e la ingombrante E assistita dall’elettronica di 25 anni fa. A fianco della linea “top” P, è sempre stata prodotta una linea “entry” F, parecchio diversa (già anche solo a vista) e, per fortuna, parecchio meno costosa (nel 1990 una P2 4x5” costava di listino 7.600.000 lire contro i 2.380.000 della corrispondente F2). Anche meno pesante, e dunque, al di là dei nomi di fantasia coniati dal marketing, di più facile trasportabilità e soprattutto perfettamente integrabile nel sistema modulare Sinar: cioè poteva essere trasformata per gradi in P riutilizzando le standarte originali F come corpi intermedi (per forti allungamenti) o come compendium (paraluce). La caratteristica principale della P, che la rendeva diversa da tutti gli altri banchi ottici, era il basculaggio sul piano focale, brevettato, e dunque per molti anni esclusiva di questo modello. In pratica i basculaggi della standarta posteriore avvengono attorno ad assi giacenti sul piano focale, cioè sul vetro smerigliato, e dunque basculando non si perde il fuoco dell’immagine lungo quegli assi. Comodità non da poco. Quei due assi, chiaramente segnati sul vetro smerigliato in prossimità di tutti quattro i lati del formato (in pratica ne sono segnati 4 anziché 2, a formare rigorosamente un quadrato), sono situati in posizioni differenti a seconda del formato (per necessità costruttive), ma mai situati al centro del formato, per cui risultano asimmetrici rispetto al formato, e si parla quindi di basculaggio asimmetrico sul piano focale. Il fatto di essere “asimmetrici” è sempre stato propagandato da Sinar come un vantaggio. In realtà, per come sono costruite le standarte della P, sull’asse orizzontale non si sarebbe potuto fare altrimenti, e si tratta dunque innanzitutto di una necessità costruttiva. Sul fatto che sia effettivamente anche un vantaggio si potrebbe stare a discutere per ore. (Nota 1) Tale sistema permette di applicare la regola di Scheimpflug con grande rapidità basculando la standarta posteriore. Ma in tutti quei casi (e sono la maggioranza) in cui è necessario applicare Scheimpflug senza variare la prospettiva, il basculaggio deve essere fatto sulla standarta anteriore. Dato che non è possibile in alcun modo basculare l’ottica senza perdere il fuoco, risulta più comodo basculare prima dietro (cosa che mette anche al riparo da un’eventuale uscita dal cerchio di copertura dell’obiettivo durante l’operazione) fino a trovare l’angolo che soddisfa la regola di Scheimpflug, e poi in qualche modo “trasferire” il basculaggio sulla standarta anteriore. In quest’ultimo passaggio la Sinar P non risulta avvantaggiata rispetto ad altri banchi: tale operazione può essere fatta allo stesso modo e con la stessa comodità su qualsiasi banco ottico dotato di rapportatori d’angolo sulle standarte (Nota 2), ma risulta comunque empirica e richiede sempre degli aggiustamenti finali ad occhio (Nota 3). La Sinar F invece non aveva i basculaggi sul piano focale. Basta osservare come sono fatte le standarte per accorgersene. Inoltre, per come è fatta, risulta leggermente penalizzata rispetto ad altri banchi ottici nella ricerca del fuoco per tentativi col basculaggio orizzontale (Nota 4). Per facilitare l’applicazione della regola di Scheimpflug, è stata messa sulla standarta posteriore una scala graduata in grado di calcolare preventivamente l’angolo di basculaggio della standarta. Un sistema esclusivo della Sinar F, che funziona in questo modo: una volta stabilito il piano di nitidezza (è sempre una scelta arbitraria del fotografo), e coi basculaggi azzerati, si mette a fuoco un particolare il cui punto immagine giace su uno degli assi segnati sul vetro smerigliato (quelli che sulla P mantengono il fuoco durante il basculaggio), si azzera l’indice di questa scala graduata, si mette a fuoco un secondo particolare il cui punto immagine giace sull’asse opposto al primo, si legge l’indicazione sulla scala graduata, la si riporta sul basculaggio della standarta posteriore mediante il rapportatore d’angolo, e finalmente si regola la messa a fuoco in modo da avere… ciò che con la P si ottiene girando una singola manopola! Sicuramente è meglio di niente, ma non ha nulla a che vedere con la comodità operativa della P (Nota 5). Un’altra caratteristica dei banchi ottici Sinar, stavolta comune ai modelli P e F, è quella di essere yaw free, cioè privi di torsione assiale durante il basculaggio verticale in condizioni di decentramento verticale indiretto. In altre parole, in condizioni di decentramento verticale indiretto, il basculaggio verticale continua ad avvenire normalmente attorno ad un asse verticale. Cosa che invece non succede su banchi non yaw free, dove, sempre e solo in condizioni di decentramento verticale indiretto, il basculaggio verticale si trasforma in un movimento complesso della standarta (torsione assiale) che di fatto impedisce l’applicazione della regola di Scheimpflug. Affinché un banco ottico sia yaw free, è sufficiente che abbia un basculaggio orizzontale posizionato meccanicamente sotto al basculaggio verticale. Quindi, tutti i banchi ottici dotati di basculaggio orizzontale alla base posizionato sotto agli altri movimenti, risultano automaticamente yaw free. Sinar sostiene di essere stata la prima ad aver costruito banchi yaw free…, ma è bene notare che forse è stata anche la prima ad averne una reale necessità. Non bisogna dimenticare infatti che il yaw free serve solo col decentramento verticale indiretto (spero di averlo ripetuto e sottolineato abbastanza), cioè ottenuto inclinando il banco e recuperando la verticalità delle standarte col basculaggio, e che il decentramento verticale indiretto, sicuramente più scomodo, serve solo quando quello diretto risulta insufficiente (Nota 6). In seguito, a forza di sentirne parlare (magari senza comprenderne a fondo il funzionamento), i banchi ottici yaw free sono stati considerati dall’utenza aprioristicamente superiori agli altri, per cui quasi tutte le case l’hanno adottato, talvolta anche su modelli che non ne avevano una reale necessità (Nota 7). (Nota 1) Altre case, in banchi più recenti dotati di basculaggio sul piano focale, hanno adottato soluzioni diverse: ad esempio la Linhof Kardan Master GTL presentata nell’86 aveva assi simmetrici, mentre la Horseman LX dei primi anni ’90 aveva addirittura un decentramento verticale supplementare posizionato meccanicamente sopra il basculaggio centrale orizzontale, che permetteva di variare la posizione dell’asse di basculaggio da simmetrica ad asimmetrica fino a 40 mm dal centro del formato. Sui due banchi appena citati il basculaggio orizzontale simmetrico era permesso dalle standarte a L, ma le dimensioni molto minori dei dorsi digitali rispetto ai formati delle pellicole piane hanno permesso di ottenere sugli odierni banchi il basculaggio orizzontale simmetrico anche con standarte tipo Sinar P: è quello che ha fatto Linhof con la M679cs. La Sinar P3, invece, ha mantenuto i basculaggi asimmetrici. Entrambi i sistemi hanno un vincolo: il punto immagine di un particolare (adatto per la messa a fuoco) situato sul piano di nitidezza stabilito, deve trovarsi in corrispondenza dell’asse di basculaggio sul vetro smerigliato. E’ più probabile trovare uno di tali punti su un asse al centro dell’immagine, oppure su un asse vicino al bordo dell’immagine? Rispondendo a questa domanda, si stabilisce se sia più comodo il basculaggio simmetrico oppure quello asimmetrico. (Nota 2) I rapportatori d’angolo sulle standarte (scale goniometriche che permettono la misura degli angoli di basculaggio) sono presenti sia sui modelli P che F, ma non sono mai stati un’esclusiva Sinar. Molti banchi dell’epoca ne erano dotati, come la Linhof Kardan B, la Toyo G, la Fatif DS, tutte le Plaubel compresa la entry level Peco Profia V, ecc. (Nota 3) Sinar, sia sui depliant che sui manuali, ha sempre liquidato la cosa in modo sbrigativo: si trasferisce l’angolo di basculaggio letto sulla standarta posteriore a quella anteriore nel verso opposto, e il gioco è fatto. Questo vale solo nel caso che il piano di nitidezza prescelto sia parallelo al piano sul quale giacciono gli assi di basculaggio di entrambe le standarte: caso tipico è la foto di paesaggio col banco in bolla, dove il piano di nitidezza è quasi sempre il suolo. Nello still life, invece, ben difficilmente ci si troverà in questa condizione, e quindi l’angolo trovato basculando la standarta posteriore deve essere trasferito “ridotto” su quella anteriore per mantenere lo stesso piano di nitidezza secondo Scheimpflug. Linhof, ad esempio, suggerisce di ridurlo di una percentuale pari all’angolo trovato (se sulla standarta posteriore hai trovato 20°, su quella anteriore riporterai 20 – 20% = 16°), ma anche questo non è sempre corretto, in quanto la diminuzione da applicare varia al variare dell’inclinazione del piano di nitidezza prescelto e al variare del rapporto di riproduzione. Inoltre, in tutti i casi, dopo il basculaggio dell’ottica è richiesta una traslazione della standarta posteriore per recuperare il fuoco. Questo lo ammettono tutti i costruttori, ma sorvolano volentieri sul fatto che tale operazione comporta una variazione dell’inclinazione del piano di nitidezza originario, che infatti ruota attorno alla Hinge Line quando si muove la standarta posteriore lungo il banco. In riprese a grandi distanze o con basculaggi ridotti, le variazioni sono lievi, ma in caso di distanze di ripresa ridotte e forti basculaggi, tipici dello still life, diventano importanti. (Nota 4) La perdita del fuoco durante il basculaggio della standarta posteriore, generalmente è tanto maggiore quanto maggiore è la distanza dell’asse di basculaggio dall’asse ottico. Nei tradizionali banchi con standarte a U l’asse di basculaggio orizzontale è quasi sempre posizionato in corrispondenza dell’asse ottico (pur non giacendo sul piano focale), mentre sulla Sinar F è posizionato parecchio distante, addirittura sotto il formato di ripresa. Questo provoca un maggiore “sbandieramento” del vetro smerigliato durante il basculaggio orizzontale, che si traduce in una perdita di fuoco di maggiore entità. (Nota 5) Questo metodo ha ben due vincoli: per poter essere applicato ci devono infatti essere due particolari (adatti per la messa a fuoco) sul piano di nitidezza stabilito i cui punti immagine cadono sui due assi opposti segnati sul vetro smerigliato. La scala graduata misura l’ampiezza della traslazione della standarta posteriore necessaria per portare il fuoco dal primo al secondo punto, la divide per la distanza tra i due assi opposti sul vetro smerigliato (fissa per ogni formato, 70 mm sul 4x5”), e restituisce direttamente l’arcotangente del valore ottenuto, che altro non è che l’angolo di basculaggio necessario alla standarta posteriore per avere entrambi i punti a fuoco secondo Scheimpflug. Con l’ausilio di un righello, un pennarello e una calcolatricetta tascabile, tale metodo si può applicare a qualsiasi banco ottico che abbia i rapportatori d’angolo sulle standarte, addirittura senza alcun vincolo. Col basculaggio azzerato si mette a fuoco un punto a piacimento del piano di nitidezza prescelto. Si segna col pennarello sia il punto immagine sul vetro smerigliato che la posizione della standarta sul banco. Poi si mette a fuoco un secondo punto sempre a proprio piacimento sul piano di nitidezza spostando la standarta posteriore, e si tornano a segnare nuovo punto immagine sul vetro smerigliato e nuova posizione della standarta. Col righello si misurano le distanze tra i primi e i secondi segni fatti col pennarello (la distanza tra i due segni sul vetro smerigliato va presa lungo la verticale in caso di basculaggio orizzontale, e viceversa). L’arcotangente del rapporto tra la distanza segnata sul banco e quella segnata sul vetro smerigliato sarà proprio l’angolo di basculaggio da applicare alla standarta posteriore per avere a fuoco il piano di nitidezza prescelto. (Nota 6) L’innovativa e sofisticata costruzione delle standarte della Sinar P, poneva maggiori limiti all’escursione di taluni movimenti rispetto alla tradizionale costruzione delle standarte a U. Il massimo decentramento verticale (una standarta tutta su e l’altra tutta giù) di una P2 4x5” è di 80 mm, e scende addirittura a 44 mm su una 8x10” con obiettivo decentrato verso l’alto. A titolo di confronto, i corrispondenti valori sulla Plaubel Peco Profia Z (classiche standarte a U con prolunghe) sono 225 mm e 195 mm. Ovvio che su una Sinar il decentramento verticale indiretto diventi indispensabile. (Nota 7) Mi riferisco ad esempio a Plaubel, che ad un certo punto ha rimpiazzato i modelli N e Z coi modelli NT e ZT, identici ai primi ma con in più il basculaggio orizzontale alla base che li rendeva yaw free. E così la possibilità di decentramento verticale di una Z 4x5” è passato da “solo” 225 mm a circa 1 metro! Che abbinato alla possibilità di basculaggio verticale dichiarato di 360°, chissà che foto permette di fare…!!! Altri banchi anche molto recenti, come ad esempio la Linhof M679cs con soli 20 mm di decentramento diretto sia verticale che orizzontale (pochini anche per le ridotte dimensioni del sensore di un dorso digitale), hanno invece una reale necessità di essere yaw free.
Inviato: 29/11/2016 12:15
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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13/5/2004 17:25 Da lombardia
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Hai fatto benissimo a riproporlo
Inviato: 29/11/2016 13:50
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Tessera C.F.A.O n. 3 "Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee https://500px.com/lucinio http://www.flickr.com/photos/15773975@N00 |
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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19/8/2011 9:44 Da Milano
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Ho "bevuto" a profusione da questo tuo testo, ai tempi di Fotoavventure.
Mi pare un'ottima cosa averlo riproposto qui. Grazie e ciao Marco
Inviato: 29/11/2016 14:15
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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Moderatore
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4/11/2005 13:12 Da Roma
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Utilissimo, grazie!!!
Fer
Inviato: 29/11/2016 15:11
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Tessera C.F.A.O. n°14 Gallery (pBase) ** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** .... |
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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27/4/2006 13:48 Da Roma
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Grazie, io ho una C, che è mezza P e mezza F.
Il forum è poco seguito perché qui si parla di fotografia, quella vera. E ognuno mette le proprie competenze, senza dover dimostrare nulla a nessuno. Siamo in pochi perché facciamo un forum di qualità e, purtroppo, la qualità interessa a pochi.
Inviato: 29/11/2016 21:50
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Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31...... -------------------------------------- www.franzgustincich.it - Empirici di tutto il mondo, unitevi!...... |
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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6/12/2006 8:51 Da Torino
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Un ripasso fa sempre bene, grazie. Però mi viene un po' il magone, a pensare alla mia Linhof inattiva da anni ...
Inviato: 30/11/2016 9:46
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Intelligenti pauca | ||
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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Iscritto il:
22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Non sei il solo… la mia Peco Profia Z è da anni appollaiata sul braccio laterale di un grosso stativo Fatif e coperta da un lenzuolo nero che la ripara dalla polvere…
Quando in apertura dicevo che il forum è poco frequentato, intendevo ovviamente questa sezione del forum, cioè il GF, sempre più in disuso.
Inviato: 30/11/2016 21:58
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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27/4/2006 13:48 Da Roma
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Citazione:
Vero, ma credo che alla fine tutte le sezioni di Effeunoequattro siano poco frequentate, ma è per me motivo di orgoglio appartenere ad un club esclusivo. Per quanto riguarda il GF, che per me non è mai stato di uso professionale, ovviamente, ora che ne ho uno e non trovo il tempo di usarlo, vedo che in altri paesi (USA Australia tra i primi) per certi fotografi (arhitettura e food in primis) sono d'obbligo. Sempre marginali, spesso digitali, ma si usano ancora. Invidia.
Inviato: 30/11/2016 23:56
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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1/11/2021 15:52 Messaggi:
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Grazie per questo articolo, mi sono avvicinato all formato 4x5, da poco tempo, ed il mio sogno è acquistare una P2, ora uso una Busch Pressman, sono innamorato della P2 per la sua qualità ingegneristica (sono un meccanico),
Inviato: 23/4/2023 14:36
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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13/5/2004 17:25 Da lombardia
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Fino a qualche tempo fa non era troppo difficile e neppure troppo costoso. Ora , un poco per il ritorno per quanto marginale, dell'analogico ed un poco per la progressiva, ma inesorabile carenza di esemplari in circolazione, i prezzi sono tornati a salire e gli apparecchi davvero in buone condizioni sono abbastanza rari e costosi. Se però oltre che in studio, hai intenzione di usare l'apparecchio in esterni, francamente ti consiglierei di andare piuttosto sulla F, perchè la P2 è davvero poco proponibile da portare in giro abitualmente.
Inviato: 24/4/2023 7:26
Modificato da luciano su 24/4/2023 10:06:52
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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18/10/2007 15:59 Da Torino
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alla discussione aggiungo questo collegamento che spero sia utile: https://www.pacificrimcamera.com/rl/00848/00848.pdf L'ho trovato cercando quale fosse il numero di serie di un accessorio e finalmente ho una panoramica completa di tutti gli elementi sinar.
Inviato: 6/11/2023 12:47
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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19/8/2011 9:44 Da Milano
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Anni fa, per acquistare una macchina 4x5" più "portatile", diedi via la mia Sinar P per poco (350€, ma l'avevo pagata 300€).
Non potevo fare diversamente (cerco di non far pesare i miei "capricci" e giocattoli sul bilancio di casa), ma mi dispiacque parecchio: meccanicamente era una meraviglia, è stato un piacere usarla, per il pochissimo che ci ho fatto. Anche se, come dice Luciano, da portare in giro (sentieri di montagna) era davvero impegnativa. La mia Shen Hao è comoda, leggera, persino bella da usare, ma la raffinatezza costruttiva della Sinar P era altra cosa. Tempo dopo ho provato a cercarla di nuovo, ma i prezzi sono diventati doppi se non peggio. Ora non so come stanno le cose (peraltro, ho altre cose in testa in questo periodo), ma mi sa che, come dici, non sono migliorate. Peccato...
Inviato: 7/11/2023 7:38
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Re: Sinar P - Sinar F, principali caratteristiche e differenze |
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18/10/2007 15:59 Da Torino
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nuova ricerca, nuovo risultato: https://www.galerie-photo.com/manuels/ ... ter-remonter-verifier.pdf il manuale di manutenzione della sinar P.
Inviato: 20/11/2023 13:07
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