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A casa di G. Berengo Gardin con i suoi libri
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Per la serie Amabili Testi ho visto l'altra sera (14/11/2016) questa bellissima puntata.

Gianni Berengo Gardin è uno fra i maggiori fotografi italiani del '900 considerando che ha lavorato a partire dagli anni '50 del secolo scorso, ma produce tuttora come ad esempio il suo lavoro sulle grandi navi a Venezia.
Conosciuto a livello internazionale, reduce dalla mostra recentemente tenutasi a Roma che ha avuto un grosso successo di pubblico, autore di 260 libri di fotografia, non smentisce durante la trasmissione la modestia che lo caratterizza e che ho conosciuto quando si è prestato a rispondere ad alcune domande che gli ho fatto in occasione di una sua mostra a Venezia. (Di questo incontro ne parlai su Fotoavventure).


Inviato: 21/11/2016 21:04
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Re: A casa di G. Berengo Gardin con i suoi libri

Iscritto il:
27/9/2006 3:01
Da Napoli
Messaggi: 4469
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Molto bello

Inviato: 22/11/2016 0:08
https://500px.com/gianlucapirro/galleries
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Re: A casa di G. Berengo Gardin con i suoi libri

Iscritto il:
27/5/2006 13:11
Da caserta
Messaggi: 564
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bellissimo!
quello che mi ha colpito di più è la differenza generazionale... la differenza di approccio alla vita ed al tempo (libero o impegnato) tra la sua generazione ma anche quella successiva se vogliamo (gli attuali cinquantenni) e le generazioni dagli anni 80/90 in poi.
io che sono nato nei primi anni ottanta, in città, credo di essere al limite tra due mondi.
mi riferisco alle interazioni sociali che oggi sono quasi esclusivamente telematiche (basti considerare che non esistono di fatto più i bar di ritrovo o i circoli sociali e neanche le segreterie politiche come riferimenti di aggregazione ed interazione sociale); oggi, senza entrare nei casi specifici, credo che non si interagisca affatto. e non interagendo non si cresce culturalmente nel senso che non si discute e non si sviscerano i problemi... avendo quindi la possibilità di maturare nuove idee o convinzioni, ma soffermandosi all'apparenza delle stesse o alle proprie convinzioni si vada avanti credendosi nel giusto sicuro.

non parliamo poi dell'impiego del tempo.
Come visto, per Gardin gli hobby così come l'impegno lavorativo era cultura reale.
mi spiego:
collezionare locomotive, è cultura. interessarsi di aerei, è cultura. leggere, non ne parliamo. ma non era lui... erano gli anni che erano cosi! nel senso che se volevi impegnarti del tempo libero dovevi coltivare un impegno... (non potevi accendere la TV non potevi giocare per ore ai videogiochi come uno zombi non potevi buttare letteralmente il tempo).

oggi anche io, che mi reputo critico nei confronti del mio tempo, mi rendo conto che sono assorbito completamente dal mondo digitale e non solo, ma che perdo letteralmente il tempo!
che sia virtuale o meno... ma quando ritorni al presente, alla realtà, ti senti vuoto, completamente.

forse i ritmi odierni fanno si che avendo del poco tempo libero si tenda ad impegnarlo in maniera frivola... mah.

dopo questa intervista mi interrogo ancora di più su questo argomento!

Inviato: 22/11/2016 8:51
boh! e chi ci capisce niente.........
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Re: A casa di G. Berengo Gardin con i suoi libri

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13/9/2006 9:55
Da Milano
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Tra il 1930 er il 1980 di generazioni ne sono passate due, ma con una guerra in mezzo che ha cambiato il mondo.
La generazione di Berengo ed in parte la mia (sono nato 13 anni dopo), nonostante tutto quel che ha significato la distruzione, la miseria nera e la successiva ricostruzione dell'Italia, penso siano state molto più fortunate delle successive. Abbiamo vissuto fame e disagi immani, lavoro duro, ma avevamo un ottimismo infinito e davanti un futuro di lavoro per tutti, ed un miglioramento continuo delle condizioni di vita.
All'inizio i trasporti erano precari e discontinui, poche e carissime enormi radio a valvole, niente tv, pochi telefoni, in maggior parte duplex, niente cellulari e pc, tanti giornali e tantissime riviste, oggi del tutto sparite, e la scoperta infinita di tutti i libri del mondo.
Le comucazioni interpersonali erano verbali e fisiche, tanta aggregazione, molta passione politica e voglia di cambiare le cose (anche se si rivelò alla fine una amara illusione).
Il progresso, di cui sto usufruendo anch'io in questo momento, ha creato una forma di comunicazione globale, ma anche isolamento fisico, con le persone incollare ad una tastiera od uno smartphone.
I libri sono quasi scomparsi da case sempre più care e sempre più piccole e l'unica forma di aggregazione che i giovani hanno (almeno a Milano) è quella passione anglosassone per l'happy hour.
Stanno scomparendo anche le macchine fotografiche digitali, sostituite dai cellulari.
Non è il solito lamento dei vecchi che dicono che si stava meglio prima, non è vero, un tempo la vita era scomoda e faticosa, ma ci divertivamo con meno, e forse eravamo più felici di voi.

Inviato: 22/11/2016 12:51
Tessera C.F.A.O. n°27......
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...............
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Re: A casa di G. Berengo Gardin con i suoi libri

Iscritto il:
27/5/2006 13:11
Da caserta
Messaggi: 564
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Umberto non so se eravate più felici... Anzi non ne sono convinto.
Sono sicuro che c'era un livello medio sicuramente paradossalmente più acculturato e con più voglia di acculturarsi.
Dove gli impegni anche extra lavorativi avevano spesso (non sempre) un risvolto sociale o appunto culturale...di crescita.
Nella peggiore delle ipotesi si andava al bar a giocare a biliardo e ad intrattenersi conversando...

Oggi tutto questo non esiste.
Credo che si sia generalmente più soli
Generalmente più ignoranti. Generalmente più poveri.
Probabilmente e dico probabilmente anche più felici... Non so.
Ma quando sento mio nonno lo immagino figlio del suo tempo e della sua società.
Noi generazione trentenne siamo probabilmente solo figli del nostro tempo in una società completamente sgretolata e compatimentalizzata

Inviato: 23/11/2016 3:47
boh! e chi ci capisce niente.........
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Re: A casa di G. Berengo Gardin con i suoi libri

Iscritto il:
13/9/2006 9:55
Da Milano
Messaggi: 728
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Non so da voi, ma a Milano le sale biliardo erano i ritrovi preferiti della mala.
Penso che fossimo più felici, perchè eravamo ottimisti, nonostante le fortissime turbolenze sociali vivevamo nel futuro, mentre oggi credo che la tendenza sia di vivere nel presente, giorno per giorno.
Eravamo consci che a 30 anni eravamo uomini, dopo il servizio militare, la laurea (per molti), il matrimonio, il mutuo per la casa ed i figli; a 40 anni la carriera doveva essere fatta e sapevamo di essere a metà dell'esistenza.
Abito vicino ai Navigli e spesso, passeggiando sulla ripa, vedo compagnie di trenta/quarantenni che passano la sera con la birra in mano, maschi e femmine, credendo di essere ancora giovani e spensierati, senza obblighi e problemi, ma per me si illudono, e bruciano del tempo prezioso vivendo alla giornata.
Mi auguro che con l'età matura le loro disillusioni non siano troppo dure.

Inviato: 23/11/2016 8:28
Tessera C.F.A.O. n°27......
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