Premessa
La Panasonic Lumix LX-3 è stata senza dubbio una delle compattine più interessanti della passata generazione.

Con un sensore 1/1.63" da 10 megapixel avente densità non eccessiva (24 megapixel per centimetro quadrato) e un obiettivo molto luminoso equivalente ad un 24-60/2.0-2.8 stabilizzato otticamente, disponibilità di controlli completamente manuali e slitta flash, ha offerto un interessante pacchetto di caratteristiche e una qualità di immagine spesso migliore della concorrenza, in un corpo compatto non eccessivamente costoso.

La limitazione principale è sempre stata l'escursione focale: in particolare, 60mm equivalenti come massimo "tele" sono piuttosto frustranti quando si cerchi di isolare un particolare o, semplicemente, catturare un ritratto.

Quest'anno Panasonic ha presentato la Lumix LX-5; a parte alcune modifiche ai controlli, il cambiamento principale rispetto al modello precedente è proprio l'obiettivo.
Si passa infatti ad uno zoom equivalente a 24-90/2.0-3.3, per un allungamento della focale massima del 50%.
L'escursione dello zoom cresce quindi da 2.5x a 3.7x.

Conseguentemente, lo schema ottico è divenuto più complesso: gli 8 elementi in 6 gruppi della LX-3 sono diventati 10 elementi in 9 gruppi nella LX-5.

Nel ridisegnare l'obiettivo (che porta sempre il nome Leica Vario-Summicron), si è anche intervenuti sulla resa ottica: Panasonic afferma che il nuovo zoom ha una resa agli angoli migliore del 30% e una aberrazione cromatica apprezzabilmente più contenuta.
Panasonic afferma anche di aver migliorato l'efficienza dell'imager (sensore/microlenti), ottenendo un minore rumore di fondo.

Chi conosce lo staff di Effeunoequattro.net sa che tendiamo a non prendere per oro colato tutto quello che le Case dichiarano ; abbiamo quindi effettuato un rapido test per confrontare la LX-3 e la LX-5 (un grazie speciale a Raffaello/Galago!).

Condizioni della prova
Avendo una limitata disponibilità di tempo e non volendo comunque effettuare un confronto esaustivo, abbiamo messo a punto condizioni di test molto semplici:

- Scena "real-world" contrastata, per verificare resa ottica, rumore, gamma dinamica
- Macchine su cavalletto
- Messa a fuoco nello stesso punto
- Impostazione zoom a 24mm f/4.0 (buon compromesso tra aberrazioni e diffrazione)
- ISO 400 (ci interessava analizzare il rumore)
- Auto White Balance
- Esposizione fissa manuale: 1/50s f/4.0 ISO 400
- Formato 4:3
- File RAW
- Conversione RAW tramite Raw Therapee 3.0 Alpha, algoritmo DCB
- Nessun filtro applicato: né sharpening, né riduzione rumore, né correzione aberrazioni, né correzione distorsioni

NOTA: In tutte le immagini, a SINISTRA la LX-5, a DESTRA la LX-3. Cliccare per ingrandire.

Scena complessiva



Salta subito all'occhio il diverso bilanciamento del bianco: l'immagine catturata dalla LX-5 ha una leggera dominante magenta, che abbiamo scelto di non correggere per non introdurre differenze nel rumore cromatico e nella gamma dinamica.
L'immagine della LX-5 sembra anche marginalmente meno luminosa rispetto a quella della LX-3; parliamo comunque di una differenza che, se c'è, è quasi impercettibile.


Rumore di fondo



La scena ripresa è volutamente "difficile": l'assenza di qualsiasi filtro di riduzione rumore rende particolarmente evidente il rumore cromatico, inevitabile da un sensore così piccolo usato a 400 ISO.
La LX-5 non sembra migliore della LX-3; l'impressione, casomai, è che il rumore cromatico sia leggermente più evidente, specie sul canale blu. Ma parliamo di differenze minime.
Apprezzabile invece che il rumore di luminanza sia ragionevolmente contenuto. Niente male per un sensore così piccolo.


Dettagli al centro



Le differenze, pur se non particolarmente evidenti, sono a favore della LX-5.
Le due ottiche catturano un buon livello di dettaglio, con la nuova LX-5 leggermente più nitida e contrastata.


Dettagli agli angoli



Qui la differenza è visibile e confortante: l'obiettivo della nuova LX-5 è visibilmente più definito e ha una aberrazione cromatica decisamente più contenuta.
Le dichiarazioni di Panasonic sono quindi veritiere!

L'aberrazione cromatica rimanente si può correggere facilmente:




Gamma dinamica



Le due compatte gestiscono la scena in modo molto simile: non ci sembra di notare differenze nella resa delle alteluci.
La transizione verso la saturazione del sensore è relativamente progressiva e regolare e non si notano particolari artefatti.


Conclusioni

La nuova LX-5 succede più che degnamente alla LX-3, apportando benefici tangibili in due settori-chiave: offre un obiettivo più versatile e una migliore qualità ottica.

Brava Panasonic!

Fer

In effetti è diventata una macchina da tenere in seria considerazione, come compatta da viaggio di buonissima qualità e "tuttofare" , visto che adesso può gestire bene anche i ritratti e l'isolamento (relativo) di particolari della scena che prima, con un 60 mm equivalente, erano davvero poco probabili.

Personalmente ho ancora buoni risulati dalla mia vecchia Ixus canon, ma chi è in cerca di una buona compatta, dovrebbe davvero considerarla.

Per adesso la mia LX3 l' ho corredata (se mi servisse) di un aggiuntivo ottico 1,4x che mi regala un ottimo medio tele f:2,8.
Almeno nei ritratti classici mi posso cimentare.

Ho provato brevemente la LX5 in un negozio a N.Y. e mi è piaciuta la possibilità di variare ed alternare i diaframmi ed i tempi di scatto solo con la rotella anteriore (girandola e premendola) e questo per me che amo scattare in "manuale" è un sensibile vantaggio alla LX3.
Se avesse avuto il monitor orientabile sarei stato tentato di fare una permuta.

Ciao Fer,scusa se scrivo dopo tanto tempo ma ho visto adesso la prova.Volevo chiederti,hai provato la messa a fuoco manuale?La trovi utilizzabile in questa macchina o un gadget?

Anche io posseggo la LX5, non posso fare un paragone con la LX3 che non ho, ma posso confrontarla con la LX2, la compatta precedente. Per farla breve come qualità d'immagine vi è un'enorme differenza con l'aberrazione cromatica. La LX2 aveva in questo un tallone d'Achille. Per ridurre l'aberrazione interveniva una riduzione software che conferiva ai dettagli fini un aspetto "impastato" e pastellato. Quindi come qualità dei file un cospiquo passo in avanti. Dal punto di vista dell'usabilità, il corpo macchina è quasi identico. Quello che rimpiango della LX2 è il piccolo joistick posteriore, ora sostituito da una rotellina (anche sulla LX3 se non erro). Io personalmente tale rotella la trovo dura e scomoda (impossibile da usare se si hanno un paio di guanti). La messa a fuoco manuale? Come sulla LX2 anche sulla LX5 è usabile, ma non comodissima ed immediata.

Marco

Ares:
Ho provato ad usare la messa a fuoco manuale, ma sinceramente la trovo troppo lenta e scomoda, specie poi per l'uso a mano libera.
Su cavalletto è grosso modo usabile, ma la profondità di campo è tale che all'atto pratico è difficile far meglio dell'AF

Marco:
Sulla LX-3 c'è ancora il joystick, che infatti trovo più comodo della rotellina della LX-5

Fer