Ieri pensavo all'arte attuale, ed alle "nuove" correnti. Parallelamente ho fatto un paragone con la fotografia. Che si parli di forme espressive più disparate o di fotografia poco importa. Una costante in entrambi i casi è rappresentata dall'importanza del "percorso" che vi è alla base del tutto. Dalla ricerca che porta al lavoro finale. Allora lavori che possono apparire inferiori ad alcune opere di artisti del passato, acquistano un loro valore.
Lancio però una provocazione che esula da ambiti puramente formali. Un'opera concettuale deve/dovrebbe avere una valenza di "bontà" estetica? Attenzione, non mi riferisco ad una valenza estetica puramente di abilità artigianale, bensì parlo di armoniosità estetica. Faccio un esempio: una litografia di Worhol come la seguente:
http://www.webexhibits.org/colorart/marilyns.html
è esteticamente bella, ma non richiede un'abilità come quella di un Caravaggio. Tuttavia è esteticamente armoniosa e piacevole alla vista. alcune, molte opere concettuali non hanno una valenza estetica di bellezza o armoniosità.
Allora? Un'opera d'arte, fotografia od altro, oltre ad una valenza concettuale richiede anche una valenza estetica?
A voi.

Marco

Non necessariamente, sebbene a volte si intraveda un certo tentativo di farlo: ma questo è un mio punto di vista, nel senso che penso che molta arte concettuale sia convincente da un punto di vista estetico, senza che tuttavia questo sia necessario a darle consistenza, che deriva da altro. Tuttavia è in ogni caso molto difficile definire il concetto di valenza estetica, perché ritengo sia squisitamente soggettivo giudicare tale valenza accordandole un segno positivo o negativo. In sintesi vale il detto 'non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace'. Io appenderei in casa e in studio - e in parte lo faccio - cose contemporanee che molti altri non appenderebbero mai. L'estetica è soggettiva: che poi si possa statiscamente indagare su una serie di segni messi in un certo modo e indicarli come mediamente esteticamente graditi al campione, okkey, ma nell'arte contemporanea ritengo che sia sterile farlo.

Andrea

Ciao Marco, ciao Andrea, butto lì la mia.
Dal mio punto di vista ritengo che possiamo vivere esperienze estetiche non necessariamente vincolate alla presenza di un oggetto artistico/estetico prodotto intenzionalmente da un uomo/artista.
Ragionando da questo punto di vista la questione abilità tecnica/perizia dell'autore tende a passare in secondo piano, lasciando spazio al riconoscimento di qualità estetiche individuali (o condivise) non per forza situate o generate in un contesto artistico.
In altre parole la proprietà estetica non è interna all'oggetto ma è acquisita da questo nel momento in cui è considerato in un'ottica estetica.

Mi two cents!

Saluti_

Io credo, semplicemente, che la valenza concettuale è quella parte dell'opera che l'artista impone per esprimersi o comunque per comunicare.
La valenza estetica, invece, è tutto il resto: la collocazione storica di un'opera, la collocazione fisica di un'opera, l'occhio di chi la guarda, il pensiero che trasuda.
(Spesso un lavoro artistico acquisisce valore e significato in un secondo momento o in un secondo luogo rispetto a quello di partenza).
Credo che l'estetica, anche se spesso concepita come cosa sterile, fine a sè stessa, e puramente "visiva", in realtà sia il mezzo di comunicazione tra l'artista e il resto.

Bye!