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3 Utenti anonimi
Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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9/12/2004 21:10 Da Toscana
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E vero orso, ho fatto un po' di confusione, stamani sono un po' piu' sveglio ma non ho voglia di rifare il disegno.
Pero' bisogna che mi vada a rivedere come influisce il diaframma sul percorso della luce, non mi e' chiaro. Ciao, Renzo Qui e' spiegato bene e c'e' anche lo schema gia' fatto. E' come pensavo, chiudendo il diaframma si diminuisce l'angolo di entrata e uscita della luce pero' a me verrebbe di pensare che a diaframma chiuso ai bordi si dovrebbe avere una forte vignettatura perche' i raggi, cosi' stretti e angolati, dovrebbero avrebbero difficolta' a colpire il centro dei singoli pixel. Tempo fa era uscito un brevetto, mi sembra Nikon, di un sensore bombato che avrebbe poco senso, pero' avrebbe senso la costruzione di un sensore con i pixel sempre piu' angolati allontanandosi dal centro. Sarebbe una parziale soluzione anche per le ottiche superluminose. Io ho lanciato l'idea...come fare poi ci pensi chi di dovere...
Inviato: 16/11/2010 11:32
Modificato da Falcopardo su 16/11/2010 11:55:02
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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11/10/2005 16:37 Da Roma e Abruzzo
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Ciao Renzo, il foro del diaframma costituisce la base del cono, o meglio del triangolo nella rappresentazione bidimensionale, il cui vertice si proietta sul piano di fuoco. Maggiore sarà il diametro del foro, maggiore sarà la quantità di raggi periferici che arrivano molto inclinati al pixel e “non entrano nel pozzo”. A presto. Fabio
Inviato: 16/11/2010 11:51
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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9/12/2004 21:10 Da Toscana
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accidenti, mi hanno preceduto...
La Leica M8 ha delle microlenti disassate sul sensore per ovviare alla vignettatura che come pensavo nel digitale e' superiore alla pellicola. vignettatura Ciao, Renzo
Inviato: 16/11/2010 12:05
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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4/11/2005 13:12 Da Roma
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A presto. Catturato!! Tra le centinaia di test che abbiamo in coda, dovremmo aggiungerne uno di valutazione della p.d.c., inventandoci un setup che faccia le veci di: http://www.lensalign.com/products.html
Inviato: 16/11/2010 12:09
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Tessera C.F.A.O. n°14 Gallery (pBase) ** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** .... |
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Essere cauti è d’obbligo, ma… Ammettiamo che sia come dici. Per metterci al riparo da questo possibile errore eliminiamo i quadratini a 1,4 e 1,2. Dato che a f/1 il diaframma se ne va fuori dalle scatole (come su tutti gli obiettivi alla massima apertura), allora perché il quadratino a f/1 è visibilmente più scuro di tutti quelli da f/2,8 in poi? I casi sono solo tre: 1) il tuo Noctilux in realtà non è un f/1, ma circa un f/1,4 2) il tuo Noctilux ha tutti i diaframmi sballati da f/2,8 in poi 3) i pixel del sensore della tua macchina non sono in grado di registrare una parte della luce che il Noctilux gli invia a f/1. Senza conoscere macchina e obiettivo che hai usato, propendo fortissimamente per l’ultima ipotesi. Citazione:
Non credo tu abbia bisogno di consigli, ma ti dico come farei io con mezzi minimali (non lo faccio perché l’obiettivo più luminoso che ho è un f/1,8). Fotocamera col superluminoso su cavalletto, inquadratura di un soggetto ad infinito (molto lontano) che abbia del dettaglio vicino al centro dell’immagine (un palazzo con molti balconi o finestre, ad esempio). Poi pianterei un bastone di diametro 27,8 mm e lungo 2,216 m (… eh vabbè, le misure volevano solo dare un tocco di scientifico all’umile bastone ) proprio al centro dell’inquadratura ad una distanza pari all’iperfocale dell’obiettivo ad una apertura non sospetta, facciamo f/8. Metterei a fuoco il bastone col liveview e farei una serie di scatti ad aperture crescenti fino alla massima. Ritaglierei poi un croppino dello sfondo vicinissimo al bastone centrale per ogni immagine, e li allineerei uno accanto all’altro, proprio come ha fatto Mxa. Dovremmo vedere il particolare dello sfondo diventare via via più sfocato. Fino all’apertura massima? O da una certa apertura in poi lo sfocato rimarrà costante? Se si vuole fare la stessa prova con la pellicola, penso che con un vetrino a immagine spezzata si riesca a mettere a fuoco bene il bastone, e successivamente con uno scanner tipo Coolscan che permetterà la regolazione della messa a fuoco sul bastone centrale, vicinissimo all’area di sfondo che andremo ad ingrandire, si dovrebbero minimizzare artefatti vari.
Inviato: 16/11/2010 18:58
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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16/11/2010 11:41 Da Roma
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Interessantissimo!!! una sola domanda, ma le famose microlenti che dovrebbero trovarsi proprio sopra i fotodiodi, ma che dovrebbero avere una grandezza pari al photosite (che è un po più grande del fotodiodo) non servivano proprio a minimizzare questo problema? Cioè a "sparare" i raggi sbilenchi dentro il fotodiodo?
Inviato: 16/11/2010 19:35
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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Inviato: 16/11/2010 20:45
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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17/11/2010 17:58 Da Monfalcone
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Ciao a tutti mi sono appena iscritto sotto indicazione dell'orso
Sono io ad aver segnalato l'articolo di Luminous Landscape all'orso e in questi giorni avrei già voluto venire qui a partecipare al dibattito ma sono stato frenato da un lavoro che ho praticamente concluso esattamente ora e quindi sono libero di fare il punto della situazione. Mi sono imbattuto sull'articolo facendo delle ricerche per la mia tesi di laurea nella quale sto cercando di affrontare il mondo della fotografia chimica e confrontarlo con quello della fotografia digitale, in questa analisi sto sbattendo la testa proprio sula differenza tra sensori CCD e sensori CMOS e di come catturino la luce in modo differente rispetto ai granuli d'argento. Sapevo bene che i raggi non perpendicolari ai fotodiodi creassero dei problemi perdendo parte dell'informazione luminosa trasmessa dall'obiettivo, specialmente con i grandangolari che ai bordi del fotogramma fanno arrivare i raggi luminosi con una forte inclinazione si verifica un problema di esposizione che fa si che il centro dell'immagine sia correttamente esposto e i bordi sottoesposti, una vignettatura insomma, che si somma a quella fisiologica dovuta all'obiettivo. Quindi gli argomenti dell'articolo non mi erano del tutto nuovi e anzi avevo intenzione per dimostrare che il digitale soffre di vignettatura maggiormente rispetto al chimico facendo una serie di scatti coi due sistemi. Però sostanzialmente l'articolo aggiunge alcune cose che al momento della lettura mi lasciarono contraddetto e anche perplesso. 1) si dice che il calo di luminosità avviene solo diaframmi aperti 2) il calo di luminosità verrebbe compensato con un gain cioè con una maggiore amplificazione del segnale sul sensore 3) il calo di lumionsità si presenta sia ai bordi sia il centro! 4) oltre al calo della luminosità ci sarebbe una diminuzione dello sfocato Quindi dopo aver scritto a l'orso mi sono messo a pensare, la storia del calo al centro del punto 3 non mi tornava perchè qui i raggi dovrebbero aver un'inclinazione perpendicolare rispetto al sensore. Mentre il punto 4 mi sembrava addirittura assurdo visto che dalla mia esperienza obiettivi F/1.2 producono maggiore sfocato di obiettivi F/1.8. Nel frattempo è passato del tempo e ho fatto degli esperimenti per verificare questi punti. Il primo ed il secondo all'inizio li avevo interpretati sempre come se si trattasse di una vignettatura, se fosse così non ci sarebbe nula di strano, tutti gli obiettivi a diaframma aperto vignettano più che col diaframma chiuso e il gain di cui si parla potrebbe essere semplicemente il controllo elettronico della vignettatura che viene applicato da ormai quasi tutte le macchine com un'amplificazione elettronica. Siccome l'articolo dice chiaramente che il gain invece è su tutto il fotogramma ho voluto fare delle foto di prova con Canon 450D e Sigma 50mm F/1.4. Ho pensato che se davvero questo gain è presente si potesse verificare ruotando l'obiettivo dal corpo macchina per far si che si perda il contatto elettronico. Poi mi è venuto in mente che forse l'obiettivo invece di avere un cerchio di copertura perfetto potesse avere delle mascherature e ho preferito quindi mettere dello scotch sui contatti. Macchina in manuale e due scatti a 1.4 con e senza scotch. Ecco che arrivano le sorprese: Scatto a tutta apertura con comunicazione dei dati tra corpo e ottica Scatto a tutta apertura dopo aver applicato lo scotch Si vede chiaramente una sottoesposizione nello scatto con scotch, esattamente sovraesponendo il file RAW in LightRoom risultano 0,5EV di differenza, cioè 1 terzo e mezzo di stop. Come se invece che scattare a f/1.4 avessi scattato a f/1.7! Allora sono andato a vedere il rumore dei due scatti e come dice l'articolo di LL quello esposto correttamente è stato amplificato e quindi è peggiorato il rumore, la prova schiacciante di questo è che sovraesponendo di 0,5EV lo scatto con lo scotch si ottiene meno rumore dello scatto eseguito con la comunicazione tra corpo e ottica. Crop dello scatto sovraesposto dalla macchina Crop dello scatto con scotch sovraesposto con LightRoom Lo scatto con lo scotch ha meno rumore. Ho provato la stessa cosa a F/2.8 ma sembra non esserci differenza tra le due. Quindi è confermato il primo il secondo ed anche il terzo punto dell'articolo di LL. Il punto 4 è forse il più problematico perchè per capirlo bene bisogna sapere abbastanza di ottica ed è per questo che avevo interpellato l'orso. Effettivamente le illustrazioni di Falcopardo sono utili a capire meglio l'entità del problema, utilissimo il link al sito del signor Frizzoni che spiega con dei bei disegnini cosa succede al raggio conico di luce che cade a fuoco dopo il sensore, se invece il fuoco cade prima del sensore cosa dovrebbe succedere? i raggi si invertono? Cmq dai disegni è chiarissimo come cambiando il tiraggio del sistema ottico il problema peggiora, man mano che diminuisce il tiraggio aumenta l'angolo di incidenza facendo peggiorare il problema. Devo ammettere di aver provato a fare uno schema anche io ma con pessimi risultati eccolo, sono partito dalla base di falcopardo. Si vede come i raggi rossi fuori fuoco non vengono catturati dal diodo che invece riesce a registrarne solo la porzione verde, questo fa si che la zona irradiata sia alla fine il diametro di un cerchio più piccolo, ho messo in verde il punto di luce che dovrebbe essere registrato e in rosso quello che invece fa arrivare l'ottica sulla superficie del sensore. Correggetemi se lo schema non è così. Se fosse giusto si vedrebbe come lo sfocato diminuisce a causa della struttura a pozzo dei fotodioti. In ogni caso visto che sto facendo questa tesi di laurea ho deciso di fare dei test accurati e scattare con il digitale e con la pellicola a diaframmi molto aperti e vedere se affettivamente cambia qualcosa sullo sfocato oltre che sull'esposizione. Poi c'è da precisare che il comportamento descritto nell'articolo secondo loro si presenta su sensori CMOS e non su sensori CCD a causa della diversa struttura dalla quale sono formati. Però osservando i dati di DxO pare che i vecchi sensori CCD che montano le nikon D40 D60 D80 D70 ecc sono tra i peggiori in questo comportamento. Questo sarebbe dovuto a mio parere al fatto che i CCD nonostante abbiano i diodi meno profondi dei CMOS i recenti sensori di questo tipo adottando microlenti sempre migliori e più vicine (gapeless) riescono a superare il problema, poi interessanti le tecniche di Sony con le due microlenti e le recenti tecnologie back illuminated cmos che provano a risolvere tutti questi problemi. Prossimamente farò dei test anche con una Nikon D60 affiancandola alla Canon 450D per vedere quale delle due soffre di più. Chiederò al mio amico di portare anche la D700 e la proverò con la 5D mark II. Quest'ultima macchina sembra soffrire meno del problema evidenziato. Prossimamente farò dei test migliori per vedere a quanto ammonta la sottoesposizione a F/1.4 e verificherò anche lo sfocato meglio, se è vero che su 450D sto sigma lavora al massimo a F/1.7 non dovrei vedere differenza di sfocato tra F/1.4 e F/1.6.
Inviato: 17/11/2010 23:00
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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Ciao Gatto, la tua ricerca è molto interessante, e di sicuro apporta un contributo teorico a tutti noi fotografi, ma se mi permetti meno spendibile nel piano pratico. Come ho già scritto, per fortuna l'elettronica ci da una mano, perchè la sovra o sotto esposizione dovuta alla difficoltà di lettura esposimetrica anche su corpi come 1d e 5d in abbinamento a ottiche super luminose, è davvero critica nel mondo reale. Quando utilizzo un obiettivo super luminoso leica o contax, che non si giovano dei controlli elettronici, a meno di essere in un ambiente con pochi EV di differenza, bisognerà sempre compensare manualmente l'esposizione: perdendo tempo prezioso per gli scatti. Ma ancora una volta siamo nell'arbitrarietà della vita: c'è chi scatta velocemente e chi per altri generi dispone di tutto il tempo necessario. Con un 50mm 1,2 non ottengo lo stesso look del summilux ma ho l'AF e l'esposizione corretta,.....altrettanto vale per 85mm con il quale non serve andare alla ricerca dell'esposizione come con un contax o un hexanon,...persino con il planar 80 hasselblad e lo splendido 90mm pentax 67 bisogna intervenire correggendo. Anche in questo caso, i dati sono discordanti, perchè dove si sostiene che il tiraggio minimo aumenta la difficoltà del sensore, anche con gli obiettivi progettati per il medio formato ( analogamente per tutti i decentrabili del 135mm che in casa canon sono i ts-e ma non cambia la musica per i PC della nikkor ) la sostanza non cambia: l'espsimetro è in difficoltà quando il sensore è inondato di luce, anche con un tiraggio doppio. Se le tue ricerche sono attualmente condotte su un sensore ridotto, comproverai che il formato pieno amplifica questa difficoltà, in quanto anche per dichiarazione delle case stesse, la lettura non avviene a matrice ma a media ponderata, ed evidentemente su un sensore più grande, il problema si amplifica. Per fortuna l'elettronica ci mette una pezza, e su sensori come quelli attuali dove a 1600 iso sono presenti dettagli fini impensabili fino a qualche anno fa, che rilevanza può avere il fatto che l'85mm 1,2 perda il 3%-5% della sua incisività come ci hai mostrato nei crop. Tanto più argomentando di 2 ottiche nate per il ritratto ambientato e per il ritratto classico, dove se c'è una dote da tenere nella massima considerazione è proprio lo sfocato. Le mie prove occhiometriche mostrano il diminuire della pdc anche a 1,2 nonostante l'elettronica, e così la mia posizione non cambia: interessante la tesi che stai portando avanti e della quale ti chiedo di tenerci informati ma con la ifnalità di aprendere come funzionano questo strumenti che abbiamo in mano dalla mattina alla sera, ma alla fin fine,.....ti dirò....grazie elettronica !
Inviato: 18/11/2010 10:07
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le mie immagini su www.foto-art.it... | ||
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Ciao Stefano,
il discorso e' pero' se con l'elettronica non ce lo tirano in tasca, producendo ottiche superluminose con diaframmi che in effetti non vengono mai usati e gabellandoci per tali quelli immediatamente precedenti nella scala aumentando il guadagno del sensore. In tal modo ti ritrovi un f:1,2 che in effetti non usi mai, perche' viene usato magari l'f:1,8 con la relativa profondita' di campo e un po' di rumore in piu' perche' ne e' stata aumentata artificialmente la luminosita' per portarla all'equivalente dell' f:1.2 Se cosi' fosse a cosa servirebbe investire in un superluminoso? Servirebbe soltanto se la costruzione ottica garantisse migliori caratteristiche rispetto ad un corrispettivo meno luminoso, come sembra sia per l'85 f:1,4 Nikon rispetto al vecchio f:1,8. Io sono del parere che la maggiore luminosita' non sia ricercata, ma ottenuta di conseguenza alla nuova progettazione, all'uso dei nanocristalli, ai vetri diversi, e non potendo usarla convenzionalmente se ne simila l'utilizzo. Ciao, Renzo
Inviato: 18/11/2010 11:34
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Ciao Renzo,
come ho scritto prima, le mie prove occhiometriche sui ritratti, dicono che a f 1,2 la pdc è diversa che a 1,4 e a f2....anche se nel mirino di una macchina reflex per quanto luminoso si notano con molta difficoltà, ma una volta stampate, lo sfocato prodotto a 1,2 è percettibilmente e giustamente differente da quello a 1,8 L'elettronica aiuta dando una corretta esposizione a quelle aree che soffrono nell'esposizione (non differentemente dai filtri DG con i grandangoli nel GF ). Se l'elettronica non ci mettesse lo zampino, saresti costretto a farlo tu in post processing: mi sembra molto meglio che lo faccia "d'ufficio" la fotocamera, se poi nell'albito di una giornata di riprese vuoi fare uno scatto come Dio comanda, non sarà la sequenza manuale a far la differenza, ma il pre sollevamento dello specchio, l'utilizzo del cavalletto,...e tanti altri utili accorgimenti In alcuni casi invece quello che potrebbe essere un difetto esposimetrico, escludendo i dispodsitivi della camera, ci darebbe fortuitamente una fotografia "barocca" con una vignettatura fortissima ai lati, ed un soggetto al centro ( ammesso che si al centro nella nostra idea compositiva ) ben esposto.
Inviato: 18/11/2010 12:39
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Ciao Musica, mi pare di capire che tu dici che nel piano pratico questa cosa non dovrebbe riguardarci più di tanto . Ti di co invece come la penso io riguardo questa faccenda.
Se Io decido di comprare un 50mm f/1.2L per la cifra di 1600€ mi aspetto che quei soldi vengano poi ripagati dallo sfocato e dalla possibilità di scattare con un terzo di stop più velocemente rispetto ad un 50mm f/1.4, se però poi scopro che lo sfocato corrisponde a quello di un f/1.4 e che i tempi di scatto si sono più veloci di un terzo di stop ma solo perchè la macchina ha alzato gli iso di un terzo di stop... beh allora mi chiedo cosa ho speso a fare quei 1600€. Avrei fatto molto meglio a comprare un 50mm f1.4 a 350€ usarlo sottoesponendo in macchina un terzo di stop e poi a casa avrei in un colpo solo alzato tutte le esposizioni sui miei RAW per esportare in poco tempo il lavoro fatto. Se tu poi dici che i 1250€ di differenza sono giustificati dal fatto che non ho il fastidio della post produzione beh ti dico senza problemi che io la post produzione per 1250€ risparmiati la faccio volentieri Non capisco cosa intendi parlando della difficoltà di lettura esposimetrica della 5D, qui non si tratta di problemi nell'esposimetro assolutamente, si parla del fatto che il sensore non registra la quantità di luce che dovrebbe. Non si tratta di sola vignettatura ne di soli problemi esposimetrici, anzi questi sono proprio programmati per farti credere che la macchina possa veramente registrare quella quantità di luce. In più i produttori alzano gli iso senza che questo parametro cambi nelle impostazioni exif. Ti dicono 100ISO quando in realtà sono stati usati 125ISO. Poi citi il fatto che questi problemi esposimetrici sono maggiori su formato pieno, ma non vedo cosa centri l'esposimetro.. È il contrario di quello che dici, su formato APS-C come su formato DX il fenomeno descritto da LL è maggiore che sui sensori a formato pieno, perchè la minor densità dei fotodiodi e la maggior dimensione delle lenti permette al sensore di non perdere tutta la quantità di luce che invece il sensore ridotto non vede proprio. La tua esperienza ti dice che con un obiettivo f/1.2 avrai maggior sfocato che con un f/1.4 perchè è possibile che le foto che hai visto fossero ottenute con un sensore che si comporta relativamente bene con questo problema, mettiamo che invece di registrare le informazioni come se arrivassero da un f/1.2 arrivassero da un f/1.3, si sempre meglio di f/1.4 ma la differenza è di solo un sesto di stop! Quindi a seconda di quale sarà il comportamento della tua macchina vedrai o meno differenze tra i vari diaframmi aperti. Se poi aggiungi al tutto anche il problema che le ottiche stesse hanno spesso un T-stop diverso dal loro F-stop... Ritornando alla 450D che è la macchina su cui ho testato il problema risulta che il diaframma effettivo di un obiettivo f/1.4 è in realtà f/1.7... per cui vedrei differenza tra usare un f/1.4 o un f/1.8, ma una differenza minima di un terzo di stop. È ancora da verificare se usando un obiettivo f/1.2 avrei sempre questo limite di f/1.7 o no... la teoria dice di si però vorrei davvero verificarlo, purtroppo non ho più ottiche f1.2
Inviato: 18/11/2010 18:41
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O l'ipotesi che portiamo avanti e' sballata, o Nikon ha tendenze sadiche nei confronti dei propri clienti oppure qualcosa bolle in pentola per i sensori del futuro, altrimenti non si spiega come Nikon continui a sfornare ottiche sempre piu' luminose...e a che prezzi!!!!
Nikon rumors ( interessante anche il brevetto per il sensore intercambiabile....) Ciao, Renzo
Inviato: 18/11/2010 20:23
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Mah sono solo rumors e nemmeno tanto affidabili, ma tendenze sadiche ce l'hanno un po' tutti i marchi che presentano ottiche luminose a questo punto
Inviato: 18/11/2010 20:27
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Guarda che tutti i discorsi che fai sulle difficoltà degli esposimetri con le ottiche superluminose, anche se corretti, non hanno nulla a che vedere con l’argomento di questa discussione. Qui stiamo parlando di una caduta di luminosità che non c’entra nulla né con la vignettatura, né con la lettura dell’esposimetro. La prova, lampante, è la successione di immagini postata da Mxa. Sono crop al centro (quindi niente vignettatura) e l’esposizione è stata misurata una sola volta e poi mantenuta costante variando solo l’accoppiata tempi/diaframmi (quindi la lettura esposimetrica è fuori gioco). Pur tuttavia tale caduta di luminosità si manifesta in modo ecclatante ai diaframmi più aperti. Questa discussione, che non sapevo proprio come intitolare, ha come oggetto un articolo apparso qualche settimana fa su LL e segnalatomi da gatto via mail. Questo articolo, che ho linkato nel post di apertura, NON mette assolutamente sotto accusa gli obiettivi superluminosi. Anzi, NON mette neanche sotto accusa i sensori CMOS. Si limita a far notare, in base a misure sperimentali, come questi sensori NON siano capaci di raccogliere tutta la luce che gli arriva da un diaframma molto aperto. E questo, per come sono fatti fisicamente (vedi disegnino di Falcopardo al post n.12). Caso mai, mette sotto accusa le case costruttrici per aver sempre taciuto questa lacuna ed averla mascherata con un trucchetto elettronico, infatti il titolo dell’articolo è An Open Letter To The Major Camera Manufacturers. Il diaframma, in un obiettivo, non è un elemento ottico, ma semplicemente un elemento meccanico che impedisce ai raggi periferici del cono di luce di raggiungere il sensore, cioè di “partecipare” all’immagine. Se di diaframmi ne metto 2 o 3 nello stesso obiettivo, quello ne che determina la luminosità è il più piccolo. Cioè, ad esempio, se tu usi il tuo 85/1,2 con il tappo montato, e se al centro del tappo hai fatto un foro diametro 15 mm, qualunque diaframma imposti il tuo obiettivo non aprirà mai oltre f/5,6 (circa). In altre parole, con quel tappo anteriore forato sempre montato, ai fini della luminosità il tuo obiettivo diventerà un 85/5,6. E lo sfocato sarà quello di un 85/5,6? Non lo so, difficile fare previsioni con quel secondo diaframma in posizione così anomala. Bisogna fare delle prove. Un sensore coi pixel “incavati” come nel disegnino di Falcopardo, in grado di accettare al massimo raggi di luce compresi in un cono di 32°, posto dietro al tuo 85/1,2, si comporterà a tutti gli effetti come un secondo diaframma dietro l’obiettivo avente apertura all’incirca 1,8. In altre parole, con quel sensore dietro, ai fini della luminosità il tuo obiettivo diventerà un 85/1,8. E lo sfocato sarà quello di un 85/1,8? Non lo so, difficile fare previsioni con quel secondo diaframma in posizione così anomala. Bisogna fare delle prove. Sull’articolo di LL compaiono delle misure fatte da DxO, che tra l’altro sono in pieno accordo con ciò che hanno notato sperimentalmente anche Mxa e gatto. Se quelle misure sono corrette, dimostrano senza ombra di dubbio che un obiettivo di apertura massima f/1,2 di qualsiasi focale, montato su una Canon 7D (ad esempio), ai fini della luminosità diventa a tutti gli effetti un obiettivo di apertura massima f/1,8. E ai fini dello sfocato? Difficile prevederlo, bisogna fare delle prove. Tu dici “per fortuna l'elettronica ci da una mano”, ma in questo caso l’elettronica da una mano solo al costruttore per mascherare una lacuna. Se sono consapevole di avere in mano un obiettivo f/1,8, ad aumentare la sensibilità sono capace anche da solo. Che lo faccia l’elettronica alla mia insaputa, non mi rende particolarmente felice. Citazione:
Le differenze di pdc, sul mirino, ci sono eccome, in quanto non c’è il sensore a limitare la luminosità dell’obiettivo. Che poi si apprezzino guardandoci dentro, è un’altra storia, anche perché la differenza quantitativa di sfocato tra f/1,4 e f/1,2 è inesorabilmente quella di mezzo diaframma… Se hai degli esempi significativi di differenti sfocati a f/1,2 e f/1,4 o f/1,8, e se ne hai voglia, postali. Potrebbe essere una prima base concreta su cui ragionare.
Inviato: 18/11/2010 21:28
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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Non è così semplice fare un modellino grafico che faccia vedere la diminuzione dello sfocato... Il disegno che hai fatto tu spiega solo come la caduta di luminosità di cui stiamo parlando ci sia anche nelle zone sfocate dell'immagine, cosa per altro abbastanza ovvia. Quel pixel, anzichè dare un segnale elettrico proporzionale al cerchietto rosso come dovrebbe, lo da proporzionale al cerchietto verde, quindi meno intenso. Per spiegare una diminuzione dello sfocato bisogna considerare diversi pixel vicini. Infatti la luce proveniente da un punto immagine a fuoco dovrebbe cadere all'interno di un singolo pixel, mentre la luce proveniente dallo stesso punto, se fuori fuoco, cade anche su molti altri pixel attorno a quello centrale. Ovviamente il cono dei raggi che arriva sul sensore è sempre lo stesso (stesso angolo), ma viene intersecato dal sensore non sul vertice ma prima o dopo, e l'intersezione non è più un punto ma un cerchietto all'interno del quale stanno diversi pixel. I raggi più periferici del cono (più angolati) arriveranno sui pixel più lontani da quello centrale che ancora ricevono luce dal punto immagine in questione. Inoltre su questi pixel arriverà pure la luce da altri punti immagine contigui. Come se non bastasse, bisogna considerare che questi disegnini non tengono conto dei filtri e di eventuali lentine sopra i pixel, e non sono in scala, per cui prevedere se ci sarà anche una diminuzione dello sfocato è pressoché impossibile. L'unico modo è di fare delle prove. Il difficile è farle in modo che siano significative, cioè evitare tutte le possibili fonti di errore. La foto al bastone che suggerivo nel precedente post, potrebbe forse fornire qualche dato significativo. Ma probabilmente Fer escogiterà qualcosa di meglio.
Inviato: 18/11/2010 22:10
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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17/11/2010 17:58 Da Monfalcone
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Ciao Orso hai ragione, quando hai detto "non è così semplice" ci sono arrivato da solo che un eventuale punto luce originato dal cono cade su più di un pixel alla volta ed è difficile valutare cosa succede in mezzo e agli estremi di questo punto luce.
Diamo per certo solo il calo di luminosità dunque... Però se all'inizio ero così scettico su questo argomento devo dire che ora sto considerando proprio l'ipotesi che parte di questo sfocato vada persa. Ho fatto dunque questa prova che però è parziale. E sapete una cosa... Lo sfocato non aumenta in modo lineare fino a F/1.4 ma proprio in prossimità di queste aperture secondo me dovrebbe essere maggiore. Prossimamente le foto
Inviato: 18/11/2010 23:07
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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Più l'obiettivo è telecentrico, meno si sente il difetto... probabilmente per questo non si sono ancora alzate tante sopracciglia in giro.
Sulle reflex quasi tutti gli obiettivi sono telecentrici (tele o grandangoli retrofocus), tranne... i 50mm. Un buon candidato per queste prove sembrerebbe il Canon 50/1.2 L, su 5DmkII e 7D. Non ce l'abbiamo , quindi intanto faremo qualche prova con il 50/1.4. Fer
Inviato: 18/11/2010 23:51
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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PS: da un paio di settimane stavamo discutendo privatamente con FabioBi, Galago e Galeno su quell'articolo, da appena uscito.
Pensavamo di farci un articoletto ma questo thread va benissimo! Grazie Gatto e Orso. Fer
Inviato: 18/11/2010 23:52
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Re: Obiettivi super luminosi su digitale: servono veramente? |
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17/11/2010 17:58 Da Monfalcone
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Queste sono le immagini:
Sempre 450D scatto su treppiede presollevamento dello specchio e autoscatto. Fuoco effettuato in live view manualmente a 10X sul secondo 2 del numero 22. Questa è la foto intera, ora vediamo i crop ai vari diaframmi Se le scaricate e le guardate con un programma che vi consenta di alternare la visione di una e l'altra vedrete che tra 2.8 a 2.5 c'è una differenza di sfocato equiparabile a quella che c'è tra 2.2 a 2.0 mentre il problema comincia tra 1.8 e 1.6 dove c'è ancora una leggera differenza ma molto molto meno marcata che nei casi precedenti, se poi si guarda lo scatto a 1.6 e a 1.4 la differenza è completamente assente. Bene anche questa sembra confermata... certo ci vorrebbe qualche obiettivo in più per confermare, potrei provare col 50 1.8 canon a limite... ma il sigma è l'unico 1.4 che ho. Se qualcuno mi presta il 50L sarà lieto di testarlo anche su 5D se volete. Aggiungo che dallo sfocato direi che tornano i conti che avevo fatto sull'apertura reale del diaframma quindi f/1.7. Ditemi un po' cosa ne pensate...
Inviato: 19/11/2010 0:40
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