Una considerazione sulle carte per stampa fotografica inkjet. Parlo di loro perché è la tipologia di stampa che pratico. Parlo della stampa inkjet perché è la tipologia che offre una varietà di supporti fra i quali scegliere pressoché immensa e molto varia.
Soprattutto negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare grandissimo di supporti nuovi e diversi. All’inizio c’erano fondamentalmente carte RC (lucide, luster) e carte matte. Poi sono arrivate carte baritate, metalliche, fibra ecc.
Certamente il panorama si è diversificato ed arricchito. Anche considerando le comuni RC dell’inizio, si è avuta un’evoluzione con grande riduzione di metamerismo e di gloss-differential.
Considerando i prezzi si può vedere una grandissima differenza. Alcuni supporti hanno costi anche doppi di altri. Ora, senza dubbio la differenza di resa c’è. Ma la differenza di resa giustifica la differenza di costo? Per me non sempre.
Chiaramente il paragone vale per tipologie simili: matte vs matte, coated vs coated ecc. Prendo come esempio i supporti di marca dei produttori di stampanti e quelli di terze parti
Spesso considerando la stessa fotografia stampata su carte diverse la differenza di resa è presente ma non evidentissima. Spesso per “notare” le differenze le due stampe devono essere affiancate e confrontate minuziosamente. Spesso le differenze diventano visibili solo da un esame con il supporto angolato in modo molto particolare (troppo particolare) o messo in situazioni quasi assurde. Ora mi chiedo: la differenza di resa vale la differenza di prezzo? Certo, spesso per ottenere un piccolo miglioramento, se si è ad alti livelli, sono richiesti notevoli incrementi. Però mi sembra proprio che per una resa onesta certe cifre siano esagerate. Talune diversità diventano invisibili in condizioni normali ed anche quasi normali.
Voglio dirla tutta: io uso una stampante Epson. Apprezzo la carta Epson semigloss. Mi piacciono altri supporti che sono senza dubbio migliori. Però alcuni hanno costi anche tripli. Io, sinceramente non trovo la differenza di prezzo pareggiata dalla differenza di resa.

Marco

Non entro nel merito, no è il mio campo e non so. Voglioo però rubare qulche riga per osservare come ultimamente, e non solo in questo spazio virtuale, il dibattito si sia spostato da "qualità ad ogni costo" a "costo della qualità: ne vale la pena?"

Generalmente parlando - e con il piglio del realismo socialista dei tempi che furono - credo che la società sia arrivata ad un punto in cui la necessità di comercializzare le scoperte per ripagare i costi delle ricerche abbia invaso il mercato di prodotti. L'enorme varietà comporta un prezzo più alto. Le produzioni di massa e di qualità più bassa (spesso impercettibilmente) come forse Epson, lucrano molto di più.

Anche qui bisognerebbe ripensare al modelo di sviluppo, tanto più che siamo già arrivati al dover nascondere le nuove scoperte tecnologiche finché non avremo smaltito quelle vecchie.

Scusate l'OT

L'attenzione al rapporto qualità/prezzo secondo me è sintomo di maturità.
Del consumatore, e per estensione del mercato.
La qualità ad ogni costo... la vedo un po', semplificando, come "pacchianata da sceicchi".
E sono d'accordissimo sul modello di sviluppo da ripensare totalmente.

Tornando on topic: molte carte "famose" sono commissionate dai vari marchi a produttori generalisti; che a volte vendono anche direttamente ("scatole bianche").

Un esempio lampante è Felix Shoeller: spulciando il loro catalogo si trovano molte "facce conosciute" a prezzi assai interessanti.

Fer

Anche parlando di mercato e vendite trovo interessante questo discorso (leggete alla fine il paragrafo Is 100% Cotton really worth the price? )

http://www.gicleeprinterreview.org/ip/inkjetfineartpaper.html

Marco

E' vero che esiste una percentuale non trascurabile di fotografi dove la carta non fa alcuna differenza nel farsi comprare - ma non lo fa neppure la macchina usata, il film o il digitale, gli obiettivi, etc etc, e allora allarghiamo il discorso a tutto l'equipaggiamento fotografico, non solo alla carta.

Esiste pero' anche una percentuale di fotografi che propongono il loro prodotto anche sulla base di una artigianalita' di eccellenza. Per questi fotografi una carta *non* vale l'altra, e ne fanno un punto di differenziazione con i loro clienti, e quando necessario li educano pure.

Io non so se questi ultimi siano il 10% o il 50% di quelli che operano nel mercato "fine art", pero' non sono pochi.

Sono d'accordo, i prezzi sono esagerati e non pareggiati da proporzionate differenze di resa. Sembra l'ennesima gallina dalle uova d'oro nelle mani dei produttori..

Quanto ad Epson, magari le carte costeranno poco ma gli inchiostri a pigmenti ...