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Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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11/11/2009 11:27
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Cari amici,
Penso di fare cosa gradita a tutti, ma soprattutto a chi non è riuscito a venire all'incontro tra Soluzioni Arte ed i responsabili Hahnemuehle, di postare i grafici del diverso comportamento delle carte stampate con una Epson 11880 e le stampe Lambda. Penso che sia particolarmente significativa la differenza di gamut. Tutti i grafici sono stati realizzati da Stefan Neumann responsabile tecnico hahnemuehle tranne quelli di durata stampa che sono stati elaborati da un laboratorio indipendente (Wilhelm Imaging Research). Un saluto a tutti.

Allega:



jpg  Gamut.jpg (155.71 KB)
1991_4d53ed3e985f1.jpg 1417X961 px

jpg  Resolution.jpg (153.50 KB)
1991_4d53ed62d18ca.jpg 1412X951 px

jpg  Total Density Range.jpg (158.58 KB)
1991_4d53ed83eb009.jpg 1417X961 px

jpg  Light-Fastness.jpg (176.30 KB)
1991_4d53edbfda73a.jpg 1417X961 px

Inviato: 10/2/2011 14:53
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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questi interessanti grafici mi erano sfuggiti.
Il dato sulla durata delle stampe Lambda, bassissima, è abbastanza impressionante...
Niente male invece quello sulla densità.

Inviato: 27/4/2012 21:31
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Sul gamut e la durata era già noto da tempo che ormai le inkjet a pigmenti sono al top. Ulteriore conferma. Ormai per me sono il futuro della stampa fotografica. Dovrebbero solo decidersi vista la diffusione attuale ad abbassare il prezzo degli inchiostri.

Inviato: 27/4/2012 21:35
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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pur non essendo completamente a digiuno in genere preferisco non entrare troppo negli aspetti tecnici, volevo però portarvi una testimonianza di prima mano: 74 pannelli lambda 70x100 stampati esattamente nel maggio del 1999 con sopra due immagini 30x40. sono ancora "perfettamente" uguali al giorno della stampa. i pannelli più e più volte sono stati esposti anche per lunghi periodi alla luce diurna diretta. Secondo il grafico sarebbero quasi a fine vita.

Inviato: 27/4/2012 22:07
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Ignoro gran parte delle tecniche di stampa "moderne", e mi inteesserebbe sapere la resistenza agli agenti atmosferici, all'acqua (intesa come umidità), all'inquinamento.
Qualcuno vuol prendersi la responsabilità di una mia conversione all'inkjet?

Inviato: 27/4/2012 22:25
Franz ...Tessera "Bromuro d'argento" C.F.A.O. n. AgBr 31......
--------------------------------------
www.franzgustincich.it - Empirici di tutto il mondo, unitevi!......
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda
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Purtroppo le Lambda hanno limitazioni abbastanza visibili in gamut e densità dei neri.

In compenso, ci sono altre tecnologie laserchimiche RA-4 che si comportano decisamente meglio. Ho misurato quasi 500'000 unità di gamut da una stampa Agfa DLab III, e anche il riscontro occhiometrico è decisamente soddisfacente.

Fer

Inviato: 27/4/2012 22:29
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Successivamente all'evento di Roma, oltre alle altre tecnologia laserchimiche RA-4 ricordate da Fer, sono state anche introdotti nuovi inchiostri (i Lucia2 di Canon e gli HDR di Epson) che hanno da un lato ampliato ulteriormente il gamut delle stampanti inkjet e, dall'altro, diminuito drasticamente il gloss differential (metamerismo e bronzing non erano già più un problema).
Un ulteriore motivo per convincere Franz a convertirsi all'inkjet può essere la nettamente superiore resa nel B&W degli inks ai pigmenti di carbone, oppure la possibilità di poter scegliere, a seconda del messaggio che si intende trasmettere, tra decine e decine di carte con caratteristiche anche molto diverse tra loro.
Fabio

Inviato: 27/4/2012 23:14
.........
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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27/9/2006 3:01
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Citazione:

Fer ha scritto:
Ho misurato quasi 500'000 unità di gamut da una stampa Agfa DLab III,
Fer


Sugli inks Ultrachrome Vivid magenta ( non parliamo poi degli HDR e dei Lucia 2) siamo quasi al doppio di gamut su carte satinate.
Il nero L= 5 si riferisce al profilo a colori. Col bianco e nero il nero è L=2,4

Allega:



jpg  Profile Inspector.jpg (118.87 KB)
631_4f9b1a2e64fcd.jpg 1345X583 px

Inviato: 28/4/2012 0:14
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda
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Citazione:

fabio ha scritto:
può essere la nettamente superiore resa nel B&W degli inks ai pigmenti di carbone, oppure la possibilità di poter scegliere,



Scusa Fabio, potresti però approfondire meglio questa affermazione che, letta così, mi sembra un pò tautologica...superiore rispetto a cosa? con quale dei tanti aspetti, delle tante tecniche di stampa argentica b&w ti stai confrontando? è una questione di controllo in postproduzione o che altro?...

Te lo chiede un utilizzatore "storico", come ben sai, di inkjet (benchè non sia un bianconerista), che quindi non ha nessun pregiudizio verso l'inkjet, anzi!!, che è convinto come è stato espresso qui che sia sicuramente il futuro (sopratutto del colore), ma che rimane anche consapevole che quando stampo inkjet sono un tipografo, che questo approccio tipografico da un certo punto di vista è una forma di appiattimento, che quando ha visto recentemente una stampa ai pigmenti al carbone a colori non è poi così tanto convinto della assoluta superiorità dell'inkjet rispetto a tutti i tipi di stampa a colori, sicuramente non rispetto a quello che ho appena citato, non ho dati di misurazione (ammesso che siano importanti) per dimostrarlo (tranne quello sulla durata nel tempo, lì è ovvio che non c'è partita, metallo contro pigmenti, il metallo vince 3 a 0 palla al centro), spero però di averne presto perchè passerò parte dell'estate a seattle per apprendere i rudimenti di questa tecnica, però ecco, io invece sono in un mondo di dubbi e di relativismo, non ho tutte queste certezze e quando vedo stampe realizzate con tecniche classiche questi dubbi rimangono se non addirittura, in alcuni casi, si rafforzano...ti dico solo che ho deciso che mai più stamperò un mio lavoro personale a colori con l'inkjet, solo stampe ai pigmenti al carbone, i miei plotter lavoreranno solo per i miei clienti, mai più per me...

Te lo chiedo ovviamente senza alcun spirito di polemica, ci conosciamo da anni, sai la stima che porto per le tue immagini e la tua competenza, è appunto per questo che ti chiedo di dettagliare la tua affermazione così "forte"...

Grazie!

P.S.: da moderatore del forum, per tutti gli utenti, evitiamo che questo piccolo OT diventi la solita querelle digitale vs argentico, pleaze, tank iu...

Inviato: 28/4/2012 10:24
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Marco, ti rispondo volentieri ma mi pare che ci sia stato un equivoco. Io parlavo della superiorità della stampa ink jet nel Bw con riferimento al titolo del topic, cioè di quanto si può ottenere con una ink jet e carte di grande qualità rispetto ai risultati perseguibili con lambda o con macchine laser/chimico.
Spostando il paragone con l'argentico BW il discorso cambierebbe di molto.
Nel primo caso le ragioni per affermare la superiorità di cui ho detto sono molteplici e vanno dall'assenza di metamerismo, alla ben più lunga durata nel tempo, passando per le più estese sfumature di grigi e la opportunità di una ben più vasta scelta di supporti.
Nel secondo caso non mi sento di affermare la superiorità della tecnologia inkjet rispetto a quanto un bravo stampatore può ottenere in camera oscura. Ci sono comunque pregi e difetti in entrambe le tecnologia, ma il discorso si farebbe lungo e complesso.

Quanto al resto vorrei precisare che, per quel che a me risulta, se si parla di stampa ai "pigmenti di carbone" non si ha nulla a che vedere con la stampa a colori con tecnologia inkjet a pigmenti. I pigmenti al carbone, insomma, sono tipici solo degli inchiostri neri o grigi. Per quel che so (fonte J.Cone) Epson e Canon usano per i loro inks grigi i puri pigmenti di carbone (canali PK, MK, LK, LLK).

Cordialmente, Fabio

Inviato: 28/4/2012 13:35
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Citazione:

Marco ha scritto:
[...]
una stampa ai pigmenti al carbone a colori non è poi così tanto convinto della assoluta superiorità dell'inkjet rispetto a tutti i tipi di stampa a colori, sicuramente non rispetto a quello che ho appena citato
[...]


Osteria!
Ci puoi dire qualcosa di più rispetto a questo sistema di stampa? Immagino che sia le difficoltà tecniche che i costi siano notevoli? Giusto per farsi un'idea...

Inviato: 28/4/2012 14:06
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Volevo fare un'altra precisazione relativa alla durata nel tempo della stampa con diverse tecnologie.
Sempre rimanendo nel tema del topic la durata delle stampe su chimico ottenute su supporti argentici ma con copulanti a colori è e resta quella che si conosceva prima dell'affermarsi del digitale, cioè piuttosto scarsa, soprattutto in caso di esposizione alla luce.
Nella stampa inkjet occorre distinguere: con inks ad acqua (con coloranti solubili) la durata è molto modesta se le foto sono esposte al vivo ed agli agenti atmosferici; le cose migliorano moltissimo (si parla di diverse decine di anni) per i pigmenti (coloranti in sospensione); con i puri pigmenti di carbone (solo grigi, con naturale intonazione calda) si parla di diverse centinaia di anni.
Con l'argentico in B&W (nei supporti ci sono solo alogenuri d'argento) un buon trattamento fine art (che contempla quindi fissaggio e lavaggio particolarmente accurati ed un bagno finale al selenio) si parla ancora di centinaia di anni.
Ciao,
Fabio

Inviato: 28/4/2012 14:43
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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maceric ha scritto:
pur non essendo completamente a digiuno in genere preferisco non entrare troppo negli aspetti tecnici, volevo però portarvi una testimonianza di prima mano: 74 pannelli lambda 70x100 stampati esattamente nel maggio del 1999 con sopra due immagini 30x40. sono ancora "perfettamente" uguali al giorno della stampa. i pannelli più e più volte sono stati esposti anche per lunghi periodi alla luce diurna diretta. Secondo il grafico sarebbero quasi a fine vita.


Vorrei chiarire il significato dei test di durata delle stampe. Dire che una stampa ha una durata di 20 anni non significa che passati questi si accartoccia autodistruggendosi!! Vuol dire che dopo questo periodo si inizia a notare una degradazione visibile. Quindi non è un fine vita ma un inizio di degradazione che può essere anche minima.

Inviato: 28/4/2012 19:59
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Citazione:

wing ha scritto:

Vorrei chiarire il significato dei test di durata delle stampe. Dire che una stampa ha una durata di 20 anni non significa che passati questi si accartoccia autodistruggendosi!! Vuol dire che dopo questo periodo si inizia a notare una degradazione visibile. Quindi non è un fine vita ma un inizio di degradazione che può essere anche minima.


oh si mi è chiaro. per questo ho detto che ad oggi sono ancora perfettamente uguali al primo giorno. 13 anni non mostrano ancora nessun segno di degrado e sono state lungamente esposte alla luce diurna diretta. Sono conservate con attenzione ma di certo non è la camera della sindone. Magari fra tre anni mostreranno segni molto evidenti.
Ho pensato di portare questa piccola testimonianza.

ps nel momento in cui si manifestano i primi segni evidenti, per definizione, è già fine vita.

Inviato: 28/4/2012 21:13
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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mah, ad ogni modo Wilhelm Research ha testato la Fuji Crystal Archive con valori da almeno 26 a 50 anni in base al tipo di esposizione (con vetro o senza, con vetro anti UV).
Per la Endura, Kodak dichiara 100 anni "in normali condizioni di esposizione domestica", che come definizione è un po' vaga. Qualcuno ha dati precisi?

Inviato: 28/4/2012 21:25
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Qui puoi trovare la scheda tecnica della carta fuji che hai citato:
http://www.fujifilm.it/aree/prodotti/ ... per%20%20-%20AF3-198E.pdf

Quanto alla durata delle stampe il fabbricante afferma:

Since prints are usually used for the long-term recording
of images, as much effort as possible is made to use
materials that exhibit the least amount of change over
time, but the effects of light, heat, oxygen in the air, contaminating gases, humidity and mold cannot be completely avoided. It is possible, however, to minimize the
change in the photographic image or base material by
maintaining the appropriate storage conditions for
prints, such as those used by museums and art galleries. Temperature and humidity control is the most important key to minimizing the change that occurs in
prints. Prints stored in the dark under the following conditions may be expected to show almost no change
over time.
More than 20 years: Temperature:Below 10°C (50°F); Relative Humidity: 30% — 50%
10 — 20 years: Temperature: Below 25°C (77°F); Relative Humidity: 30% — 50%

Fabio

Inviato: 29/4/2012 8:30
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda
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fabio ha scritto:

Nella stampa inkjet occorre distinguere: con inks ad acqua (con coloranti solubili) la durata è molto modesta se le foto sono esposte al vivo ed agli agenti atmosferici


Certe affermazioni sono davvero fuorvianti se non si specificano le cose per bene.

Come è ben noto a chiunque abbia mai approfondito la stampa inkjet ad inchiostri dye (coloranti ad acqua), per avere adeguata resistenza allo sbiadimento è necessario utilizzare carte appositamente concepite (swellable: impregnanti) per questo tipo di inchiostri.

Porto un esempio che conosco bene: stampanti HP Deskjet (es. DJ90, DJ130) e Photosmart usanti inchiostri dye della serie Vivera.

Usando le apposite carte HP (ma ne esistono analoghe di altri produttori), si può ottenere una resistenza allo sbiandimento, in caso di esposizione dal vivo, di 45 anni; questo SENZA alcuna protezione.

Lo dice Wilhem Research:

http://www.wilhelm-research.com/hp/dj130.html

Come si diceva, questa è la durata SENZA alcuna protezione; in caso di montaggio sotto vetro o con altri tipi di rivestimento si ha una durata praticamente doppia.

Ma anche volendo lasciare la carta "nuda" per qualsivoglia motivo, se i 45 anni non fossero sufficienti c'è sempre la possibilità di proteggerne la superficie con spray appositi; ci sono vari prodotti della Tetenal, Hahnemuhle, Lyson.

Naturalmente la resistenza allo sbiadimento è solo uno dei tanti parametri che portano a scegliere una tecnica di stampa piuttosto che un'altra, ma già che si danno numeri...

Chiudo facendo notare che la tanto bistrattata (non certo da me) stampa RA-4 ci ha regalato capolavori di altissimo pregio e valore: è appena il caso di ricordare che le fotografie a colori più famose e più quotate sono proprio stampe chimiche RA-4 (Lambda per Gursky, ingranditore tradizionale per Cindy Sherman).

http://www.theatlanticwire.com/entert ... ensive-photo-world/44772/

http://web.archive.org/web/2007031809 ... -first-3m-photograph.html

http://www.npr.org/blogs/pictureshow/ ... rlds-most-expensive-photo

Questo tanto per dissipare eventuali dubbi che il lettore di passaggio possa avere sull'enorme importanza, nel circuito artistico e museale, delle fotografie realizzate tramite procedimenti non-inkjet.

Aggiungo, a chiusura, che io NON ho alcun interesse di parte nell'evidenziare vantaggi e svantaggi di una tecnica di stampa rispetto ad un'altra: non ho un laboratorio di stampa, non faccio consulenze sul digital printing, etc.

Fer

Inviato: 29/4/2012 15:17
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Citazione:

Fer ha scritto:
Aggiungo, a chiusura, che io NON ho alcun interesse di parte nell'evidenziare vantaggi e svantaggi di una tecnica di stampa rispetto ad un'altra: non ho un laboratorio di stampa, non faccio consulenze sul digital printing, etc.

Fer


Vorresti forse insinuare che io invece ho qualche interesse nell'evidenziare vantaggi e svantaggi di una tecnica di stampa rispetto ad un'altra? Ti risulta forse che abbia un laboratorio di stampa o che faccia consulenze a pagamento sul digital printing ecc.?
Mio caro (si fa per dire) poco moderato moderatore, dovresti stare pià attento alle affermazioni che fai ed ai toni che usi.
Accetto le critiche, ma non mi piacciono insinuazioni malevoli, oltre che infondate, del tipo di cui alla premessa.
E' mio costume rispettare le opinioni altrui e ritengo che mi si debba analogo rispetto.

Quanto alle affermazioni fuorvianti che farei sappi che non amo esprimere opinioni se non quando sono frutto della mia personale esperienza. Che non è poca, visto che, per pura passione, sono anni che traffico con inchiostri e cartucce e supporti di stampa e che, comunque, sono solito confrontare con quella di molti altri appassionati di stampa in diversi siti specialistici, italiani e non.
Forse ricorderai che molti anni fa ci siamo anche scambiati delle impressoni sulla stampante HP che hai citato (l'ho avuta anche io) e sui Vivera che ,come ben saprai, costituiscono una tipologia a sé ed hanno un comportamento ed evidentemente una composizione chimica diversi dai normali inks ad acqua (che si chiamino Refill, o Mis, o Lyson, o Printfox, o MIS, che ho tutti testato, anche con carte swellable).

Quanto infine alla stampa RA-4 evidentemente non è poi tanto bistrattata, se, almeno per quel che dici tu, con essa sono stampate le fotografie a colori "più famose e più quotate".
Per quanto mi riguarda, dato che amo stampare da solo e poter controllare e vedere subito la stampa, praticare molto il B&W, utilizzare supporti di diversi tipi in funzione dell'immagine, perseguire il massimo risultato possibile sia nel colore (e se è vero che il gamut non è tutto, tuttavia non è neppure un fattore da trascurare) che nel BW (e ti sfido a mettere a confronto i risultati a cui puoi arrivare con la stampa laser-chimica su carta a colori con quello che io ottengo con i pigmenti di carbone), ritengo più congeniale rispetto alle mie esigenze la tecnologia ink jet e mi sono attrezzato di conseguenza. Quanto alla durata delle stampe francamente per me, data l'età, si tratta di un problema di poco conto.
Con il che ti lascio alle tue convinzioni con la convinzione di non volere far polemica con te, né di fuorviare nessuno, né di mascherare con le mie parole intenti (di guadagni) che per me non sarebbero che oltraggiosi.
Fabio Maione

Inviato: 29/4/2012 19:40
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda
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Citazione:

fabio ha scritto:

Vorresti forse insinuare che io invece ho qualche interesse nell'evidenziare vantaggi e svantaggi di una tecnica di stampa rispetto ad un'altra?


Io non insinuo un bel niente, COME TI PERMETTI?!?!?

Ho DICHIARATO esplicitamente e pubblicamente che non ho alcun interesse personale a consigliare l'una o l'altra tecnologia.

E' un'abitudine che TUTTI dovremmo assumere, dato che non sono certo rare le pratiche di autopromozione (o di promozione per conto terzi) messe in pratica più o meno scientemente su forum e social network vari (ne ha parlato anche Google http://www.ilsoftware.it/articoli.asp ... fenomeno-del-webspam_6981 ).

In questo forum a nessuno si chiede che lavoro fa e che interessi economici ha; "facciamo a fidarci" e confidiamo sulla buona fede.
Tuttavia abbiamo già avuto casi di professionisti che sfruttano la visibilità di F/1.4 per promuovere in modo diretto o indiretto la propria attività, e questo NON E' PERMESSO NE' TOLLERATO, a meno che non sia in essere una partnership ufficiale con noi.

Se un professionista decide di mettere la sua esperienza e il suo know-how a servizio di tutti con un messaggio o un articolo, benissimo: ma è opportuno che si qualifichi, affinché sia chiaro a chi legge che l'autore ha/non ha un interesse professionale diretto in un certo servizio/prodotto/tecnologia.

Ti è sufficientemente chiaro?

Citazione:
Ti risulta forse che abbia un laboratorio di stampa o che faccia consulenze a pagamento sul digital printing ecc.?


E che diamine ne so io?!?
Ma è proprio questo il punto, non lo capisci??

Non conosco la tua vita privata o professionale, non hai dichiarato nulla sui tuoi interessi economici e quindi né io né altri possiamo sapere se interessi del genere esistono o no!
Naturalmente VOGLIO BEN SPERARE (e se lo dici, come hai detto ADESSO, ci credo!) che tu abbia scritto in perfetta buona fede e solo come esperto e appassionato di stampa inkjet, ma è proprio questo il punto: io l'ho DICHIARATO ufficialmente, per cui il lettore può (supponendo si fidi di me) trarre le sue conclusioni.

Adesso l'hai dichiarato anche tu: benissimo, ci si guadagna molto in chiarezza, ti pare?

Infine, sugli inchiostri dye:

Citazione:
sui Vivera che ,come ben saprai, costituiscono una tipologia a sé ed hanno un comportamento ed evidentemente una composizione chimica diversi dai normali inks ad acqua


E gli Epson Claria dye allora? "Eccezione" anche quelli?

http://www.wilhelm-research.com/epson/WIR_EpR260_2006_11_30.pdf

Dato che Epson e HP sono le uniche Case a proporre ancora stampanti pro e/o semipro con inchiostri dye, casomai saranno gli altri inchiostri dye a fare eccezione!

Fer

Inviato: 29/4/2012 20:12
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Re: Differenza tra stampe Hahnemuehle e Lambda

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Se posso, essendo privo delle necessarie competenze di dettaglio per quanto attiene la tecnologia di stampa dry, vorrei spendere due parole quanto alla mia esperienza ormai più che trentennale di utente di stampe a colori tipo C-Print, attualmente da molti anni a sviluppo RA-4.

Un mio amico ha da poco dismesso tutte le attrezzature da laboratorio di sviluppo e stampa a colori, attività con cui aveva affiancato quella di fotografo dal 1978 essendo al tempo insoddisfatto di come gli altri laboratori gli stampavano i suoi servizi nuziali (e aveva ragione).

E' passato inizialmente per una macchina da stampa a colori in banda 20 cm detta nell'ambiente "Calimero" per la forma a ogiva della testa illuminante, in sintesi additiva.
Poi ha aggiunto un ingranditore con testa a sintesi sottrattiva dicroica De Vere 504, che ha usato sino a pochissimo tempo fa e tiene da parte per venderlo; nel mentre, la "Calimero" fu sostituita da una e poi due stampatrici con sistema misto additivo/sottrattivo della Polielettronica una in banda 20 (sono al 20x30) ed una in banda 30 (sino al 30x45 cm), riservando sempre al De Vere 504 i formati maggiori; infine, negli ultimi anni ha optato per un grosso sistema Durst Epsilon avendo richieste ormai quasi solo di stampa da file, non più da negativo colore sviluppato in C41.

Tutto il materiale sin qui citato, aveva in comune l'utilizzo di carta Kodak o Fuji da esporre al buio e sviluppare col classico processo RA4.

Avendo io aiutato questa persona a vendere pochissimi mesi orsono (poco prima di Natale scorso) ad una ditta tedesca che li ricompra per rivenderli ricontrollati sul mercato dell'estremo Oriente e dell'Africa, dove c'è ancora molta richiesta di stampe a colori fotochimiche, posso riportare la sua opinione dal momento che NON ha più attualmente alcuna attività di laboratorio, uccisa per consunzione dalla crisi economica, e attualmente prosegue solo la sua attività di fotografo. Perciò posso escludere alcun conflitto di interessi.

Ebbene, quanto a quattro anni fa, quando acquistò il sistema Durst (parliamo di qualcosa come cifre quasi a sei zeri, fra stampante e sviluppatrice) fece una indagine personale avendo il dubbio che fosse già il caso ad orientarsi verso sistemi senza camera oscura (stampanti-plotter).

Ed almeno quattro anni fa, nei confronti che fece andandosi a stampare propri files di prova sia con sistemi inkjet (s.l.) che Laser dry che con carta fotosensibile da sviluppare in RA4, proprio non c'era storia a favore di quest'ultima, anche quando la macchina per esporre la carta fosse la più rozza e (relativamente) economica delle laser.

Oggi, presumo che la resa dei sistemi di stampa non-fotosensibili sia migliorata di molto. Di quanto, però non so e non so se sia già giunto sul mercato qualcosa che quando faccio stampare riproduzioni di opere d'arte per i miei clienti possa avvicinarsi agli standard che raggiungevo con la Kodak Portra. Io ho appoggiato dei 20x30 a colori, raffiguranti dettagli stampati in modo che fossero 1:1 con l'originale, sopra la superficie di un grande dipinto seicentesco ad olio, e li ho visti "sparire" sull'originale senza che da 1 m si ritrovassero i contorni del foglio di carta fotosensibile, per quanto perfettamente "mimetico" era il risultato.

Con stampe inkjet nel senso più lato, che in qualche caso per esigenze temporanee mi è capitato di provare per venire incontro ad un cliente che aveva occasionali necessità di avere un prodotto cartaceo senza attendere qualche giorno, anche di recente (mesi, non anni) non mi sono mai avvicinato nemmeno pallidamente a questo, era come passare dall'Inno alla Gioia di Beethoven eseguito dalla Filarmonica di Berlino ad una registrazione della performance sullo stesso brano della banda dei Vigli Urbani di Terontola Scalo. Non scherziamo, la musica era certamente la stessa, diciamo, ma nulla di più. Poi che ad ogni Click, Create&Print o Photoshow mi vengano messi sotto il naso mirabolanti risultati ottenuti con infinite sedute di taratura da raffinati tecnici, con estenuanti e costose repliche "ad hoc" dagli stessi files d'origine, è un altro discorso.

Dei files di prova che mi feci stampare negli stand di alcune fra le Case più qualificate ed aggressive, confrontati con stampe che già avevo, erano interessanti, ma ancora non comparabili.

Ma anche le vetture in prova stampa che vengon date ai giornalisti (son stato anche giornalista del settore automotive per vent'anni esatti) son talmente a punto, ben regolate e "ben capate nel mazzo" dell'universo statistico della produzione di serie di una data marca che i fatidici "venti a litro" sono alla portata con un po' di attenzione di un guidatore esperto; la musica quando vai da un concessionario e te ne compri una "normale" peggiora di norma dal 10 al 15%. Sempre. Sempre. Sempre. Ogni vettura che ho avuto con il computer di bordo, mi calcolava consumi medi che facendo per curiosità "il conto vero coi litri" su campioni chilometrici di svariate migliaia erano a consuntivo ottimistici, e manco di poco.

Peraltro, il futuro della stampa a colori è assolutamente quello di testine che distribuiscono pigmenti su carte specifiche NON fotosensibili, o stampanti laser a colori di generazione evolutissima, per la banale ragione che col tempo lo sviluppo RA4 sparirà, sia per ragioni di praticità che per via delle sempre maggiori difficoltà di smaltimento corretto dei prodotti chimici esauriti. Il ciclo Primo sviluppo cromogeno - sbianca/fissaggio - primo lavaggio - secondo lavaggio - stabilizzatore - forno ad aria calda per l'essiccazione e la pseudosmaltatura... ha gli anni contati, a dir molto. Penso che saranno considerazioni connesse all'inquinamento e al costo dei chimici per l'RA4 (a monte, nell'ormai rarissimo C41) che me decideranno la fine. Si tratta di prenderne realisticamente atto, e di cercare poi di rivolgersi a quanto di meglio offrirà il mercato reale in quel dato momento.

Poiché non si potrà scegliere, dunque la querelle fra carta fotosensibile e inkjet o quant'altro perderà di significato, come per la stessa ragione tende ad avvenire colla diatriba argentico/digitale. Se Vissani o Gualtiero Marchesi o la Terrazza del Cavalieri chiudono, che perdi tempo a fare a confrontarlo con Quattro salti in padella Findus? Tanto vale confrontare Findus con Orogel e on BoFrost, o all'Osteria della Sora Checca, che cucina benone, e cercar di mangiare per il meglio.

Nel caso, però spero che nessuno tenti di impormi per ragioni di marketing di affermare di aver visto risultati migliori sinché ciò non avverrà. Son certo che avverà, Ma quando avverrà, sarà avvenuto. Non quando qualche promoter di Epson piuttosto che HP invece che Canon o Lexmark o Ricoh in conferenza stampa mi annuncerà trionfalmente che sarà già avvenuto.

Io ai miei clienti alla fine debbo mostrare, quando mi viene richiesto anche un supporto cartaceo di qualche tipo, stampe raffrontabili alla realtà fisica che mi è stato chiesto di riprodurre, non discorsi né grafici. E le chiacchiere quando devi farti pagare un lavoro stanno a zero, non è che posso spillare un depliant con grafici o affermazioni mirabolanti dietro ogni stampa per "dimostrargli" che è più bella e fedele.
Le stampe si guardano con gli occhi, non con le orecchie.

Perché se no quello in in risposta ha il pieno diritto di pagarmi con un assegno tratto dalla Banca di Paperopoli, con dietro spillata una dichiarazione di attendibilità e solvibilità firmata da Wanna Marchi.

Premesso questo, ho fiducia che certo la tecnologia va offrendo e via via offrirà alternative sempre più valide a ciò che non sarà più disponibile. Se saranno davvero sostituzioni che non mi faranno rimpiangere quanto sarà sparito dall'universo statistico delle possibilità a mia disposizione, ve lo saprò dire, spero, a suo tempo. Magari fosse, sarei il primo ad esserne contento: anche perché a quel punto nulla mi vieterà di attrezzarmi con un monitor strataratissimo ed una stampante domestica in A3+ con la quale, ovviamente a costi demenzialmente alti per copia rispetto ad una "vera" stampa a colori, poter controllare tutta la filiera dell'immagine in proprio, dallo scatto all'ottimizzazione del file alla stampa.

Un'ultima osservazione quanto alla durata nel tempo delle stampe. I test di stress effettuati in breve tempo sui materiali che si intendono presentare sul mercato, e che vengono con tripudio di lustrini e di nastri tagliati con la benedizione del vescovo, al suono delle trombe suonate da putti nudi con le alucce presentati alla stampa o ai fotografi, riescono solo ad irritarmi e a far sentire poco rispettata la mia (scarsa) intelligenza, nonché il volenteroso lavoro fatto sulla mente del sottoscritto negli anni dell'Università da professori di cui ho tuttora un deferente ricordo.

La risposta ad uno stimolo nel tempo di un sistema fisico dipende spessissimo, non di rado, dal fattore tempo; di massima, non si può che di rado, molto di rado, veramente di rado al di fuori della meccanica newtoniana sostenere che raddoppiando l'intensità di uno stimolo e nel contempo dimezzando l'incidenza del fattore tempo si ottenga lo stesso risultato finale.
La maggior parte dei sistemi su cui si operano esperimenti rispondono in modo non lineare al variare del rapporto stimolo-tempo, e non in tutti i casi si riesce a determinare quello che chiamerei rozzamente qui "l'algoritmo di correzione". La fisica dei quanti lo ha fatto capire in termini molto generali da Max Planck in poi. Si ragiona per soglie, non per continuum.

Ciò vale per l'accelerazione di una massa, ad esempio, ma non per gli effetti fisiologici di una accelerazione su un organismo. Nessuno in aeronautica è tanto pazzo da sostenere che se un pilota militare, con tuta pneumatica anti-g che gli comprime alla bisogna gli arti interiori per ridurre il blood-shift, può sostenere rimanendo sveglio e conseguenziale che ne so 9 g per quindici secondi, allora lo stesso stress per il suo corpo sarà sopportabile esponendolo a 4,5 g per trenta secondi. Allora a 2,25 g si dovrebbe resistere per un minuto, e a 1,125 g per due minuti... invece a 1 g ci campiamo benone tutta la vita, e a 36 g non resistiamo affatto per 3,75", sveniamo ben prima se non ci rimettiamo le penne. E' una colossale panzana. Nella realtà si prende il pilota, lo si centrifuga per bene (poveraccio), se ne centrifugano tanti altri di diversa risposta individuale, età, complessione fisica e peso, e si plottano i punti che rappresentano il limite stabilito di coscienza e lucidità residua. Poi si cerca di unire i punti con una linea curva, e si cerca di vedere SE e qualora ci sono delle correlazioni riconoscibili che si possano descrivere con uno studio di funzione. Se ciò avviene, siamo tutti contenti. Ma non è mica detto.

Analogamente, ho fortissime perplessità sulle modalità con cui in qualche settimana di test severissimi si pretenderebbe di poter dire che una certa carta stampata in inkjet con certi inchiostri durerà che ne so, 45 anni piuttosto che 5 o 100.
Magari è vero, ma non posso affermarlo per estrapolazione, questo fa semplicemente ridere i polli. Quanto durerà? Lo sapremo fra 45 anni, quando se va tutto bene quell'azienda sarà sparita o avrà cambiato nome e prodotti.

Posso dire certamente che la carta B con pigmenti B ha resistito, a parità di alterazione misurabile, per un tempo doppio rispetto alla carta A con pigmenti A, e di ciò andar certo fiero. Assolutamente. Ma già esporre nella hall di un albergo per dieci anni due stampe di foto di Roma incorniciate e sotto vetro, che casualmente erano una un Cibachrome (che ne so) una una Kodak sviluppata in RA4, è un test molto interessante.

Sottoporre in laboratorio un pezzo di carta fotografico stampato o esposto e poi sviluppato a test basati sull'esposizione a livelli ad es. di ultravioletti moooolto intensificati rispetto a quelli "naturali" della luce solare diretta, o contenuti in una banale illuminazione con lampade al quarzo jodio a 3400°K, e poi estrapolare i risultati riducendo l'intensità e andando a leggere il "tempo equivalente" su un diagramma, è concettualmente, non quantitativamente, errato. Mi permette di raffrontare l'efficacia di tecnologie diverse a parità di condizioni, o di prevederne le differenze di risposta in condizioni variate di un fattore due, tre, cinque, ma di certo non così smodatamente alto come quando in settimane si voglion simulare molti decenni. Non scherziamo. Non è serio A PRIORI, è antiscientifico, è politica di marketing, non scienza. Non solo la risposta potrebbe essere non lineare (e sin qui ce lo aspettiamo...) ma si può spesso non avere la più vaga idea di algoritmi di correlazione pur vagamente attendibili.

Ci sono prodotti che restano sul mercato anche anni. Perché non ci presentano mai dei depliants con grafici relativi alla risposta alla luce/temperatura/umidità/vento/componente UV di qualche stampa rimasta per due o tre anni in condizioni "solo particolarmente severe" ma reali? Che ne so, dietro la vetrina di un negozietto a Capo Verde esposto a Sud, senza nulla a far ombra alla stampa e senza aria condizionata? Non sarebbe più serio che non magari (estremizzo per battuta) vaticinarmi la risposta a 70 anni di vita di un pezzo di carta solo perché l'ho portato a Los Alamos in occasione di un test nucleare e l'ho esposto da 8 km al flash di una bomba atomica per tre secondi e due decimi?

Le Case automobilistiche effettuano collaudi su strada accelerati in condizioni estreme e molto variabili per svariate decine di migliaia di km, in mano a collaudatori che sanno "strapazzarle" per bene e in modo mirato rispetto al guidatore tipo. Ma impiegano vari mesi in climi duri e su stradacce d'ogni tipo per percorrere molte decine di migliaia di km, non è che qualcuno sostiene che il test sia altrettanto efficace prestando per una settimana il prototipo a mio suocero (per quanto...).

Il futuro, son convinto, è inevitabilmente e obbligatoriamente dry, null'altro che dry. Ma su qualità e durata meglio... dire quatto solo quando lo si ha già nel sacco, non quando stiamo ancora correndo dietro al gatto.

Non so se ho reso l'idea, scusate l'ignobile lunghezza e non bisticciate, ve ne prego.

Inviato: 30/4/2012 5:02

Modificato da VRicciardi su 30/4/2012 5:20:15
Modificato da VRicciardi su 30/4/2012 5:21:34
...io non vorrei mai far parte di un club che accettasse uno come me come socio... (Groucho Marx)
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