Esistono dei momenti nella vita di un individuo dove il contatto con una persona, una lettura, una esperienza, etc modificano profondamente e permanentemente il modo in cui - da quel momento in avanti - esperienze vengono vissute o ricerche intraprese.

Nel mio caso uno di questi rarissimi momenti e' accaduto all'inizio di quest'anno, con la lettura de "ll potere del centro. Psicologia della composizione nell'arte visiva" di Rudolf Arnheim.

Questo libro non e' il piu' famoso di Arnheim, ma secondo me dovrebbe essere il primo da leggere. A differenza delle sue due grandi opere, cioe' "Arte e Percezione Visiva" e "Il pensiero visivo" "Il potere..." e' un libro di un centinaio di pagine, agile, ma sotto un certo punto di vista di ancor piu' sorprendente impatto, per lo meno per lo sprovveduto come il sottoscritto.

Letto "Il potere..." gli altri due volumi tolgono il fiato per la profondita' dei concetti e l'ampiezza della trattazione, ma ormai ci si e' abituati ad essere affascinati da Arnheim, quindi se vogliamo l'impatto emotivo e' minore. Non lasciatevi fuorviare dal fatto che siano stati scritti 50 anni fa (!), di ruggine sopra ne hanno pochina.

Il quarto suo libro che ho letto, dal titolo molto stuzzicante di "Entropia e arte. Saggio sull'ordine e il disordine" e' invece a mio modestissimo avviso un incidente di percorso, nel senso di un essay (solo 56 pagine) che lascia alquanto perplessi, soprattutto per chi ha un minimo di infarinatura scientifica.

Tutti Einaudi meno "Arte..." che e' Feltrinelli.

Devo *assolutamente* consigliare a tutti di leggere "Il potere...". Non posso certo parlare per la vostra, ma la mia fotografia dopo questa lettura non e' stata piu' quella di prima. Meglio? Peggio? Diciamo che la domanda non e' rilevante, nel senso che mi sto ancora riavendo dalla bellissima (e micidiale) botta che la lettura de "Il potere..." mi ha dato...

grazie della segnalazione. provvedo subito all'acquisto del libro suggerito per poi rileggere nuovamente "Arte e percezione visiva" con nuova attenzione.

Grazie Marco,
aggiornero' la biblioteca. Ho proprio bisogno di spunti nuovi.
Ciao,
Renzo

Grazie Marco , seguirà sicuramente il tuo consiglio, è un testo di Arnheim che non ho letto e le tue parole entusiastiche sono sicuramente uno stimolo forte ad approfondire, mi hai incuriosito!



Ciao!!


Marco

Raccomandando questo libro ho messo grande impegno nell'evitare le solite note sopra il pentagramma di cui il Web e' pieno. Ma me ne sono innamorato, inutile nasconderlo.

In questa opera ho trovato risposte chiare, semplici e soprattutto convincenti alle solite affermazioni "da forum" tipo "questa foto la saprei fare anch'io" piuttosto che "e' solo per far colpo". Quante volte le abbiamo lette queste affermazioni, anche in questo forum? Arnheim demolisce con grande eleganza e semplicita' - quindi senza paroloni (quando ci vogliono usa pure quelli, non e' che siano letture facilissime le sue...) - le affermazioni lapidarie come quelle sopra da rivista da supermarket della critica artistica.

Se uno e' convinto che una percentuale importante di artisti sia sul mercato per portare a casa la pagnotta vendendo al pubblico un misto di calcolata trasgressivita' e di furbacchiona originalita', certo, questo libro di Arnheim (o qualunque altro di critica artistica) non cambiera' sicuramente la loro posizione. Ed infatti invito queste persone a fare a meno di leggerlo.

Un ulteriore piccolo motivo - se vogliamo molto pragmatico - per cui lo ho segnalato e' che le sue due grandi opere sono tomi imponenti che - a chi si avvicina al tema per la prima volta - possono (giustamente) incutere timore. E magari si mollano li' dopo qualche decina di pagine, un vero peccato. "Il potere..." innanzi tutto non e' il condensato semplificato di queste due, e' un'opera con una sua precisa personalita' (ed infatti Arnheim stesso la mette tra le sue tre opere piu' importanti) e poi incute - anche fisicamente, non sembra certo un tomo accademico - meno timore. Per questo lo considero il primo, e non il terzo da leggere.

Mi piacerebbe sapere da chi poi decide di leggerlo cosa ne pensa, facendo di questo thread una specie di relazione a piu' mani di questo straordinario lavoro. Perche' potra' piacere o meno, lo si potra' condividere o meno, ma sarei sorpreso se qualcuno lo trovasse "mediocre ed insipido".

Accidenti, non riesco a trovarlo da nessuna parte, mi dicono tutti che non è disponibile.
Speriamo sia solo un effetto delle ferie estive, e che non sia esaurito presso l'editore...

Fer

Anche a me risulta esaurito

Forse bisognerà  aspettare una qualche ristampa...

Incuriositissimo anch' io l' ho cercato, ma anch' io senza successo
Peccato, i toni ragionati ed entusiasti della recensione mi avevano davvero stimolato.

Denis

Un commento laterale.
Quello che mi é piaciuto di questo 3ad é la testimonianza di Mxa, e l'aver assunto un testo alto come quello citato, a guida e possibile orientamento al proprio fare fotografico.
A dimostrazione che con un po di attenzione questo é un sodalizio che funziona.
Attenzione però a non assumere il testo come un oggetto magico in grado di far scattare qualcosa di particolare nella speranza che il meccanismo funzioni comunque. Dipende e spesso da questioni molto individuali.
bs
marco


altra faccenda sarebbe inquadrare Arnheim, ad esempio in relazione a Gombrich altro grande della storia dell'arte e del pensiero visivo.

Ciao a tutti, concordo con la visione di Samuel(Marco)circa la fruizione dei contenuti di un testo.
Personalmente trovo "esaltante" un saggio quando formalizza nel linguaggio pensieri ed idee a cui si sta giungendo - o si è giunti - in autonomia.
Visto il titolo che Mxa ha nominato, mi permetto di consigliare anche la lettura di "Elogio della disarmonia,la riscoperta del mito e dell'immaginario: nella filosofia e nella pittura, nel teatro e nella letteratura, nell'architettura e nella moda" , scritto da Gillo Dorfles.
Per ora sono arrivato a metà  e l'ho trovato denso di stimoli, "conferme" e nuovi interrogativi.

Ciao.

Giorgio

Non lo conoscevo, un titolo davvero intrigante per me spero di trovarlo
ciao
c