Mira ottica per la misura della risoluzione degli obiettivi fotografici
Cos'è e a cosa serve:
E'
un'immagine pensata per essere stampata in formato A4 senza
ridimensionamenti, con i margini al minimo possibile, su una stampante di
elevata qualità e su carta ad alta risoluzione e alto tenore di bianco.
Va
stampata alla densità di 600 punti per pollice.
Contiene una serie
di "pattern" in vari colori, opportunamente scalati, pensati per essere
riconosciuti da un esaminatore umano una volta fotografati (tramite pellicola o
sensore digitale).
Serve per misurare in modo soggettivo ma
ragionevolmente standardizzato il potere risolvente di un sistema ottico
(obiettivo + pellicola/sensore ed eventualmente scanner), fornendo direttamente
lo storico valore di "coppie di linee al millimetro".
Come si usa (ripresa):
Una volta stampati almeno 3
fogli uguali su carta di elevata qualità e con la stampante impostata per avere
la massima qualità grafica, si affiggono gli stessi su una parete ampia e piana,
con illuminazione ragionevolmente uniforme.
Dovrebbe esserci 1 foglio al
centro (per valutare le prestazioni al centro del campo inquadrato) e un foglio
in corrispondenza di ciascun bordo della zona inquadrata (magari in
corrispondenza di un angolo e uno in corrispondenza dell'angolo opposto: es. in
alto a sinistra e in basso a destra).
La distanza a cui mettere i fogli
dipende dunque dall'ampiezza della zona inquadrata, che a sua volta dipende
dall'angolo coperto dall'obiettivo e dalla distanza della fotocamera. In linea
di massima, bisognerebbe cercare di utilizzare una parete molto ampia, onde
piazzare la fotocamera ad una buona distanza dalle mire ottiche.
Scegliere la
"giusta" distanza di ripresa non è facile e dipende da tanti fattori
(risoluzione dell'obiettivo, lunghezza focale, tipo di test che si vuole
effettuare e così via); comunque dovrebbe essere non inferiore a 2 metri
come regola di larga massima e comunque almeno 25 volte la lunghezza focale
dell'obiettivo (almeno 50 volte per le corte focali, almeno 10 volte per le
focali più lunghe, con "corte" e "lunghe" in relazione al formato in
uso).
A questo punto si misura la larghezza del campo inquadrato tramite
un metro flessibile e si annota il valore rilevato.
Controllando con
attenzione che il campo sia completamente inquadrato e che il piano di ripresa
(pellicola o sensore) sia ben parallelo alla parete, si scatta la fotografia
(possibilmente usando cavo flessibile e autoscatto e disponendo di cavelletto e
testa di buona stabilità) annotando su un post-it o sulla mira stessa i dati di
scatto.
Come si calcola la risoluzione (uso del
foglio Excel):
Sviluppata la pellicola o caricato/convertito
il file digitale, come prima cosa bisogna controllare se il campo effettivamente
ripreso coincide con quello misurato inizialmente, o se la zona registrata è più
stretta o più larga: in tal caso, occorre stimare l'effettiva larghezza
fotografata e annotarla ("lato lungo area in cm").
Occorre poi
annotare l'effettiva larghezza del fotogramma: per fotocamere digitali sarà la
larghezza attiva del sensore (es. 35.8mm per una Canon 5D), per macchine a
pellicole sarà l'effettiva larghezza del fotogramma misurata direttamente (es.
56mm per una Pentax 645).
Si annota questo valore come "Dimensione
effettiva immagine su piano focale, in mm".
A questo punto si
esamina qual'è il più piccolo pattern ancora vagamente distinguibile (devono
potersi contare, sia pur con difficoltà, le 8 coppie di linee di cui è
composto). Questo può essere fatto a monitor per i file digitali e con un buon
microscopio per le pellicole.
Si annota il numero del pattern
così individuato.
Si apre il foglio Excel e si impostano i valori fin
qui ottenuti:
Lato lungo area cm (casella B6)
Dimensione
effettiva immagine (casella B7)
A questo punto, in corrispondenza del
numero di pattern individuato come ultimo riconoscibile (riga 1), si può leggere
alla riga 8 l'effettiva risoluzione ottenuta, in coppie di linee al
millimetro.
Esempio:
Supponiamo di aver disposto le mire
ottiche su una parete piana, coprendo un rettangolo largo in tutto 2.5
metri.
Scattiamo con una Pentax 645.
Esaminando la pellicola, ci rendiamo
conto che abbiamo preso (per imprecisione del mirino) un'area leggermente più
grande, che stimiamo essere di 270 centimetri (ci si può basare, per questo,
sull'osservazione che ciascun foglio A4 attaccato alla parete è grande 20 x 30
centimetri).
Vediamo inoltre che ciascun fotogramma è largo 56mm su
pellicola.
Inseriamo allora "270" in B6 e "56" in
B7.
Vediamo al microscopio che l'ultimo pattern in qualche modo
riconoscibile è il numero 6.
La risoluzione è allora di 88
coppie di linee al millimetro (o lp/mm: Line Pairs per Millimeter).