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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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8/10/2006 17:44
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Quell'articolo parla anche di oggi. Se ti riferisci al passato l'abbaglio c'è stato, ma ripeto, quell'articolo va avanti...superando l'approccio linguistico.
Sarebbe interessante capire chi altri c'è oggi sul terreno degli studi sulla fotografia. Chi ha qualche nome...
bs
marco





Inviato: 30/1/2007 13:30
La fotografia non si domina: corre da sola e l'uomo la segue in ritardo e mai come oggi.
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Mah, io ho spesso la sensazione che i testi più interessanti, per quanto riguarda la fotografia, siano testi che si occupino sostanzialmente d'altro, pittura o poesia o filosofia, rimango ancora a volte deluso dall'attuale corpo di produzione critica/estetica prettamente "fotografico", sbaglierà sicuramente dal momento che di certo non ho letto tutto e non mi considero nemmeno un lettore "onnivoro", il principio ispiratore che mi guida nella scelta delle mie letture è molto semplicemente quello del progredire dei miei interessi di ricerca in ambito fotografico ed artistico, quindi mi considero tutt'altro che "completo"...a questo proposito però vorrei segnalare un libro che giaceva nella mia biblioteca da moltissimi mesi (ero ancora troppo impegnato sui testi relativi al Corpo senza Organi), e devo solo ai commenti positivi di Marco/Mxa il fatto che ho deciso di leggerlo in tempi recenti, grazie Marco!!!!, e mi sento di consigliarlo vivamente a tutti (purtroppo è solo in inglese), sto parlando di In Camera - Francis Bacon
Photography, Film and the Practise of Painting, di Martin Harrison, lo considero uno dei testi più interessanti sulla fotografia che mi sia capitato di leggere da tempo, visto dalla parte del fotografo (e non dello studioso della pittura di Bacon) apre degli orizzonti inediti ed a volte inaspettati su quella che potrebbe una pratica ed una ricerca fotografica "a venire"...



Citazione:

claudiom ha scritto:
Non posso dimenticare le parole di David quando disse che i francesi potevano portare in Francia tutte le opere d'arte che riuscivano, ma mai avrebbero capito la pittura.
Tra letteratura e cucina, mi pare i francesi, egemonia culturale per 50 anni, non si siano mai mossi da lì.



Però queste generalizzazioni mi suscitano sempre e solo indifferenza, mi piace ragionare e valutare per individualità  e non per categorie e prodotti culturali, tanto più se penso che personalmente considero Blanchot e Deleuze due tra i pensatori più rivoluzionari ed innovativi degli ultimi 30 anni, toh è gli è pure "capitato" di essere francesi , faccio molta fatica a trovare nel panorama contemporaneo autori che abbiano espresso una tale originalità  di pensiero e di temi, a partire da Millepiani di Deleuze fino alla Scrittura del disastro di Blanchot...anzi uno in Italia ce l'avevamo, Carmelo Bene, che (de)pensava e si smarriva con il corpo e con la voce, ma questa è tutta un'altra storia...




Inviato: 30/1/2007 15:10
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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8/10/2006 17:44
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Concordo con te Marco sulla qualità  dei libri non fotografici o che provengono da autori non necessariamente critici o fotografi. Trovo però differente l'approccio che ha uno studioso di linguaggio, da un autore che riflette su aspetti del suo agire fotografico. Ancora diverso é l'apporto che danno alcuni testi, poetici, letterari al "fare fotografia" - un po come dice Floriano - mi sembrano piani diversi, difficilmente confrontabili. Anche se poi nel "fare fotografia" tutti questi tipi di testi possono essere "inizi".
Il libro di Bacon (quant'era bravo) mi piacerebbe leggerlo ma un superficiale inglese, per ora, me lo impedisce.

Per i francesi aggiungerei Marc Auge, antropologo, quello dei non luoghi...anche lui potenzialmente uno spunto e non solo per molta fotografia contemporanea.
bs
marco



Inviato: 30/1/2007 15:29
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Utente non più registrato
Cioè voi sottintendete che si possano ancora scrivere degli studi, oggi, sulla fotografia.

A me pare che, contrariamente al mio omonimo bolognese, non sia più possibile scrivere di fotografia, anzi non sia mai stato possibile farlo, se ci si pensava un po', senza aspettare le immagini digitali virtuali.

Ciao, Claudio Marra.

Inviato: 30/1/2007 15:40
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Utente non più registrato
Claudio, quindi sei l'omonimo di Claudio Marra che ha scritto la falsa rivoluzione??

Inviato: 30/1/2007 16:31
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
Utente non più registrato
si, mi tocca questa pena, per le mie foto banali.
Ciao, Claudio.

Inviato: 30/1/2007 16:43
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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25/8/2005 8:38
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Citazione:

Marco ha scritto:
Mah, io ho spesso la sensazione che i testi più interessanti, per quanto riguarda la fotografia, siano testi che si occupino sostanzialmente d'altro...


Non potrei essere piu' d'accordo. Quando ho cominciato a cercare di fare della fotografia 'seria' mi sono messo a studiare sia i testi di storia della fotografia che quelli di estetica e critica.

Giunto al settimo o ottavo libro di estetica/critica mi sono convinto che non mi aiutino proprio a diventare un fotografo migliore. C'e' molto parlarsi tra colleghi, e' tutto molto insulare. Ecco perche' mi era piaciuto molto il lavoro di R. Adams citato in altro thread, perche' parlava da fotografo a fotografo.

Per il mio miglioramento penso sia molto piu' utile investire tempo a guardare il lavoro di altri fotografi. In questo i testi di storia della fotografia mi hanno dato alcune rotte su cui navigare: quelle sono state invece letture essenziali.

Per il resto, anch'io come Marco, ricavo molto piu' stimoli dal leggere libri di altra arte contemporanea (musica, principalmente).


Inviato: 31/1/2007 8:35
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Si rischia, a mio parere, una confusione. Se guardo a ciò che mi aiuta a fotografare, a sviluppare idee non leggo certo libri sulle teorie fotografiche e quant'altro. O perlomeno non sono i primi che leggo. Diversi sono gli stimoli e non necessariamente libri, ma puà essere musica, confronti, esperienze e via di questo passo per arrivare ai libri, ed é vero letteratura, poesia, biografie, sono straordinari punti di partenza.
Ma sono cosa ben diversa dai libri di studiosi che indagano il linguaggio. Si sbaglia di grosso se si assumono questi libri come fonte per sviluppare un proprio pensiero fotografico, creativo, espressivo. Sono altra cosa.
Leggo che si continua a metterli sullo stesso piano, ma è operazione rischiosa che che porta a poco.
Poi, se si leggessero anche altri libri di teoria forse alcuni preconcetti cambierebbero...e allora anche questi avrebbero il loro posto.
bs
marco

Inviato: 31/1/2007 9:14
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Penso che siano due cose ben distinte: da una parte tutto quello che ci stimola, ci fa crescere, ci alimenta, comprese le nostre teorie sul mondo, sulla mente e, perché no, sull'arte e sulla fotografia, dall'altra testi e teorie sulla fotografia, con un forte sbilanciamento rispetto alla fotografia come linguaggio. Sono convinto che ognuno sia libero di attingere come crede da questo approccio, così come credo che non a tutti possa sembrare così fondante e così pregnante l'approccio semiotico che da anni sembra essere l'unico modo per accostarsi all'estetica e alla storia della fotografia.


Andrea

Inviato: 31/1/2007 13:30
sono moderno, non contemporaneo
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Hologon, appunto, sono due cose ben distinte. Quello che da un po di tempo in vari topic voglio dire é che se si assumono certi testi come riferimento per la propria creatività  si rischia di incasinarsi, tutto qui. Funziona molto meglio la poesia, la letteratura, andare alle mostre, mettersi in riva al Po...su questo non ci piove. Ovvio, poi ognuno é libero di partire da dove vuole anche da sua nonna.
Il secondo punto sul quale sto insistendo (prima o poi la pianto) è che quando sento parlare di semiotica in un certo modo mi viene il sospetto che NON SI CONOSCA la semiotica, più ancora quella applicata alla fotografia, che non è quella solo di barthes o di peirce e oggi é ben altro e molto contaminata. Punto. Personalmente non la uso per le mie fotografie, ne devo venderla a qualcuno. La uso nel lavoro e l'ho approfondita per interesse negli studi sul visivo. Ma se qualcuno ne parla, senza conoscerla fa un cattivo servizio alla conoscenza e a chi legge.
Se in Italia funziona una cultura debole su alcune vicende non é colpa nostra, ma della miopia di alcuni studiosi.
Ancora una volta per provare a chiarire.
bs
marco



Inviato: 31/1/2007 13:46
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Sarei molto grato se qualcuno di voi mi indicasse una breve bibliografia riguardante interpretazione semiotica delle opere d'arte figurative.

Molte grazie, Claudio.

Inviato: 1/2/2007 11:16
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Se ti interessa vado in PM, vorrei evitare il dialogo a due nel forum. Forse sbaglio, ma sul taglio semiotico c'è scarso interesse e dunque...sempre in due si resterebbe, se va bene.
bs
marco

Inviato: 1/2/2007 15:49
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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No no a me interessa parecchio il taglio semiotico.
Se volete aprite un'altro 3ad...

Inviato: 1/2/2007 16:17
http://www.carlocorradi.it
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Citazione:

Xerces ha scritto:
No no a me interessa parecchio il taglio semiotico.
Se volete aprite un'altro 3ad...


Mi associo pure io. E siamo già  in 4.

Marco

Inviato: 1/2/2007 16:43
Il mio sito

"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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in 5....

Inviato: 1/2/2007 18:02
.........

......
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Ok, in tutto siamo in cinque. Partitella a basket, senza riserve.
Sono da un cliente per due giorni fuori Torino e per postarvi qualcosa di sensato devo riprendere in mano qualcosa, ma riesco a farlo a casa.
In ogni caso un paio di indicazioni:
Un sito sulla semiotica visiva, interessante e introduce anche ad aspetti legati all'arte

http://digilander.libero.it/pieropolidoro/

poi ci sarebbe Ernst Gombrich, ritenuto anche dai semiotici uno studioso molto importante e aggiungerei piacevole da leggere

- Arte e Illusione. Einaudi
- Arte, percezione e realtà , Einaudi
- Immagini simboliche, Einaudi

un testo fondamentale (per me vale anche nella fotografia)
A.G.Greimas, Semiotiche plastiche e semiotiche visive.

Lo si trova all'interno di altri testi perchè é un saggio, quali ve lo dirà, ma viene comunque introdotto da Polidori nel sito che vi ho indicato.
a lunedì per altri testi
bs
marco


Inviato: 1/2/2007 18:14
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A. Gilardi

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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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OK, queste tacche sul fucilino le ho.
A lunedì.
Ciao, Claudio, gazie.

Inviato: 1/2/2007 18:26
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia
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Grazie mille marco.
Il sito di Piero Polidoro è molto interessante.

Da parte mia posso segnalare :

1) http://www.associazionesemiotica.it/ec/index.html

Daccordissimo su tutta l'opera di Gombrich
in particolare anche

2) "Ombre" - Gombrich Ernst H.
"...Perché il gioco delle ombre è solitamente assente dalla grande pittura occidentale?
Bisognerà  attendere il Seicento, Caravaggio e Rembrandt, perché l'ombra sia chiamata a dare risalto drammatico ai soggetti rappresentati o addirittura assegnarle un ruolo di primissimo piano nell'evocare ambienti o stati psicologici. E così pure i romantici, gli impressionisti e i surrealisti la utilizzeranno spesso.
Ma accanto a loro Gombrich studia anche grandi fotografi come Cartier-Bresson..."

Inviato: 1/2/2007 18:37
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Dimenticavo "Ombre", hai perfettamente ragione.
Il sito dell'associazione é uno dei migliori sulla materia semiotica, nelle sue diverse articolazioni.
L'indirizzo che hai postato é quello della loro rivista (molto buona)
questo é quello del sito dell'associazione (senza l'ec)

http://www.associazionesemiotica.it/index.php

Mi sono limitato a quelle indicazioni, ma altro di interessante c'è ancora, anche su siti. Dipende un po da quanto si ha come formazione di base perchè la semiotica greimasiana e la sociosemiotica hanno un linguaggio formale piuttosto ostico, negli studi più tecnici. Il sito di Polidori é una buona introduzione.

Stiamo anche andando un po in OT, cambiamo ?
bs
marco

Inviato: 1/2/2007 18:49
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Re: L. Scalabroni - Per una semiotica della fotografia

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Come promesso...direi che un testo citato più volte anche nel sito di Polidori é (anzi sono):

Corrain, L. - Valenti, L., 1991, Leggere l'opera d'arte, Bologna, Esculapio
Corrain, L., 1999, Leggere l'opera d'arte II, Bologna, Esculapio.

nel primo trovate anche il testo di Greimas "semiotiche plastiche e semiotiche figurative"

Aggiungerei un testo di:
J.Lotman, Testo e contesto. Semiotica dell'arte e della cultura; Laterza

Non dovrebbe mancare assolutamente dalla libreria;
A.G.Greimas, dell'Imperfezione, Sellerio
piccolo ma prezioso testo sulla manifestazione dell'estetica da leggere e rileggere, per capire, fotografare, guardare...

C'è poi un testo introduttivo al linguaggio dell'arte, direi interessante dove si parla molto di semiotica ma anche di iconografia, iconologia, psicologia dell'arte, ecc
O.Calabrese, Il linguaggio dell'arte, Bompiani

E qui chiuderei per i libri. C'è anche dell'altro, ovviamente, ma non mi sembrava che si chiedesse una bibliografia completa.
Se però si segue il sito di Polidori c'è anche la voce bibliografia e li si trovano ottimi riferimenti.

Aggiungerei, già  indicato da Marco e nel mio 3ad precedente anche il sito

http://www.associazionesemiotica.it/index.php

e quello della rivista, di arte e di epistemiologia, Parol

www2.unibo.it/parol/home.htm


Autori come Eco, Floch, e altri hanno scritto di arte con approccio semiotico, ma direi che se uno é interessato ad approfondire allora va avanti e la strada é ricca di riferimenti.

Direi solo un ultima cosa.
Come già  detto in altri 3ad, la semiotica contemporanea è una disciplina in movimento che trova il suo principale filone (al quale faccio più riferimento) nella semiotica generativa di A.G.Greimas, a suo volta legato al pensiero di Hjelmlsev, corrente che attualmente trova al suo interno evoluzioni interessanti (Landowsky; la società  riflessa - per dirne uno).
L'altra corrente importante della semiotica contemporanea é quella detta interpretativa che fa riferimento ad U.Eco e al pensiero di Peirce.

C'è anche un recupero interessante di Barthes, ma non di quello più conosciuto anche negli studi di fotografia, ma dell'ultimo Barthes più interessato ai processi di significanza (in Italia Marrone dell'Università  di Palermo ha scritto alcune cose su questo aspetto)

Il citato Lotman fa parte di quella corrente russa che studia i processi culturali, gran bell'autore esce dalle correnti prima indicate.

Se poi si vuole dell'altro si puà approfondire.
bs
marco

Inviato: 4/2/2007 16:52
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