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1 Utenti anonimi
Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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26/8/2022 22:02 Da Correggio
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Sì, tendine in titanio a scorrimento orizzontale, l'aveva specificato Orso qualche giorno fa e posso confermarlo, perchè oggi mi sono fatto prestare da un amico collezionista una Nikon F2, per valutare meglio i possibili punti critici della macchina (un po' come nel film Apollo 13, dove da terra dovevano simulare i problemi che avevano nello spazio ).
Orso ha una Nikon F2 AS, ma strutturalmente dovrebbe essere identica.
Inviato: 1/3 23:16
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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26/8/2022 22:02 Da Correggio
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Io comunque sono fiducioso, perché adesso che abbiamo verificato il perfetto allineamento delle strisce su rullini diversi, con emulsioni diverse, scattati e trattati in tempi diversi, sappiamo che il difetto deve essere riproducibile anche artificialmente e quindi si tratta solo di procedere con metodo per determinare le condizioni in cui il fenomeno si manifesta.
Aspettiamo la verifica "a occhio" di Orso.
Inviato: 1/3 23:32
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Esatto, tendine non lamelle. E' una reflex a sistema, il corpo F2 è sempre lo stesso, il suffisso indica il tipo di pentaprisma che può andare dal DP-1 del 1971 fino al DP-12 credo uscito nel 77 (suffisso AS). Negli ultimi 45 anni, sul formato 35 mm ho usato esclusivamente F2 AS rigorosamente nere (una decina) e le conosco abbastanza bene. Le dita delle mie mani ormai sono modellate su questa fotocamera, e non riuscirei a scattare con altre (il mio medico, che non capisce nulla, parla di artrosi...) Nei prossimi giorni controllerò l'otturatore delle attuali due.
Inviato: 2/3 8:30
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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18/10/2007 15:59 Da Torino
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una vicenda appassionante. sto scrivendo una sceneggiatura che prende spunto dalle anomalie riscontrate: una vicenda di spionaggio internaziinale, protagonisti agenti segreti che usano rullini appositamente modificati e i segni riscontrati,opportunamente accostati, compongono il messaggio cifrato. il malcapitato acquirente,che usa e sviluppa i rullini incriminati,si trova inconsapevolmente al centro di una caccia all'uomo a livello mondiale. i membri del forum gli offrono asilo e protezione. cone finirà?il bene trionferà? se la vendo spartirò i diritti con tutti coloro che hanno dato un contributo alla discussione.
Inviato: 2/3 9:41
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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26/8/2022 22:02 Da Correggio
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Sceneggiatura molto interessante, soprattutto l'idea del codice decifrabile tramite l'affiancamento delle anomalie e dell'intermediario inconsapevole.
E allora continuiamo con la raccolta di indizi: Orso, come sei abituato a scattare? Riarmi l'otturatore subito dopo ogni scatto, oppure lo lasci scarico e lo riarmi appena prima di scattare? Se dovessi giocarmi i tuoi dieci rullini sulla base dei pochi elementi raccolti finora, scommetterei sulla prima opzione.
Inviato: 2/3 10:19
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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23/6/2022 9:20 Messaggi:
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Citazione:
Si in effetti come nei migliori film gialli tutti gli indizzi porterebbero ad individuare il colpevole senza ombra di dubbio, ma il colpo di scena è che il colpevole già acclarato risulta (apparentemente) totalmete estraneo al fatto, per colpa di questra trama io mi sono appena giocato una cena Luculliana. Ottima la trama internazionale, io ci metterei anche qualche indizio che porta ad una setta satanica, perché in questa vicenda c’è qualcosa di inesplicabilmente diabolico, la cui presenza si avverte e infatti dichiari inconsapevolmente - il bene trionferà ? -
Inviato: 2/3 12:15
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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26/8/2022 22:02 Da Correggio
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Orso, ti ricordi se le fotografie del lampione le hai fatte col sollevamento manuale dello specchio?
Se sì, è una funzione che utilizzi abbastanza spesso?
Inviato: 3/3 6:36
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Citazione:
Sì, tutto partito dall'Italia che accusa un ignoto Paese rivolgendosi all' MI-6 britannico, che dopo aver tentato di addossare le colpe all'Italia stessa prova a mettere di mezzo controlli in EU fatti per ripicca alla Brexit, nel tentativo di difendere l'ignoto Paese suo alleato. Ma maldestramente rivela che l'ignoto Paese è in realtà la Cina. La quale, come sempre tace. Citazione:
Diciamo che a vicenda risolta, se mai si risolverà, l'unico a prendersela sotto la coda sarà un vecchio plantigrado spelacchiato...
Inviato: 3/3 8:32
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Citazione:
La seconda, da sempre. Citazione:
E' una funzione che utilizzo abbastanza spesso, ma TUTTE quelle postate qui sono state fatte a mano, e quindi senza sollevamento dello specchio.
Inviato: 3/3 8:40
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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26/8/2022 22:02 Da Correggio
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Citazione:
Ho fatto bene a giocarmi i tuoi, di rullini...
Inviato: 3/3 10:09
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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26/8/2022 22:02 Da Correggio
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Un altro controllo che puoi fare a occhio:
scatta in posa T e verifica l'integrità dell'opacizzazione della scatola dello specchio, specialmente il retro dello specchio e la base del box, che hanno una struttura a righe. Se l'opacizzazione fosse in parte compromessa, il riflesso potrebbe interferire con l'uniformità dell'esposizione.
Inviato: 3/3 20:09
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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26/8/2022 22:02 Da Correggio
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Quando farai l'ispezione a vista dell'otturatore, tieni presente che nel punto in cui le tendine si sovrappongono, un po' di luce dovresti vederla comunque, anche se l'otturatore non è difettoso.
Se stai guardando dalla parte del bocchettone, con la luce sul piano pellicola, di luce potresti vederne anche parecchia (nella foto in realtà l'effetto risulta amplificato e sembra molto di più di quello che si vede a occhio), mentre quando la luce è a livello del bocchettone e guardi da dietro, a occhio nudo l'infiltrazione è quasi impercettibile. Quello che ci interessa non è questa infiltrazione laterale, ma eventuali lesioni della tendina.
Inviato: 4/3 10:44
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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PESSIME NOTIZIE!!!
Stamattina da me c'è il sole. Ho montato un tubo di prolunga, alzato lo specchio (l'opacizzazione all'interno è perfetta), chiuso la tendina dell'oculare del mirino (il Photomic DP12, cioè la F2AS, ha questa possibilità) e aperto il dorso. Con l'occhio appiccicato al tubo di prolunga in modo da non avere infiltrazioni laterali, e l'asse ottico puntato verso il sole, ho guardato sia con l'otturatore scarico che carico, in modo da controllare entrambe le tendine, e anche con le tendine a metà corsa. Per ogni prova ho guardato per almeno un minuto in modo da dare tempo all'occhio di assuefarsi al buio. Ho fatto le prove con entrambe le F2AS che al momento possiedo. Risultato? Non entra un solo fotone in nessuna condizione. Né attraverso la prima tendina, né attraverso l'altra, né con le tendine a metà, né mentre si sta caricando. Niente di niente! E non la ritengo affatto una buona notizia... , perché se uno scopre di avere un'otturatore difettoso, cambia otturatore o cambia macchina e poi fotografa tranquillo. Plafoto, la poca luce che dici di vedere con le tendine a metà, cioè durante la carica, a mio avviso è luce riflessa, che arriva da dietro, dalla parte del tuo occhio, la stessa luce che illumina leggermente in un caso il bocchettone e nell'altro le guide della pellicola, che allo stesso modo si riflette sul quel rinforzo verticale delle tendine. A meno che l'esemplare che hai provato abbia l'otturatore difettoso. Se l'otturatore funziona, non deve passare la benché minima infiltrazione di luce in nessuna condizione. In una F2 poi... PS: se avessi avuto un'infiltrazione attraverso una tendina, ci sarebbe stato da spiegare i 44 rullini su 47 degli ultimi 5 anni dove non si trova traccia di questo difetto.
Inviato: 5/3 12:34
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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26/8/2022 22:02 Da Correggio
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Una buona notizia in realtà c'è, ed è che... il tuo test non è attendibile!
Nel tuo metodo ci sono almeno due punti critici: il primo è che le pupille non si dilatano in modo indipendente e quindi, avendo fatto il test in pieno sole, la luce che raggiunge la pupilla dell'occhio chiuso attraverso la palpebra, impedisce la completa dilatazione della pupilla dell'occhio aperto (a meno che l’occhio chiuso non fosse coperto da una benda a perfetta tenuta di luce). Il secondo punto è che un minuto è un tempo del tutto insufficiente per l'adattamento al buio, anche se tu fossi in una stanza buia invece che al sole, perché la sola dilatazione delle pupille non è sufficiente per abituarsi al buio. Il tempo per un perfetto adattamento al buio è di circa mezz’ora, anche se per il nostro test 10 / 15 minuti in una stanza buia sono sufficienti. Io ho proceduto in questo modo: ho preparato tutto (fotocamera pronta, panno nero, lampada) su un tavolo, come si fa per le tank e ho aspettato al buio per circa 15 minuti, come facevo per testare a occhio la tenuta della camera oscura, prima del test definitivo su pellicola. Il test l’ho fatto con macchina e lampada avvolte in un panno, in modo che a lampada accesa neanche l’occhio non impegnato nella visione rischiasse di ricevere luce. Le foto che ho postato sono solo a titolo esemplificativo e ho introdotto un po’ di luce ambiente per rendere comprensibile l’effetto che vedevo a occhio, ma nell’ispezione a vista anch’io avevo l’occhio “dentro” il bocchettone e non vedevo niente dell’esterno macchina che si vede nelle foto (tieni anche presente che la prima foto è un’esposizione a 3200 ASA di 5” - f/2.8 e l’effetto, come avevo scritto, è notevolmente amplificato rispetto alla visione diretta). Posso quindi dire, con assoluta certezza, che quella che ho visto dal vivo e che si vede nelle foto, non è luce riflessa, ma luce da dietro. Devo dire che quando ho visto l'infiltrazione, non avendo mai fatto prima questo tipo di test, ho pensato a un difetto della macchina e come verifica ho fatto la stessa prova su altre 3 macchine, con otturatori diversi (due otturatori orizzontali con tendine in stoffa e un otturatore verticale a lamelle) e il risultato, più o meno accentuato, è stato sempre lo stesso: per questo avevo scritto che l’infiltrazione laterale non è un problema, ma qualcosa di fisiologico, dovuto, immagino, al fatto che la sorgente di luce così vicina fa entrare luce da un lato, cosa che non avviene nelle normali condizioni operative, in cui oltretutto la parte di sovrapposizione delle tendine non staziona mai al centro del fotogramma, come nel test. La sorgente di luce che ho usato inoltre non era quella puntiforme dello smartphone, ma una lampada con superficie illuminante più ampia, che copriva l’intera area della finestra dell’otturatore. Dovresti quindi ripetere il test in modo più rigoroso, oppure, se non ne hai voglia, passare direttamente ai test su pellicola (che probabilmente dovrai fare comunque).
Inviato: 5/3 18:07
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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26/8/2022 22:02 Da Correggio
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se avessi avuto un'infiltrazione attraverso una tendina, ci sarebbe stato da spiegare i 44 rullini su 47 degli ultimi 5 anni dove non si trova traccia di questo difetto. Secondo me bisognerebbe innanzitutto entrare nell'ordine di idee che il difetto sia più frequente di quanto non sembri: l'intensità delle righe non è sempre uguale, a volte effettivamente sembra non esserci, ma a volte potrebbe essere solo molto debole e se lo sfondo non è uniforme il difetto potrebbe esserci, ma non essere visibile. Un'altra cosa importante: l'assemblaggio delle fotocamere rimane sempre invariato, o per qualche motivo può essere capitato che tu abbia dovuto scambiare i dorsi o i pentaprismi tra le due macchine?
Inviato: 5/3 21:29
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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22/6/2009 11:34 Messaggi:
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Plafoto, solo per la dedizione a questo mio problema, una cenetta (-etta nèh, non luculliana, almeno per ora) già te la meriteresti.
Una cosa importante: non sto cercando peli su uova, difetti che ci sono ma non si vedono tanto sono lievi, ma difetti macroscopici, come da foto allegate. Nella prova che ho fatto ieri, l’occhio non infilato nel bocchettone era chiuso ed appoggiato al dorso aperto della macchina, quindi completamente protetto dai raggi solari. Vero che per una completa adattabilità dell’occhio al buio un minuto non basta, ma siamo di fronte ad una curva logaritmica. Voglio dire, la pochissima luce che filtra (ammesso che ci sia), che viene percepita come buio assoluto dall’occhio dopo un minuto, per impressionare la pellicola avrebbe bisogno di ore, cosa che per il mio modo di fotografare non può avvenire. Poi c’è il discorso del pattern che mi ritrovo, che sono righe chiare (sottoesposte) sul negativo esposto correttamente, e non viceversa. Lo puoi vedere bene dalla foto degli spezzoni che ti ho mandato. Pensare che una tendina si deteriori in modo uniforme tranne in corrispondenza di sottili strisce dove rimane integra, mi riesce abbastanza difficile. Infine la prova su pellicola. L’ho già fatta, e su 44 interi rullini ha dato esito negativo. I cieli tersi e uniformi sono abbastanza frequenti nelle mie fotografie, quindi sicuramente almeno in un 10% dei fotogrammi ci sono. 44x36x10% = 150 foto circa, senza le maledette strisce (e se non si vedono su superfici uniformi, sicuramente non si vedono neanche sulle altre, e per me non ci sono). Perché un otturatore difettoso le avrebbe risparmiate? Corpo e pentaprisma sono sicuramente lo stesso in tutte le foto postate tranne quella del fenicottero, dove avrebbe anche potuto essere un’altra fotocamera (poi venduta e sostituita dall'attuale secondo corpo), ma non ricordo.
Inviato: 6/3 12:05
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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Per quanto riguarda la cenetta, mi accontenterei anche di un sacchetto di Ritornelli (voglio però quelli difettosi eh? )
Il motivo per cui mi sono appassionato al tuo caso è che anch’io, vent’anni fa, ho dovuto affrontare il mio “difetto inspiegabile” e ricordo ancora la soddisfazione, mia e del riparatore, per esserne venuti a capo e adesso la cosa è ancora più appassionante, visto che la macchina è tua e non mia! Cerco di mettere un po’ in ordine le cose: innanzitutto lascerei cadere la discussione sull’attendibilità o meno dell’ispezione a occhio, perché in ogni caso non è molto importante e ciò che conta, se avrai la voglia e la pazienza di farli, saranno i test su pellicola. Gli scatti che hai fatto finora non puoi considerarli un test rigoroso, perché la loro osservazione ti aveva portato a una conclusione sbagliata: eri convinto che il pattern di strisce non fosse un timbro e invece l’accostamento dei fotogrammi ha dimostrato che è proprio un timbro, un pattern ricorrente che, come l’impronta di un timbro, cambia solo di intensità. Affrontare il problema con approccio rigoroso significa mettere da parte tutto ciò che è valutazione soggettiva e tutti gli elementi che possono falsare il giudizio (come un cielo nuvoloso o la superficie di un prato, in cui non si capisce se il difetto c'è o non c'è), attenersi solo ai dati oggettivi e cercare di creare condizioni di riproducibilità il più asettiche possibile. I dati che abbiamo raccolto finora (i diversi numeri di emulsione, l’allineamento delle righe, la modalità di sviluppo, la distanza temporale tra i rullini dfettosi, lo scorrimento orizzontale delle tendine) ci hanno portato a escludere ragionevolmente alcune ipotesi, come il difetto di fabbricazione, l’aderenza della pellicola nella spirale durante lo sviluppo, il Bromide Drag longitudinale, la disuniformità di scorrimento delle tendine. Dobbiamo stringere ulterioromente il cerchio, tenendo presente che stiamo cercando qualcosa che NON riusciamo a immaginare. Neanch’io riesco a immaginare una tendina che lasci solo alcune strisce correttamente esposte, ma è proprio per questo che voglio escluderlo con un test specifico, perché so che quando troveremo la causa del problema (se la troveremo), sarà proprio qualcosa che adesso non riusciamo a immaginare. Citazione:
Non stiamo cercando né peli sulle uova, né difetti macroscopici: quelli li abbiamo già. Stiamo cercando di capire perché un difetto così macroscopico a volte c’è e molto più spesso non c’è, a volte è più evidente e a volte meno e si ripresenta a distanza di anni con lo stesso pattern. Perchè la striscia è più evidente nella foto del lampione? C’entra col fatto che, essendo una sequenza, la macchina è stata esposta alla luce più del solito, visto che hai detto che normalmente non tieni la macchina al collo, ma in questo caso probabilmente sì? Oppure ha a che fare con le condizioni di luce al momento dello scatto? Perchè, tra le foto che hai postato, non c’è neanche un interno? Il fotogramma N° 21, subito dopo la sequenza del lampione, è fatta all’interno? Se sì, perché la striscia compare per un tratto e sembra interrompersi bruscamente, come se fosse solo un “prolungamento” di quella dell’ultimo fotogramma del lampione? Il difetto si produce al momento dello scatto? O nel tempo di permanenza della pellicola in una determinata posizione? O durante l’avanzamento, o il riavvolgimento? Focali, tempi e diaframmi incidono in qualche modo sulla resa delle strisce? I test servirebbero non per vedere ulteriormente il difetto, ma per capire se sia in qualche modo riproducibile e quindi correlabile a qualcosa, qualsiasi cosa. Insomma, ci sarebbe un sacco di lavoro da fare e Aprile non è così lontano...
Inviato: 6/3 20:04
Modificato da Plafoto su 6/3/2024 20:20:18
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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Un'altra cosa che potresti fare, se non l'hai già fatto, è far vedere il difetto a un riparatore, che magari potrebbe avere già visto qualcosa di simile da qualche cliente.
Se non vuoi portare in giro i negativi originali, io farei vedere la foto che hai fatto ai due spezzoni interi, perchè è quella che rende meglio l'idea.
Inviato: 7/3 8:35
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Riccardo | ||
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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Mi sembra una buona idea. Provvedo e aggiorno.
Inviato: 7/3 12:34
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Re: Nuove rogne con la Kodak T-Max 400 |
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Dovrò attendere l'inizio settimana per la risposta del fotoriparatore.
Intanto provo a rispondere ad alcune domande di Plafoto, così avrà di che dilettarsi nel we mentre io farò colazione coi Ritornelli ormai privi di difetti. (fantastici con un po' di Mermelada de naranja amarga della Vieja Fabrica di Siviglia) Gli scatti che hai fatto finora non puoi considerarli un test rigoroso, perché la loro osservazione ti aveva portato a una conclusione sbagliata: eri convinto che il pattern di strisce non fosse un timbro e invece l’accostamento dei fotogrammi ha dimostrato che è proprio un timbro, un pattern ricorrente che, come l’impronta di un timbro, cambia solo di intensità. Cambia anche parecchio l’apparenza delle strisce, a volte molto sfocate, altre volte più nitide. Un timbro un po’ stranuccio… I dati che abbiamo raccolto finora (i diversi numeri di emulsione, l’allineamento delle righe, la modalità di sviluppo, la distanza temporale tra i rullini dfettosi, lo scorrimento orizzontale delle tendine) ci hanno portato a escludere ragionevolmente alcune ipotesi, come il difetto di fabbricazione, l’aderenza della pellicola nella spirale durante lo sviluppo, il Bromide Drag longitudinale, la disuniformità di scorrimento delle tendine. Niente mi porta finora ad escludere il difetto di fabbricazione. Anzi, appreso dall’articolo linkato da Luciano che durante la fabbricazione i cristalli tabulari vengono orientati da un campo elettrostatico, nel caso che quel campo venga accidentalmente e per breve tempo perturbato da un campo elettromagnetico (entrambi vettoriali) diminuendo in certi punti la sua intensità, si otterrebbe qualche metro di pellicola con strisce parallele lungo le quali i cristalli non sono tutti orientati piatti, e lungo quelle strisce si avrebbe una minore sensibilità della pellicola, che porterebbe ESATTAMENTE al difetto di cui stiamo parlando. (non esistono linee di produzione di qualunque articolo perfette, non soggette a “guasti” accidentali) Si può invece escludere qualsiasi causa dovuta a fantomatici controlli in aeroporti. Stiamo cercando di capire perché un difetto così macroscopico a volte c’è e molto più spesso non c’è, a volte è più evidente e a volte meno e si ripresenta a distanza di anni con lo stesso pattern. Quelle pellicole sono passate solo nell’impianto di produzione e nella mia macchina fotografica. Uno dei due è il colpevole. Preferirei fosse l’unico sul quale sono in grado di agire. Perchè la striscia è più evidente nella foto del lampione? C’entra col fatto che, essendo una sequenza, la macchina è stata esposta alla luce più del solito, visto che hai detto che normalmente non tieni la macchina al collo, ma in questo caso probabilmente sì? Oppure ha a che fare con le condizioni di luce al momento dello scatto? L’intera sequenza è stata fatta in un paio di minuti (aspettavo un uccello che passasse), le condizioni di luce erano normalissime e identiche a tantissime altre foto (sole alto da destra). Perchè, tra le foto che hai postato, non c’è neanche un interno? Perché casualmente in quei 3 rullini su 47 non ho fatto foto di interni. Il fotogramma N° 21, subito dopo la sequenza del lampione, è fatta all’interno? Esterno pieno sole, 300 mm, 1/2000 sec. Nessun filtro. Se sì, perché la striscia compare per un tratto e sembra interrompersi bruscamente, come se fosse solo un “prolungamento” di quella dell’ultimo fotogramma del lampione? Perché poi viene “nascosta” dalla maggior disuniformità dell’immagine. Il difetto si produce al momento dello scatto? O nel tempo di permanenza della pellicola in una determinata posizione? O durante l’avanzamento, o il riavvolgimento? O durante la fabbricazione? Focali, tempi e diaframmi incidono in qualche modo sulla resa delle strisce? Quasi sempre focali piuttosto lunghe e tempi piuttosto corti. Il lampione 105 f/4 (filtro Pola + ND). Il cimitero non ricordo, ma credo anche lì 105 (filtro Pola). Il fenicottero 180, e gli altri sullo stesso rullino, tutti con le strisce uguali, col 300 e col 600, credo tutte senza filtri, sicuramente senza quelle col 600 perché non ho filtri di quelle dimensioni. Quella col cavallo, unica eccezione, col PC28 decentrato (filtro Pola). Vacci a capire… I test servirebbero non per vedere ulteriormente il difetto, ma per capire se sia in qualche modo riproducibile e quindi correlabile a qualcosa, qualsiasi cosa. Insomma, ci sarebbe un sacco di lavoro da fare… A me la cosa non appassiona per nulla, mi dà solo fastidio. Inoltre ho pochissimo tempo in questo periodo. A maggio quando tornerò a fotografare cambierò n. di emulsione (l’altra l’ho finita a dicembre) e userò anche l’altro corpo macchina. Incrociando le dita.
Inviato: 8/3 19:09
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