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Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Cari amici,
immaginatevi di seguire un piccoletto col basco, e una coppia, lui severo e taciturno, lei giovane e indaffarata, nella visita del vostro “Paese”. Immaginatevi di essere in compagnia di un allampanato giovanotto che cammina “Verso la foce” assieme ad uno con una 6x7 e cavalletto. Immaginate di essere l’assistente di un povero reduce di guerra, senza un braccio, ed aiutarlo con la sua panoramica a riprendere “Praga magica”. Immaginate di essere attaccati alla coda di “Mistletoe” mentre si salgono i sentieri dello Yosemite. Immaginate ancora di passare, casualmente, sulle sponde della “Terra del Reno” ed incontrare un severo signore, costretto ad abbandonare il suo grande progetto dal violento regime da poco al potere. Immaginate ancora di trovare, in una calle, un uomo dall’aspetto dimesso, con l’aria triste di chi vive in solitudine, cercare “Immagini di Venezia” e chiedergli magari, da buon neofita, come ottenere l’ “armonizzazione del negativo”. Immaginate di andare a cercare le tracce del brontosauro “In Patagonia”, o, insieme ad un gruppetto di eletti, visitare il deserto in un “Pellegrinaggio in oriente”, e ,ancora, alla ricerca dell’Eden con l’ingenuo e ottimista “Candide”, sperimentare l’”Arte del tiro con l’arco” nel Giappone degli anni Trenta, accompagnare, un gentile signore in amabile conversazione, alla ricerca di “Microcosmi”, o, ancora, salire su una collina e indagare “Il paesaggio come teatro”, discutendone con un vivace vecchietto che ti comunica un metodo e contemporaneamente la sua disperazione per lo sfacelo che è sotto di noi. Immaginate, infine, di cercare la postazione giusta in una grande piazza assolata assieme a “Ebdomero”, o accompagnare il professor Borg alla ricerca del “Posto delle fragole”.

Ora mi fermo. Gli esempi possono essere tanti, le icone, ancora di più. L’arte del descrivere promuove l’indagine oltre le apparenze, è un esercizio che impone e aumenta l’essenzialità  di ciò che è catalizzato nella fotografia, sia propria, sia di altri e di qualsiasi epoca. Questo metodo si affina con l’applicazione, con la disponibilità  a mettersi in discussione, con la capacità  di indagare filologicamente, storicamente, tecnicamente e sentimentalmente il soggetto riprodotto: mette nella condizione di entrare nel raffigurato e nella sua concezione, nella sfera intermedia tra la realtà  e l’ immaginazione. L’esercizio letterario puà avere vari livelli: didascalico (sintetico), descrittivo (schematico), letterario (illustrativo e poetico).
Al di là  delle apparenze, questo approccio, non è altro che un continuo esercizio (molto occidentale e molto orientale): diciamo che è una proposta di metodo scientifico alla ricerca dell’esecuzione perfetta, come puà essere quella di un pianista.
Grazie per la vostra attenzione e simpatia. Buone foto. Candidus.

Inviato: 13/1/2006 11:30
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"

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25/2/2004 15:54
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Ciao Candidus, ancora non ho letto questo tuo post, cosa che mi accingo a fare con la necessaria attenzione data la ponderatezza e la rilevanza dei tuoi interventi, quindi per adesso non entro nel merito.

Solo un'osservazione di carattere puramente pratico, che mi permetto di fare data la tua autodichiarata poca dimestichezza coi computer in genere. Ovvero, volendo riprendere un tema gia' affrontato (in questo caso "Fotografi, stili, mostre e gabbie") la cosa migliore e' che utilizzi il pulsante "reply" in calce ai messaggi, in modo che l'intervento venga accodato ai precedenti, e visualizzato insieme a quelli nella lettura. Se invece. come in questo caso, utilizzi "new topic" il discorso si riapre da zero ogni volta e risulta poi difficile andare a ripescare tutto il filo della discussione.

Ovviamente "new topic" sara' da preferire ogni volta che si voglia introdurre un argomento nuovo.

Ora passo alla lettura..

Inviato: 13/1/2006 11:58
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Grazie per le informazioni tecniche: sono davvero un neofita. Saluti Candidus.

Inviato: 14/1/2006 11:17
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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11/3/2004 9:36
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Candidus, grazie per la risposta, hai reso perfettamente, e poeticamente!!, l'idea ...

Tra l'altro mentre leggevo mi venivano in mente certe "ideucce" che proprio il tuo approccio mi ha suggerito, soprattutto per una vecchia idea di fare un lavoro sulle Illuminazioni di Rimbaud, ma senza essere "succubi" di testi così densi e visionari, ho sempre pensato che la strada giusta fosse passando attraverso una riscrittura visiva ma mi sono sempre impantanato in una serie di vicoli ciechi, mentre leggevo le tue parole mi sono reso conto che una strada più proficua potrebbe essere proprio quella di una riscrittura "letteraria", prima, durante e dopo le fasi di scatto, sulla scia degli esempi che hai postato tu, chossà  che stavolta non riesca a combinare qualcosa che mi soddisfi...quindi doppio grazie ...



Inviato: 16/1/2006 13:47
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Grazie Marco. Come hai perfettamente capito io sono per un "salto di qualità  della fotografia" (e di chi la pratica). Si tratta di trovare un metodo, affinare le proprie conoscenze e finalizzare il tutto ad un unico scopo: anch'io posso tentare di creare immagini ricche di significati e messaggi, non solo estetici. Come fare: assumendo la capacità  di controllo storico-critico (la tecnica non deve essere un problema) e saperlo esporre allo stesso livello degli addetti ai lavori. Per arrivarci bisogna studiare (studiarsi) e osservare tanto ricordando che lo scopo non è quello di uno scontro calcistico, bensì quello del miglioramento del proprio fare. Moltissimi auguri per tante ottime fotografie da fare andando alla ricerca del senso delle cose e dei luoghi. Candidus.

Inviato: 16/1/2006 16:46
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"

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9/12/2004 21:10
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Ciao Candidus,
pero' non ho ancora capito che tipo di fotografia fai.
Capisco invece che se non sei ancora molto pratico di questi trabiccoli informatici ti rimanga difficile farci vedere qualcosa di tuo. Come sei attrezzato? Hai delle fotografie digitalizzate da poter pubblicare su internet? Gli amici del forum ti daranno senz'altro una mano ( anch'io non sono molto pratico, ma mi riprometto da grande di imparare..).
Ciao, aspetto un tuo album
Renzo

Inviato: 16/1/2006 18:59
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Caro Falcopardo, lavoro con Sinar e Tojo, Hasselblad + SWC, Leica M e altro (tutto vecchiotto); stampo con un L 1200 a condensatori (Ilford e Bergger); sviluppo a due bagni (Ghedina) Fp4 e altro. Ho una Fujichina che uso per ripr.che elaboro con PhS 6 e Pwp con dignitosi risultati per le mie attività  a vario livello. A proposito hai sciolto le chiavi del mio intervento?

Caro Marco, allego un frammento di un breve racconto basato sulla lettura di una foto degli anni Venti del mio album di casa:
"...osservai la facciata della casa: era a due piani, dipinta con ornamenti che ne marcavano le caratteristiche architettoniche e con rifiniture di legno verniciato con uno scrostato giallo ocra; la porta d’entrata, infine, era raggiungibile con pochi gradini coperti da un vasto sporto decorato con intagli e sorretto da colonnine. Sullo slargo antistante, all’ombra di un noce, c’era una rossa Alfa SL scoperta, posteggiata poco discosta da un tavolo al quale erano sedute numerose persone festanti. Ascoltai un fitto e confuso chiacchiericcio accompagnato dal suono di una fisarmonica, portato, più o meno intensamente, dalla brezza e, da quello scomodo osservatorio, riconobbi alcune figure: quella di un giovane uomo molto magro, in nero, con al collo un paio di ingombranti occhialoni da viaggio e una voluminosa coppola a larghe coste appoggiata su una gamba e poi numerose donne di varia età , alcune in nero, uomini in panciotto e camicia bianca senza colletto, con le maniche arrotolate fino al gomito e una bambina con un grande fiocco sulla sommità  del capo ben pettinato."
Ho fatto un viaggio con la memoria e poi ho cercato la casa e l'ho fotografata e descritta(tutto questo è molto personale). Grazie dell'attenzione, Candidus.

Inviato: 17/1/2006 8:46
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Ciao Candidus.
Il tuo modo di operare e di approcciarti mentalmente è sicuramente interessante e suggestivo.......mi piace molto l'idea e la metodica. Permettimi una domanda: queste tue descrizioni letterarie sei solito farle a foto scattata, o meglio, le trovi pi༠efficaci fatte davanti alla fotografia scattata e stampata, oppure sono un "lavoro" preliminare, fatto previsualizzando l'immagine che vorrai ottenere?
Magari, in quest'ultimo caso, potrebbero servire come "preparazione", ispirazione da utilizzare una volta "sul campo".

Marco(pamar5)

Inviato: 17/1/2006 9:26
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"I'm not a photographer the moment I pick up the camera.
When I pick one up, the hard work's already been done"

“To photograph reality is to photograph nothing.”

Duane Michals


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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Caro Pomar5, come avrai letto nell'intervento di alcuni giorni fa ho descritto delle "immaginazioni" a chiave. I titoli virgolettati appartengono ad altrettanti libri e parlano, direttamente o indirettamente, di fotografia. Le prime sono fonti letterarie primarie (storico-critiche), le altre sono racconti, romanzi, ecc. che possono accendere la fantasia visiva. E' neccessario crearsi un bagaglio che permetta la collimazione tra la mente e il dito. E' utile per esempio sintetizzare come in un Haiku giapponese (es. Nuvole fluttuanti - attraversare un fiume secco) o come nella più fotografica delle poesie di Leopardi "L'infinito". Il tutto rimane inevitabilmente strettamente personale, intimo, come apparizioni di una memoria indiretta, reinterpretata. "...Per esperienza personale sono vissuto, fra sogno e realtà , attraverso un milione di icone contenute nel mio (nostro) album personale in epoche e momenti fermati da uno scatto di tempi remoti...". Scrivo queste mie osservazioni perché non voglio, come scrive DeChirico/Ebdomero, essere come: "...la gente in genere puà vedere, udire o leggere cose per essa completamente oscure senza turbarsi".
Approfitto per dire a Falcopardo che quando mi districherà un po' meglio con le regole dei forum invierà qualche immagine. Saluti a tutti, Candidus.

Inviato: 17/1/2006 11:51
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Candidus, grazie infinite per il racconto!!!

Io e Cristina abbiamo cominciato a lavorare un pò in questo modo, cioè come dici tu cercando di "crearsi un bagaglio che permetta la collimazione tra la mente e il dito", quando abbiamo cominciato ad introdurre la figura umana nelle nostre immagini, quando praticamente le nostre fotografie nascevano nel soggiorno di casa, leggendo una poesia, parlando e sognando insieme, ascoltando una canzone, e solo dopo uscivamo per realizzare l'immagine, e devo dire che per due persone abituate a far coincidere l'"occasione" fotografica solo con l'"occasione" dell'incontro con un luogo fisico, è stata una esperienza sconvolgente, mai più torneremo indietro, adesso sappiamo che dobbiamo prima di tutto creare un luogo mentale ed emozionale.

Ecco perchè ho sentito così "vicino" il tuo racconto...

Grazie ancora!!




Inviato: 18/1/2006 16:19
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Cari Marco e Cristina, vi ringrazio per le belle parole che mi avete mandato e per aver provato l'esperienza che ho suggerito. Caro Marco anch'io ho una persona vicina, Daniela, con la quale condivido riflessioni ed esperienze, una vera Musa, con tanto buon senso e capacità  di sintesi.
Ora, non c'è tempo da perdere perché gli spazi sono infiniti: Eugenio Turri ricorda in uno dei suoi ultimi scritti "...Il lago è mutevole. A giorni s'infuria, scosso dai venti boreali, poi per giorni e giorni resta velato, una chiarità  opalescente che fa dimenticare il tempo, le cose. Altre volte eccolo limpido, lustrato dai temporali settembrini, uno specchio che riflette la luce del sole dove spiccano i cipressi tra le baie, i promontori, le montagne che incombono con i loro rostri rocciosi..."*. Il geografo e scrittore Eugenio Turri parla per immagini del suo amato lago di Garda. A noi illustrare queste stupende parole, ma che anche le nostre fotografie siano fonte per simili riflessioni.
Con questo intervento credo si possa concludere la discussione sulla proposta di dare alla fotografia una valenza che, anche in Italia, la qualifichi come atto culturale. Auguri di ottime fotografie, Candidus.
* E.TURRI, Taklimakan - Il deserto da cui non si torna indietro, Ed. Tararà , Verbania, 2005, p.7.

Inviato: 19/1/2006 18:35
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"

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Ragazzi cari vi ringrazio per il prezioso spunto. Il bello e' che sembra quasi una cosa banale e scontata: Uno quando parte per fare delle foto e' evidente che ha in mente cosa fare....e invece no. Il procedimento esposto comporta di mettere per iscritto le sensazioni provate davanti a un soggetto fotografico, sia esso una natura morta, un paesaggio, una persona da ritrarre. Magari senza macchine fotografiche per le mani, per essere piu' liberi anche di pensare.
Poi non ci sono piu' scuse: le immagini debbono rappresentare quelle sensazioni, altrimenti sono scatti non riusciti.
L'esempio della descrizione del lago di Garda fatta da Turri potrebbe ispirare un intero libro di fotografie, oppure quattro o cinque soltanto, ma dovrebbero essere tanto belle da sintetizzare tutto. E non e' come in certe esercitazioni in cui si da' un tema e in un modo o nell'altro si puo' interpretarlo in modo tanto elastico da poter praticamente fare cio' che ci piace.
No, certe descrizioni, certe sensazioni le foto le debbono rendere, i paletti sono precisi, netti, non si puo' barare. Se le immagini "fotografano" le sensazioni vissute e scritte in precedenza non potranno non essere significative, e per questo interessanti, belle.
Spero di poter mettere in pratica ( almeno ci provo ) questo modo di operare al piu' presto.
Ciao,e grazie
Renzo

Inviato: 19/1/2006 22:29
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
Utente non più registrato
Cari Candidus, Marco...
ho letto con interesse i post relativi a questo approccio filosofico letterario al fotografare.
Mi interssa molto, anzi, direi che mi affascina ed al tempo stesso un poco mi diverte.
Non voglio entrare nel merito del procedimento filogico e strutturale una sola cosa mi lascia perplesso:
Candidus e Marco siete sicuramente uomini affascinati dal verbo scritto, la poetica e´ nel vostro patrimonio...ma un approccio diretto, mirato, personale, immediato no?
Io ritengo che il vivere, l´esperienza, la cultura generale, il sentire....siano elementi indispensabili per esprimersi attraverso la fotografia o come dite voi per guidare il vostro dito ma ho come l´impressione, e ribadisco l´impressione, che da un certo punto di vista il vostro sia un rappresentare cio´ che da altri e´ gia stato rappresentato attraverso la parola scritta.
Citare va´ bene, anzi trovo il riflettere sull´altrui pensiero un ottimo esercizio per aprire il nostro ma ha volte ho la senasazione che ci siano molte vittime della citazione...ebbi anche un professore universitario che arrivo alla forma piu´ sublime dell´autocitazione.
Ritengo che il "buon fotografare" sia necessario un percorso (filosofico, filologico, costruttivista, decostruttivista, antropologico.....) qualunque esso sia a condizione che l´autore ne sia cosciente e lo metta in pratica, credo pero´ anche nell´istintualita´ del gesto dell´azione.
Io ho la certezza che se prendo un buon fotografo e senza alcun preavviso, carico in macchina tutta la sua attrezzatura e lo porto in un luogo od in un non luogo e lo lascio fare sono sicuro che egli produrra´ comunque delle immagini che rispecchieranno comunque la sua natura ed il suo essere fotografo.
Ho come l´impressione che il vostro sia approccio molto occidentale in cui arrivate all´istante decisivo affardellati, pieni,.....un altro approccio diverso potrebbe essere "orientale", un approccio molto zen un arrivo minimalista, una ricerca dello spirito del luogo (genius loci) fatto di silenzio, di piccole variazioni.
Ho come una mia personale sensazione che in approccio come il vostro si rischi di perdere molto del luogo o del non luogo, anche se devo riconosciere che e´ decisamente un approccio "artistocentrico".
Devo poi anche riconosciere che ci sono rappresentazioni che piu´ si prestano, ad esempio la paesaggistica e altre che sicuramente sono piu´ ostiche.
Io poi personalmente mi occupo fondamentalmente di ritrattistica ed alla fine il mio e´ diventato un approccio verso il soggetto molto semplice molto..."wabi", ed alla fine il mio approccio generale alla fotografia e´ molto "arioso", molto minimal....questo dal mio punto di vista non toglie che comunque dietro ci sia un percorso.

Roberto

Inviato: 19/1/2006 23:01
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
Moderatore
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11/3/2004 9:36
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Roberto, ti ringrazio per avermi "accomunato" all'approccio alla fotografia di Candidus, da cui sono a mia volta sono affascinato ed attratto, ma non merito tanto!, in realtà  il percorso da lui proposto è una novità  anche per me (ed infatti gli ho chiesto cosa intendesse e di spiegarmi la metodologia), al limite ci possono essere delle "assonanze" con il nostro più recente metodo di lavoro, dal momento che le nostre immagini con le figure umane sono nate tutte nel salotto di casa, quindi una specie di fotografia "progettata a tavolino", utilizzando anche suggestioni provenienti da altre discipline ma in modo molto utilitaristico, solo in funzione del nostro progetto e non per rappresentare ciò che è stato rappresentato da altri, un tipo di approccio che da un certo punto di vista prescinde dal luogo in cui poi verrà  effettivamente realizzata l'immagine, molto diverso dall'andare in giro a cercare qualcosa che attiri la nostra attenzione e poi scattare (come di solito si fa), ma le somiglianze con il percorso indicato da Candidus si fermano appunto qui, quello che propone lui è molto più complesso ed affascinante...ed infatti vorrei provare ad usarlo per un progetto che è tanto tempo che vorrei realizzare, un progetto cioè sulle Illuminazioni di Rimbaud, fino ad oggi non sono mai riuscito a venire a capo di niente perchè tendenzialmente finivo per rappresentare le visioni e le immagini del poeta francese, cosa che non mi ha mai interessato e mai mi interesserà , ma le parole di Candidus mi hanno indicato chiaramente invece come posso invece rappresentare la mia visione e le mie immagini sulle Illuminazioni, che è invece quello interessa a me, quindi paradossalmente proprio il contrario di quello che ti lascia perplesso nel procedimento esposto da Candidus...quindi mi scuserai se non posso rispondere alle tue domande, spero lo faccia Candidus, così potrà  chiarire anche a me ulteriori aspetti del suo pensiero, cosa che, ripeto, mi affascina parecchio...
Detto questo mi sento di fare alcune considerazioni.
Io non credo che sia possibile quell'approccio diretto, immediato, di cui parli tu, inevitabilmente ci sarà  sempre una mediazione, che è quella della nostra cultura, del nostro linguaggio (cultura, etimologicamente, deriva da colonizzare), noi crediamo di parlare ed invece siamo parlati, crediamo di pensare ed invece siamo pensati, e secondo me l'unico modo per liberarsi dalla cultura, dal linguaggio, l'unica strada per l'autenticità , è proprio verso l'artificio, il non immediato, solo così possiamo sgambettare le strutture culturali con cui percepiamo il reale che sono, ahimè, degli automatismi indotti, cioè rischiamo sempre per confondere l'"immediato", il "vero", l'"essenziale", il "naturale", con ciò che molto più banalmente, è il "familiare", il "noto", un sistema di senso pre-confezionato con cui interpretare il mondo e noi stessi, ed in cui noi sguazziamo beati e tranquill, senza pensieri, perchè appunto, tutto è già  pensato...mi piace e mi affascina il tuo riferimento al pensiero orientale, e condivido pienamente quello che dici, cioè che è necessario esperire un pensiero "altro" per smuovere i nostri condizionamenti culturali e linguistici, ma fare questo senza avere la terribile, dolorosa (perchè c'è già  insita l'idea del fallimento) consapevolezza che la nostra cultura, il nostro linguaggio, sono si da sgambettare e riempire di buchi neri per smuovere gli orizzonti di senso ed accedere a quello che Rimbaud chiamava l'ignoto (quella realtà  che è tenuta nascosta dagli strumenti conoiscitivi della nostra cultura), ma sono ahimè anche il nostro limite ineludibile, non esserne consapevoli sarebbe un errore ed una semplificazione di una questione molto complessa...tra il nostro pensiero e quello "altro", tra la nostra cultura e quella "altra", c'è quella che gli antropologi chiamano "incommensurabilità ": noi potremo anche "avvicinarci", approssimarci, all'Inuit che ha venti modi diversi di nominare la neve, e che quindi vede 20 tipi di neve diversa, ma non saremo mai in grado di comprenderlo pienamente, perchè dovremmo sempre comunque "tradurre" il suo linguaggio nel nostro, i suoi orizzonti di senso nei nostri, e noi non ce le abbiamo venti parole per nominare la neve, c'è poco da fare, il nostro linguaggio sarà  sempre un limite insormontabile, c'è poco da fare, sarà  sempre e solo appunto un "approssimarsi", anche se in questo approssimarsi ci puà stare il senso e la giustificazione di una intera esistenza...ed infatti stai parlando con uno che ha sempre contestato il pensiero classificatorio della scienza occidentale, il dualismo del linguaggio occidentale, e da qualche tempo ce l'ha pure con l'anatomia del corpo umano così come la scienza medica ce l'ha propinata, da cui il progetto fotografico sul Corpo Senza Organi, però è e sarà  sempre una lotta impari, in cui l'ombra dello scacco e del fallimento è insita nella ricerca stessa, perchè certi limiti culturali e linguistici sono ineludibili, quello che rimane molto spesso è solo l'afasia, e bisogna esserne consapevoli...da questo punto di vista, il percorso proposto da Candidus, cioè fare della fotografia facendo a meno proprio della fotografia, è sicuramente uno "sgambettamento" di tante categorie "note", decisamente interessante ed affascinante ...



Inviato: 20/1/2006 15:17
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Caro Marco, cari amici, mi ero ripromesso di chiudere l'argomento, ma...in estrema sintesi A: preparazione di una scaletta e bibliografia, studio metodico del tema, creazione di un testo. B: ricognizione sul terreno alla ricerca del senso del luogo, riprese di prova, riprese definitive, sviluppo e stampa. Questo è il metodo storico/critico (scientifico) applicato alla fotografia PRIMA del possibile giudizio di chiunque: si espone una tesi, si fa un'analisi, come si prepara una conferenza, una lezione universitaria, ecc.. Il risultato dovrebbe essere contenuto assieme in un volume, mostra, sito, ecc. NON CI SONO SCORCIATOIE, MA O PERCHé, CHE ALLEGERISCANO QUESTO PERCORSO. Se avete letto in un mio intervento ho proposto alcune "immaginazioni": quella serie di titoli possono essere un buon punto di partenza, non basta sapere che ci sono, bisogna leggerli, studiarli, farli propri assieme a 1000 altri, per costruire e seguire un proprio filone e per poterlo trasmettere nelle nostre immagini.
Ho all'attivo un buon numero di esperienze di questo genere e altre per quest'anno. Principalmente sono ricerche su determinati territori dove unisco testi e fotografie(B/N artigianale) e ricerche sul linguaggio ermetico delle nature morte. Considero la fotografia "un testo" parlante sia come spettatore di un paesaggio che da creatore di immagini a "chiave"(recuperando le antiche origini rinascimentali). Sia i paesaggi, sia le nature morte sono realizzati con estrema semplicità  visiva (Robert Adams, Gabriele Basilico, B.H.Beker), senza dimenticare le lezioni, per me fondamentali, di Paul Strand, August Sander e Joseph Sudek.
Cari amici questo metodo di lavoro puà essere una buona formula per qualificare la propria fotografia. Non credo nella creatività  innata, nell'intuizione fulminante, sono laicamente incredulo fino a prova contraria. Crediamo nelle formule orientali perchè sono apparentemente confortevoli, dimenticandoci che "le cineserie" sono apparse in Europa nel '700, che il gusto "alla giapponese" ha ormai più di un secolo e che Hermann Hesse ha scritto "Siddharta" (ripreso in foto da Haas negli anni '60)e "Viaggio in oriente" negli anni '20/'30. Io mi qualifico Mitteleuropeo perché sono figlio della stessa cultura di Hesse e sarebbe uno sforzo inutile e piuttosto superficiale appropriarmi di altro. Auguri per sempre migliori fotografie. Candidus.

PS. :Al centro [del locale] era sistemato un lungo tavolo fratino di noce ricoperto da molti libri illustrati con acqueforti, disegni, puntesecche e, oltre il lato lungo, spuntava l’imponente cupola di un mappamondo. Al soffitto erano appesi diversi reperti di animali mummificati, un coccodrillo, una tartaruga, pesci mostruosi. In una bacheca vetrata alta e stretta uno scheletro umano era accompagnato da una lunga tabella riassuntiva di tutte le sue parti. Nelle vetrinette, nonostante la luce non fosse favorevole, anche perché dalla grande finestra che occupava praticamente tutto il fondo della sala non penetrava alcuna luce, si potevano vedere una serie di ampi vasi con serpenti, reperti umani, feti immersi nella formalina; c’erano animali mostruosi impagliati, conchiglie, erbe rare, piante magiche e minerali.
(Questo breve testo descrive la farmacia di Camaldoli. E' apparso in un racconto fotografico nel catalogo di una mostra di un mio amico fotoartista).

Inviato: 20/1/2006 17:28
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"

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Citazione:

Marco ha scritto:

noi potremo anche "avvicinarci", approssimarci, all'Inuit che ha venti modi diversi di nominare la neve, e che quindi vede 20 tipi di neve diversa, ma non saremo mai in grado di comprenderlo pienamente, perchè dovremmo sempre comunque "tradurre" il suo linguaggio nel nostro, i suoi orizzonti di senso nei nostri, e noi non ce le abbiamo venti parole per nominare la neve,.....



Marco, se lo ridici un'altra volta di segnalo non venti ma ventuno modi di nominare la neve in italiano.
Non credo tu sia uno sciatore o che tu sia vissuto in campagna o in montagna...o perlomeno penso tu non sia stato a contatto con i vecchi montanini e contadini.
Ciao
Renzo

se non ci credi, per esempio vai qui:http://it.geocities.com/kenoms3/altorenotoscanosanmomme.htm
e cerca fogno e sbroscia
Sono termini toscani, ma li conosceva anche Dante...
gia' che ci sei, non ti lasciare scappare le perle ire= andare, ito=andato imo=andiamo , qui si parla ancora o meglio si parlava, il volgare latino...

Inviato: 20/1/2006 19:06
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
Utente non più registrato
Caro Candidus
premesso che un forum ha delle "regole" etiche e di educazione simili a quelle esistenti tra un gruppo di amici, io ad esempio per mia indole amo ascoltare, cercare ragione fin dove la mia umile cultura lo permette ed alla fine quando credo di avere inquadrato il punto del problema esprimo un mio parere. Il fatto che uno degli "amici" del forum esprima dei suoi pensieri fin dove pare a lui ripromettendosi di chiudere e fine lo trovo quanto meno poco carino.
Io ho espresso una mia opinione, delle mie perplessita´ e senza alcun problema avrei gradito "un dialogo"....che poi uno per fare fotografie abbia necessita´ di andare in giro con la trecani o l´edizione integrale della divina commedia a personalmente non tocca, importante che il suo zaino abbia una grande tasca della felicita´.

Poi nel citare okkio perche´ il ridurre degli approcci filosofici orientali allo sviluppo delle cineserie avviatesi nella Inghilterra vittoriana con la compagnia delle Indie e come abbinare al cristainesi la vendita dei santini di S. Gennaro e le Madonnine segnatempo....un filino riduttive. Personalmente ho vissuto 3 anni in un monastero Shao Lin per perfezionare lo studio del Kung Fu e posso solo dire che la conoscenza della cultura e delle filosofie orientali implicano una intera vita ed una grande umilta.

Poi sarei curioso di sapere quali srebbero queste lezioni di August Sander autore che peraltro conosco bene avendoci preparato un "tocco" di tesi con Italo Zannier che e´ comunque uno dei maggiori esponenti internazionali della cultura fotografica. Tra il resto di Sander posseggo il suo rarissimo Anlitz der Zeit quasi tutte distrutte durante il nazismo perche´ la catalogazione dei personaggi della Germania tipo per Sander con corrispondevano agli ideali della "razza ariana".
Analoga curiosita´ per Paul Strand...Stieglitz no? ...curioso.


Roberto

Inviato: 20/1/2006 21:43
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"
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Citazione:

ilbavarese ha scritto:
di Sander posseggo il suo rarissimo Anlitz der Zeit


Fortunello !


Inviato: 21/1/2006 0:50
sono moderno, non contemporaneo
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"

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25/8/2005 8:38
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Questo thread mi ha <i> culturalmente annichilito.</i> Non ci ho capito nulla.

E' sacrosanto dire che non si diventa un Michael Kenna senza una ricerca culturalmente di spessore dietro (la <i> strutturazione del processo di ricerca </i> --- perche' di questo si discute qui, mi sembra .. o no? --- la lascio definire a voi, che ne sapete/capite molto piu' di me).

Pero' non castriamo l'aspetto ludico e irrazionale di questa bellissima attivita'/professione. Utilitaristicamente parlando, non spaventiamo persone interessate alla fotografia "fine art" con barriere culturali di ingresso troppo alte, francamente abbiamo bisogno di tutti gli entusiasti possibili, specialmente nel moribondo GF.

Tutto quello che dite ha valore, ma incoraggiamoci comunque e sempre a prendere il bestione in spalla, andare fuori e fare 'clic' anche senza una progettualita' codificata a tavolino a priori ("Cicero pro domo sua ...") semplicemente <i> "perche' e' scritto" </i>.

Ciao!


Mxa/Marco

Inviato: 21/1/2006 13:22
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Re: Fotografi, stili, mostre e "gabbie"

Iscritto il:
21/5/2005 16:44
Da Riviera del Brenta
Messaggi: 1969
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Ciao
Sono d'accordissimo con te Mxa/Marco ...............
andiamo e fotografiamo facciamolo solo per il piacere di farlo.
Se son fiori, fioriranno se son cachi .....................
Ciao
Stefano

Inviato: 21/1/2006 13:58

.....................
In un mondo dove tutto cambia rapidamente dedicatevi qualcosa in grado di fermare il tempo........... ...
Tessera C.F.A.O n°1 .........
...
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