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Ebbene sì: Argentico vs Digitale...o almeno, parliamone. |
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13/5/2004 17:25 Da lombardia
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Qui è tutto un gran scusarsi: "non voglio mettere le pellicola contro il digitale", "non sia mai detto che rifiuto le novità", "non sono retrogrado", "hanno certamente pari dignità", "l'estetica prescinde dal media", "ormai il digitale ha surclassato in tutto e per tutto la vecchia pellicola", ecc. ecc. ecc.
Bè, sarà. Però sentiamo come la pensa Laszlo Nemes, il vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes : QUI Certo, lui parla di cinema e non di fotografia. E di "Cinema", non di "video"... Però, forse forse, non è che non si potrebbero fare alcune considerazioni analoghe anche in campo fotografico? Magari il salto logico è ardito o anche pretestuoso, ma il fatto che negli USA - dico negli USA, mica in qualche sperduto paesello retrogrado - negli ultimi tempi e soprattutto nell'ultimo anno, ci sia stato un autentico boom dei dischi in vinile...bè, forse qualcosa significa . E chiunque abbia potuto ascoltare un eccellente vinile (ce ne sono anche di pessimi) , con un amplificatore a valvole e diffusori degni...penso capisca benissimo cosa significa.
Inviato: 14/10/2015 7:22
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Tessera C.F.A.O n. 3 "Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee https://500px.com/lucinio http://www.flickr.com/photos/15773975@N00 |
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8/1/2005 22:33 Da Varese
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Quanto detto da Luciano è vero. Oggi vi è un certo ritorno di “supporti” superati in ogni campo (passatemi il termine superati, non vuole essere offensivo ma non ne trovo altri. Forse desueti…no. Superati nel senso di non nuovi in campo tecnico).
Vedi fotografia, cinema e musica. Io sono convinto che per alcuni utenti il non-abbandono sia legato a precise motivazioni di carattere tecnico e convincimenti profondi. Che poi tali idee siano corrette o meno non è mia intenzione discuterlo; è sufficiente sottolineare che l’abbracciare talune tecnologie sia per profondo modo di pensare personale. A fianco di queste persone vi è una nutrita schiera di modaioli e gente che abbraccia un qualcosa solo perché è di tendenza e permette di distinguersi. Si, lo ribadisco, per molti è una pura e semplice linea di tendenza che rende cool e particolari. Ribadisco che questo non è valido per tutti, ma per molti si. Ammettetelo, negli ultimi anni vi è un rilancio di tecniche fotografiche desuete, 33 giri, look vintage di questo e quello… Marco
Inviato: 14/10/2015 12:07
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Il mio sito "I'm not a photographer the moment I pick up the camera. When I pick one up, the hard work's already been done" “To photograph reality is to photograph nothing.” Duane Michals |
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4/11/2005 13:12 Da Roma
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Penso che tutto nasca da cosa si cerca.
Già i cineasti non sono tutti uguali e non cercano tutti la stessa cosa: se si vuol creare "Avatar", probabilmente la ripresa digitale è la più adatta e sarebbe strano usare un mezzo tecnicamente poco adatto a fare qualcosa (a meno che il processo stesso di creazione non sia il "fine"). Anche tra fotografi ci sono grandi differenze di esigenze: un reporter, un fotografo sportivo, un paesaggista e un fotografo di moda avranno probabilmente esigenze molto diverse, dunque priorità diverse. E questo rimanendo in campo professionale, dove comunque il risultato finale è molto importante. Se passiamo in campo amatoriale (e senza alcuna diminutio nell'uso di questo termine, anzi), le priorità diventano ancora più disparate. Nel mio caso ad esempio, sta diventando sempre più importante il piacere che traggo dall'atto di fotografare; e sempre meno il risultato finale. Dunque tendo sempre più spesso ad andare in giro con una Leica M6. Ma non, appunto, per considerazioni tecniche o artistiche. Per dire, se non avessi necessità di spostamenti affidabili e confortevoli, probabilmente avrei un'automobile anni '60 e una moto anni '70... Fer
Inviato: 14/10/2015 13:55
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Tessera C.F.A.O. n°14 Gallery (pBase) ** Si ricorda di leggere bene il REGOLAMENTO ** .... |
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ma di fatto oggi la scelta è quasi obbligata per il digitale, negativi al prezzo dell'oro, laboratori che sviluppano in modo criminoso, ovvio che ti addentri in questo mondo solo se vuoi essere un po' alla moda come dice Pamar o te ne freghi del risultato come dice Fer; se fosse ancora una scelta "umana" come pochi anni fa allora ci si potrebbe anche pensare ma come si fa?
Inviato: 14/10/2015 14:18
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Tutto vero, anzi verissimo. Tuttavia io credo abbastanza nella legge della domanda e dell'offerta. Se ci fosse una anche timida ripresa della prima, credo aumenterebbe anche la seconda.. Così come immagino si stiano aprendo più luoghi dove si vendono dischi in vinile, rispetto a qualche anno fa.
Inviato: 14/10/2015 15:07
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Tessera C.F.A.O n. 3 "Tempo fa ero indeciso, ma ora non ne sono più così sicuro" Boscoe Pertwee https://500px.com/lucinio http://www.flickr.com/photos/15773975@N00 |
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Luciano condivido in parte quello che dici ma è pur vero che se, per esempio, nel 1985 si vendevano 100 dischi in vinile, nel 2013 1 e nel 2015 2, è vero che le vendite sono raddoppiate ma sempre 2 sono i dischi che si vendono, purtroppo.
Lo stesso a mio modesto parere vale per le pellicole: non sono un tecnico quindi non so nemmeno se esistono dopo decenni di uso e ricerca margini di sviluppo e miglioramento per le emulsioni fotografiche o se abbiamo già raggiunto lo stato dell'arte, ma a voler essere ottimisti la legge della domanda e dell'offerta più che far sì che vengano introdotti prodotti nuovi, sta tenendo in vita quelli che forse nel giro di qualche anno sarebbero comunque finiti dismessi. Poi se vogliamo possiamo addentrarci nel campo delle scelte che un amatore ed un professionista scelgono di fare per raggiungere il risultato che si sono preposti; questo però sta al singolo individuo. E nulla mi impedirà mai di pensare che almeno una parte di coloro che fotografano in digitale per lavoro per più che valide ragioni economiche, di tempo e risultato, nel fine settimana tirino fuori dal cassetto la miranda del nonno e vadano in giro a diversi come matti scattando col rullino perchè nessuno gli corre dietro
Inviato: 14/10/2015 20:52
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Re: Ebbene sì: Argentico vs Digitale...o almeno, parliamone. |
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17/7/2009 21:53 Da cavalese val di fiemme trentino
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...negativi al prezzo dell'oro... può darsi, ma avere una filiera perfettamente tarata, che dallo scatto ti stampi in modo soddisfacente colori, toni e renda l'atmosfera voluta, ha il SUO costo.
...laboratori che sviluppano in modo criminoso... certamente, ed è per questo e non per essere alla moda, che il bello viene proprio in camera oscura, in garage, sviluppo e stampa, così come ho visto nel mirino voglio che ritorni sulla carta. E' una scelta umana perchè a conti fatti, da altri in altro lido ma sottoscrivo, una seria stampa in A4 costa quanto un pacchetto di sigarette, tutto compreso dal rullino ai chimici. E proprio perchè non me ne frego del risultato ma cerco sempre il meglio, ed alla fine archivio un negativo che tra cent'anni potrà essere visto e stampato dai miei pronipoti mentre del file che ho su di una nuvoletta... chissà... Se non s'è capito sono un... argentico convinto! roberto
Inviato: 14/10/2015 20:58
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Roberto oltre allo spazio per farsi la c.o.,per sviluppare e stampare colore ci vuole un po'di pratica altrimenti butti via tonnellate di carta e chimica.
Non sono troppo bravo col bn figuriamoci col colore...ma ai miei tempi (che detto così sembrano cent'anni fa ma sono 8-10) compravo i negativi sotto casa e stampavo a colore da uno stampatore professionale molto bravo presso cui si recavano anche grandi artisti. Una stampa costava molto ma era bella. Oggi se ci aggiungi il costo della pellicola che oltre a costare come l'oro devi reperirla presso chissà quale rivenditore in rete, lo sviluppo (dove?) e la stampa dallo stampatore di cui sopra fai un calcolo al peso e un foglio 20x30 non A4 ti costa davvero più dell'oro... e poi anche se fossi milionario mi chiederei : " ne vale davvero la pena? qual'è il valore aggiunto di questa fatica? Credo che Pamar e Fer -come ho detto sopra- abbiano dato le giuste interpretazioni; o lo fai per essere alla moda o te ne freghi del risultato. E' un po' come viaggiare con la 124 sport del '74 non lo fai per viaggiare meglio ma per farti notare...
Inviato: 15/10/2015 9:07
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Torno sull’argomento. Non lo faccio per discutere direttamente l’argomento proposto da Luciano (che spero mi perdoni) ma per raccontare la mia esperienza personale. Lo faccio anche dopo la lettura dei post altrui, per (forse) arricchire la discussione.
Non sono un vecchietto ma neppure un ragazzino (ho 42 anni). Ho iniziato a fotografare con la pellicola ed una reflex completamente manuale. L’attesa di ritirare il rullino sviluppato e vedere il risultato era uno dei momenti topici. Tutto questo per un certo periodo. Poi sono subentrati due fattori che mi hanno fatto perdere entusiasmo e voglia. Per prima cosa il non avere la possibilità di eseguire in prima persona l’intero processo dallo scatto alla stampa. Questo per mancanza di spazi adatti (ma anche per scarsa propensione nel buttarmi nell’impresa). Secondariamente anche i costi, sempre in crescita, di una stampa “fatta come si deve”, sviluppo annessi e connessi. E’finita che ho abbandonato quasi del tutto la fotografia. Poi è capitato un episodio che ha riaperto le porte del mio hobby. Mi hanno regalato una compattina digitale. Niente di che. Modello base e quasi tutta automatica. Ma il solo fatto di vedere senza se e ma quanto scattato mi ha aperto un mondo. La passione si è riaccesa ed ho acquistato una reflex e vari accessori e stampante (e sono anni che rimane tale, non è una cosa effimera). Sono quindi arrivato a superare il limite che la catena argentica aveva per me; ossia “fare”, vedere e toccare con mano tutta la catena, dallo scatto alla stampa. Attualmente fotografo con un apparecchio reflex digitale e qualcosina (forse lo 0,1%) con una biottica medio formato a pellicola. Detto questo posso benissimo capire come ognuno abbia le proprie preferenze e passioni ed esigenze. Ognuno prova soddisfazione da cose diverse. Quanto, a volte, fatico a comprendere è questo sbandierare la soddisfazione ed unicità del fotografare in argentico, come se il digitale fosse adatto e proficuo solo in taluni ambiti professionali, ma privo di capacità di dare piacere e soddisfazione quando fatto per sé. Forse vi è una certa visione distorta del fotografare in digitale. Non perché vi è la possibilità di scattare-vedere-cancellare all’infinito è obbligatorio farlo. Non saprei…forse è perché io sono “nato” con la pellicola, ma mai mi è capitato di scattare a raffica e riempire una scheda di memoria con centinaia di scatti. Tra l’altro vi è (o almeno io la provo ancora) il momento della verità nel vedere gli scatti a monitor (quasi come quando ritiravo il rullino sviluppato). Questo perché vedere e fidarsi del file sullo schermo LCD della reflex non equivalente che vederlo in grande e spesso si hanno delusioni o sorprese non preventivate. Ricordo un amico che si era offerto di fotografare ad un battesimo ed era soddisfattissimo del risultato (visto a display), per poi mettersi quasi a piangere una volta visti gli scatti a monitor (per fortuna non era il solo fotografo al battesimo). Tutto questo per dire che per me l’avvento del digitale è stato una rinascita e non tornerei mai al solo argentico; forse se per assurdo sparisse il digitale abbandonerei questo mio hobby. E per questo capisco benissimo chi, al contrario, prova attaccamento e soddisfazione per il solo argentico. Non siamo tuti uguali. L’unica cosa che vorrei aggiungere è una frecciatina a prabolin: non esiste nulla di sicuro al 100%. Prendiamo una stessa foto su file e su negativo. Li conservo nel medesimo luogo. Caso 1: Il supporto digitale si smagnetizza e non ho ancora fatto copie. Perdo il file e con il negativo non corro rischi. Caso 2: alluvione o incendio o semplice smarrimento. Il negativo è andato. Fine della storia. Il supporto digitale magari l’ho duplicato e risiede in luoghi diversi. E poi scusa ma non capisco questa tua frase: “così come ho visto nel mirino voglio che ritorni sulla carta”. Mi pare che rimaneggiamenti ed ottimizzazioni siano nati con la CO. O sbaglio ? E poi, permettimi, in una macchina digitale quanto vedo a mirini non è uguale a quanto memorizzo e poi eventualmente stampo su carta ? Sgombriamo il campo dagli equivoci. Ottimizzare un file non vuole dire intervenire pesantemente su di esso falsandolo. Quella è grafica non fotografia. Ottimizzare un file non è per nulla diverso da quanto viene fatto in CO per sviluppo e stampa di una fotografia argentica. Marco
Inviato: 15/10/2015 12:04
Modificato da pamar5 su 15/10/2015 13:40:53
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Concordo con Pamar, ed essendo 10 anni più vecchio forse dovrei essere ancora più nostalgico ma non è così.
Al piacere di ritirare il negativo (a volte insieme agli imprechi per i graffi) si aggiungeva poi quello di andare dallo stampatore che, seduto a fianco, "interpretava" magistralmente il negativo, esperienza importante ed educativa per il mio giovane occhio che faceva ancora fatica a capire le diverse dominanti di colore. Oggi non stampo più per lavoro e ai clienti consegno files e non stampe. Ma il piacere di stampare da me un file su carta (canson rag) che sia nativo digitale o scansionato, rimane. Anzi a volte penso -un po' provocatoriamente- che tutta la "poesia" dell'argentico la prova solo chi ci ha lavorato poco, se solo penso:( in ordine sparso) al dubbio se acquistare tungsteno o luce diurna, alla misura dell'esposizione, al negozio che aveva esaurito i negativi 4x5, ai tempi lunghi, ai graffi sulle pellicole, alle pinze sempre troppo visibili, ai costi, agli sviluppi sbagliati, agli scatti sprecati, alle polaroid costose più dell'oro, al peso di 20 chassis, alle ristampe che ti costringevano a tornare a modena, e non so cos'altro che forse ho rimosso, mi passa tutta la poesia ! Togli tutti questi inconvenienti e aggiungi che il file, se non lo perdi ovviamente, e lo riapri tra 20 anni è pulito e perfetto come il primo giorno, senza graffi e polvere dico benedetto il digitale, ma non potevano inventarlo prima?
Inviato: 15/10/2015 14:33
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Mi sono affacciato a Fotoavventure, un po' di anni fa, seguendo un ragionamento sul maggior costo della fotografia digitale rispetto a quella chimica.
Lo condividevo allora e lo condivido anche oggi. Il costo è desunto dall'ammortamento delle attrezzature e alla loro rapida obsolescenza, ma anche dal costo di gestione dell'intero processo, computer, storage, backup, per arrivare alla stampa. Una stampa digitale di buon livello costa circa il doppio della sua omologa chimica fatta a mano, e 15 volte quello del mio laboratorio industriale di fiducia. Il tempo professionale, per quanto mi riguarda, è un costo e anch'esso ha subito profonde mutazioni. Un tempo si stava "fuori", con la fotocamera in mano, circa il 65-70% della giornata, destinando il resto a sviluppo, stampa, didascalie e postproduzione in generale (incluse le spedizioni o le telefoto). Oggi scatto per circa il 15% del tempo, e sono costretto davanti al computer per il restante 85%. La qualità del mio lavoro si è abbassata di conseguenza, e non starò a fare confronti economici per non piangere. Se potessi vivere di pellicola non avrei dubbi, non per farmi notare ma per tornare ad una dimensione più umana e ragionata della fotografia. Comunque, il confronto tra pellicola e sensore è inutile. Io preferisco le fuoristrada meccaniche alla auto sportive ed elettroniche, ad esempio. P.S. il mercato del BN è in espansione. Leggevo, un paio di anni fa, che si fanno più foto argentiche BN oggi (credo che si riferisse al 2011) che negli anni 80. Di certo un laboratorio BN di mia conoscenza ha visto una crescita costante negli ultimi anni.
Inviato: 15/10/2015 17:06
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Questa mi pare una nota incoraggiante... Io ho il punto di vista del non professionista: posso quindi scegliere, entro certi limiti di costi e comodità, anche di utilizzare apparecchi e materiali che probabilmente non sono più proponibili in campo professionale. Fatte salve le eccezioni che sempre ci sono. Finisco per seguire una strada "ibrida" a modo mio. Se mi capita di fare degli scatti in studio a qualche ragazza/o, lavoro in digitale, perché so che questo mi permette di fornire le immagini in tempi piuttosto rapidi e adeguatamente corrette là dove è il caso. Uso LR e PS , ma di sicuro non passo le ore a ritoccare la singola foto. Aggiusto un po' di toni , curve e qualche difetto più vistoso e festa finita. In ogni caso, digitale o meno, non mi piacciono i risultati troppo artificiali e plasticosi. Però intercalo gli scatti digitali con qualche scatto su pellicola, perfino su GF. Quei negativi poi me li tratto con tutta calma, a volte per motivi di tempo anche a distanza di mesi. Mediamente sono abbastanza soddisfatto di entrambi i tipi di risultato, ma sono emozioni diverse.. Non so perché, ma quelli su pellicola, se vengono bene, finiscono per intrigarmi di più. Visto che in questo modo ho trovato una specie di equilibrio e di compensazione, per adesso sono contento così.. Poi in futuro, si vedrà. Di sicuro il digitale ha possibilità pressoché illimitate. Tranne per la capacità di emozionare in modo profondo come riesce talora a fare la pellicola.. e direi la pellicola quanto più è "sbagliata"...ma intendo naturalmente un sbagliato controllato, un errore voluto e ricercato o talora anche occasionale, ma che in qualche modo funziona. Il digitale spinge invece - di solito - non dico che sia sempre così, verso la perfezione formale, il levigato, il nitido, il perfettamente a fuoco e cose così. Siccome noi umani siamo più vicini all'imperfezione che alla perfezione e , come scrisse Nietzsche - il Mondo ama ballare sulle ali del caso..ecco, forse per questo la relativa improvvisazione ed imperfezione della pellicola magari emoziona di più, perché sembra più vera. Ma non lo so: mi sono impegolato in un ginepraio. Potrebbe essere così. Oppure il contrario. Per esempio, un fotografo che ha sempre perseguito l'eleganza, ma attraverso l'errore controllato (se mi è lecito esprimermi così) è Giovanni Gastel. Qualche mese fa ha tenuto una lettura alla Triennale di Milano ed ha fatto notare come tutte le sue immagini siano "sbagliate" secondo i canoni tradizionali: sovra/sottoesposte, mosse, sfocate, sgranate, colori incrociati, tagli non canonici, ecc. Epperò funzionano ed anzi, funzionano proprio così. E lui è passato dal GF al digitale mantenendo questa attitudine a sperimentare ed a cercare di spingersi oltre ... ed afferma anzi che solo col digitale è nata davvero la fotografia, con una libertà ed un pannello di possibilità prima inimmaginabile. Il rischio semmai è di non sapersi fermare e di finire per disperdersi. Ben venga dunque la committenza con le sue regole severe che mettono dei paletti invalicabili alla sennò sfrenata fantasia.. E dunque questo è un modo di intendere pressoché opposto a quello che ho espresso prima. Non penso che un modo sia più giusto o sbagliato dell'altro. Magari il bello, è proprio lì.
Inviato: 15/10/2015 17:57
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O magari lo fai perché ti piace la 124 Sport più delle macchine che fanno adesso; e te ne freghi della praticità dello spostamento da A a B perché ti interessa di più il piacere del viaggio. Fer
Inviato: 15/10/2015 18:13
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23/2/2009 22:15 Da Albiate (MB)
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O magari perché quando guidi la 124 la senti "sotto il #OOPS#", al contrario di una auto moderna, con i sistemi computerizzati di controllo della traiettoria.
Inviato: 15/10/2015 19:48
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Re: Ebbene sì: Argentico vs Digitale...o almeno, parliamone. |
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17/7/2009 21:53 Da cavalese val di fiemme trentino
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Mah... classificare esibizionisti tutti quelli che girano in 124 sport mi sembra una cretinata; non lo ho mai pensato nemmeno di quelli che sfoggiano 1Dmk vattelapesca in piazza Duomo con attaccati megatele da reporter di bordocampo...
r
Inviato: 15/10/2015 22:11
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Girano anche 15 M6 in pelle di coccodrillo bianca e tempestate di gemme preziose, donate dall'Emiro di non ricordo quale statarello petrolifero, ad alcuni ospiti.
Inviato: 16/10/2015 0:08
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prabolin credo di non dire cretinate e per favore modera i termini. non ho detto che chi gira con 124 sport è esibizionista, certo si sono anche i suv di coccodrillo o altre menate per essere esibizionisti.
dico solo che chi usa macchine di 40 anni fa non lo fa certo per la comodità del viaggiare o per l'affidabilità o perchè va meglio di una qualunque auto attuale. lo può fare per farsi notare o perchè gli piace la macchina che peraltro è bellissima, o per mille altri motivi di cui non mi interessa. così come chi usa l'argentico non lo fa per la comodità del processo o perchè è migliore ma anche qui per mille altri motivi tra cui l'essere alla moda. ci sono tanti giovanissimi che vanno in giro con macchine della mia epoca con custodia in cuoio perchè fa trendy. tutto qui. Poi siamo in un mondo libero uno può anche andare in giro con carrozza a cavalli fotografare al collodio e telefonare alla cabina che a me fa lo stesso, avrà mille motivi per farlo ma che non mi dica che lo fa per essere più comodo o perchè è migliore di ciò che si adopera comunemente oggi.
Inviato: 16/10/2015 8:38
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Re: Ebbene sì: Argentico vs Digitale...o almeno, parliamone. |
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Certo che si possono fare, e si sono già fatte… mi viene in mente quella famosa uscita di Berengo Gardin contro il digitale di qualche anno fa di cui si era anche discusso su questo forum. Ma sono sempre critiche, che in larga parte condivido, non tanto contro la nuova tecnica, ma contro l’uso che si fa della nuova tecnica. Immancabilmente, poi, finiscono quasi sempre col toccare anche la tecnica stessa, con argomentazioni che spesso fanno sorridere. Au lieu d’assister à une projection, au lieu de vivre un processus hypnotique, physiologique, où des images chassent l’obscurité, on a laissé la place à l’électricité, à des pixels morts. I granuli d’argento sono forse vivi? L’elettricità è meno nobile della chimica? Aujourd’hui, l’image a perdu de sa valeur ; elle n’est plus qu’une simple information visuelle. On fabrique des images en masse qui ne veulent plus rien dire. ……………. la partie invisible, la partie mentale fait partie du cinéma, du film. Si on montre tout, on appauvrit l’expérience. Pour tout le monde – réalisateur, spectateur. Et le numérique participe directement à cet appauvrissement. Scattare in digitale non costa, ne sono convinti quasi tutti. “Non pensare, scatta!” recitava una pubblicità di qualche anno fa. Ho sentito che su Istagram vengono riversate 80 milioni di fotografie al giorno (fotografie?). Certo il digitale è complice, ma dietro qualsiasi apparecchio c’è una persona che lo usa. Mi sono imbattuto, su altro forum, in uno che si vantava di aver fatto 8.000 (ottomila) scatti in un pomeriggio ad un saggio di danza. Non so se una telecamera di sorveglianza avrebbe potuto farne di più. En remontant vers le processus de création, le numérique permet un relâchement absolu des fonctions du cinéaste. Parce que l’enregistrement numérique permet de multiplier les angles, les points de vue, le terrain qu’on couvre …………… On a repoussé le moment des choix au montage et le numérique permet précisément de ne plus faire de choix au tournage. Permettre, pas obliger!!!
Inviato: 16/10/2015 23:00
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Re: Ebbene sì: Argentico vs Digitale...o almeno, parliamone. |
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Non so dove sia apparsa questa notizia, e non so su quali basi si fondasse. A me pare decisamente fuori dal mondo. La maggior parte dei laboratori argentici operanti negli anni ‘80 che conoscevo (io stesso ne avevo uno) oggi hanno chiuso i battenti. Proprio in quegli anni, almeno dalle mie parti, c’era un revival del BN nella fotografia di cerimonia, e proprio in quegli anni ne ho visto sorgere di nuovi. Per trovare attrezzature da camera oscura valide, oggi bisogna rivolgersi al mercato dell’usato perché la maggior parte delle ditte produttrici hanno cessato la produzione (parlo di apparecchiature professionali, ingranditori, stampatrici, sviluppatrici). Il materiale sensibile, al di là dei costi lievitati, è di difficile reperibilità, e chi per decenni è andato avanti con Kodak Ilford Agfa Fuji a volte si vede costretto a ripiegare su nomi nuovi che non sempre rimpiazzano bene i prodotti usciti di produzione. Girando per mostre ti posso assicurare che la stampa Inkjet BN, anche da negativi scansionati, prevale decisamente su quella argentica (che era la sola negli anni ’80). Frequentando luoghi o manifestazioni affollati di fotografi e fotoamatori, ti posso assicurare che tra quelli che scattano a pellicola, che non sono certo pochissimi, ad usare il BN sono un numero esiguo (uno però, nei luoghi che frequento, c’è sempre). Poi magari mi sbaglio, e sono io nella mia limitata esperienza a non vedere cosa mi succede attorno.
Inviato: 16/10/2015 23:05
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Re: Ebbene sì: Argentico vs Digitale...o almeno, parliamone. |
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Iscritto il:
24/8/2015 14:49 Messaggi:
14
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A mio parere il punto è sempre rispondere a: "cosa significa per te fotografare?"
La risposta è una risposta di vita per chi usa la fotografia come mezzo di ricerca espressivo, oppure è una risposta compulsiva per chi la segue come moda. Quanti chiedono ad uno scultore se usa una sgorbia (nel caso di legno) o uno scalpello elettrico? Si giudica il risultato e il materiale in sè non è giudicato ma bensì l'opera finale. Chi dice che il digitale sia semplice e l'analogico sia invece complesso dice una grande bugia. O una mezza verità: entrambe le tecniche vanno apprese con perseveranza se devono essere d'appoggio alla creatività o alla professionalità. E nulla è gratuito in costi di materiale e in tempo di lavoro. Poi la percezione fa la differenza. Va da sé che credo che scattare non sia fare fotografia e tanto meno viverla. Di questi tempi girare con un corredo analogico di grande formato o medio crea molte opportunità di incontro e di discussione con la gente che si incontra. Trovo che questo sia comunque un plus da non sottovalutare. Le mie piccole esperienze con gente di tutto il mondo, che si fermava a osservarmi prima e a chiaccherare poi, sono state tutte positive e hanno evidenziato come l'analogico sia visto oggi come un qualcosa di qualità contro il digitale che sa tanto da prodotto consumistico. Anni fa ovviamente il confronto era lo stesso ma nell'ambito dell'analogico stesso. Direi che più che una moda, sembra trattarsi di una crisi di rigetto verso i costosi prodotti usa-e-getta.
Inviato: 19/10/2015 8:46
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