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Le Actions di Tony Kuyper

Anche nella fotografia da paesaggio, come in tutti gli altri settori della fotografia, oramai il digitale è usatissimo.
 Tuttavia, la resa cromatica “standard” e fedele che le fotocamere forniscono è talvolta un po’ “Insipida”e piatta, se vogliamo anche un pò anonima e I vari settaggi “in camera” applicabili sono solo una parziale risposta che rompe questa monotonia. Giustamente i produttori caratterizzano le fotocamere per avere la resa più fedele possibile della scena inquadrata e, grazie alla teoria del colore, poterla trasportare invariata sia sul display di un monitor che in una stampa su carta. Ed è impressionante come la teoria del colore non sia solamente una “teoria”, tuttavia se si vuole mettere mano alla postproduzione e dare un tocco di personalità alle proprie foto, o si ricorre a software popolari e ai loro effetti standard oppure si sviluppa un proprio stile. C’è quindi l’esigenza di strumenti precisi per poter selezionare in modo mirato le varie zone di luminosità dell’immagine, e intervenire a piacimento si di esse per operare trasformazioni e correzioni; gli strumenti standard come il lasso e la bacchetta magica sono sicuramente troppo rozzi e rudimentali per produrre risultati professionali e di qualità. Queste tecniche esistono, e il pioniere è Tony Kuyper, un americano che le ha messe a punto e codificate sotto forma di una serie di actions per Photoshop. Esse consentono di rendere semplici azioni complesse (più che complesse, noiosissime da eseguire ripetutamente e “a mano” ). In buona sostanza, facendo un parallelismo con il sistema zonale,si tratta di strumenti che consentono di selezionare agevolmente solo le parti dell’immagine che corrispondono ad un certo livello di luminosità, in maniera precisa e rigorosa e, soprattutto, in modo “trasparente” e non grossolano come si farebbe con la “bacchetta magica”. Il Set di azioni è corredato di un dettagliatissimo tutorial (in inglese ovviamente) che spiega per filo e per segno che cosa fa ogni singola azione e come si usa. Questa recensione non è in nessun modo una forma di pubblicità a Tony Kuyper (che d’altro canto non ne è nemmeno a conoscenza) si tratta semplicemente di tecniche “gratuite” comunque presenti in Photoshop, non accessibili direttamente come voci di un menù, che l’autore ha sviluppato , organizzato e divulgato sotto forma di in un set di azioni. Il set è a pagamento, ma si tratta di una cifra modestissima se paragonata al servigio reso e, in ogni caso ripeto, non c’è nulla di segreto perché Tony mette comunque a disposizione il suo know-how in forma gratuita (ma visto il costo, non ci ho pensato due volte ad acquistarle).

Luminosity Masks

Tra le varie azioni offerte, sono rimasto particolarmente colpito dalle Luminosity Masks, argomento centrale di questa recensione: fanno uso di caratteristiche molto peculiari e tecniche poco note di utilizzzo di PS mirate ad ottenere una sorta di controllo zonale sull’immagine. Creare una luminosity mask consiste praticamente nello sfruttare il fatto che, selezionando un canale e premendo contemporaneamente il tasto CTRL, vengono selezionati solo i pixel la cui luminosità è maggiore o uguale al livello grigio 50%. Questa è la semplice caratteristica di PS che consente, a cascata, la creazione di selezioni di livelli di luminosità crescenti/decrescenti. Allo stesso modo con la sequenza SHIFT-ALT-CTRL-CLIC viene fatta l’intersezione tra la selezione al 50% e se stessa, producendo una selezione con i soli toni maggiori del 75% … e così via.. fino a poter selezionare solamente le luci più alte. Allo stesso modo tramite inversione si possono selezionare le luci basse. Una volta che si hanno le selezioni salvate sotto forma di canali, si possono usare come maschere e ottenere così il potentissimo effetto di poter usare attraverso di esse gli adjustment layers di photoshop in maniera chirurgica.

Luminosity Painting

Questa tenica consente di “pitturare” zone dell’immagine attraverso una luminosity mask , eliminando così il pericolo che le “pennellate” risultino visibili, visto che solo le zone di quella determinata luminosità riceveranno la “vernice”. Per inciso, la tecnica di luminosity painting è l’avanguardia del blending manuale tra immagini: in pratica “pitturo” le alte luci prese da una immagine sottoesposta sopra una immagine esposta correttamente. Preciso, in modo mirato e “trasparente”, in modo da ottenere risultati altamente spettacolari ma dal look naturale; molto meglio di qualsiasi software automatico incluso Photomatix. Una volta acquisita dimestichezza diciamo che in un paio d’ore si dovrebbe riuscire a produrre un “blending” di tutto rispetto. A questo proposito circolano in rete vari video tutorial su queste specifiche tecniche che sono da intendersi come spin-off e perfezionamenti dell’opera principale di Tony Kuyper.

Layer Blending

L’autore ha scoperto che sovrapponendo un layer a se stesso e impostando la modalità di trasparenza in mutiply o screen si possono ottenere effetti di incremento/deceremento della saturazione molto più gradevoli e naturali rispetto ai normali controlli di PS. Il layer blending è una tecnica che opera sull’intera immagine.

Painted Masks

Una specie di luminosity painting ma operata attraverso le proprietà screen/multiply legate al Layer Blending; consente interventi molto precisi e mirati per incrementare/decrementare la saturazione locali e sempre solo attraverso le luminosity masks. Per concludere questa mia breve recensione vi rimando al tutorial di Tony Kuyper per una comprensione maggiore. Molte altre tecniche vi sono presentate, c’è forse un filo di ridondanza e difficoltà nel classificarle e individuarne bene l’ambito di funzionalità ed effettiva utilizzabilità quando declinate nel proprio workflow, tuttavia si tratta di un gran lavoro che vale molto di più dei (pochi) soldi spesi ! Sito di Tony Kuyper : http://www.goodlight.us/

© Roberto Manderioli 2014

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